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Istanbul, Tokyo, Bruxelles. Calovini spiega il G7 di Meloni

Conversazione con il parlamentare di FdI, membro della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare della Nato: “Gli aiuti a Kyiv? Non dovranno mai mancare e non faremo un passo indietro su valori non negoziabili, come il diritto internazionale”. La Via della seta? “Bene esserne usciti, ora lavoriamo su come aumentare le relazioni commerciali con Pechino”

Francia e Germania in affanno, e se la stabilità europea si chiamasse Italia?

In Ue praticamente solo l’Italia ha una parvenza e una sostanza di stabilità politica, che si riflette positivamente sui mercati e sul gioco di alleanze e partnership. Il 2024 si apre con una serie di sfide altamente complesse e dalla difficile gestione ma che, al contempo, rappresentano una opportunità oggettiva per Giorgia Meloni: la presidenza italiana del G7 può essere laboratorio dove sperimentare modelli di azione e intuizioni strategiche, come il Piano Mattei

Da Delors a Meloni. La nuova Ue passa anche per l'Italia

Tajani da Parigi e il premier ieri alla Camera portano avanti il tema europeo nella consapevolezza che l’Ue deve cambiare passo, se vorrà essere all’altezza delle nuove sfide globali: non solo le due guerre, ma il cambiamento climatico, la gestione dell’intelligenza artificiale, la difesa comune e l’energia

Meloni e la stoccata sui diritti alla sinistra (quella autoritaria)

Quando osserva che deriva autoritaria è “considerare che chi vince le elezioni se non è di sinistra non abbia gli stessi diritti degli altri”, il premier mette l’accento sul fatto che entro la fine di quest’anno il Parlamento, che oggi ha una maggioranza di centrodestra, dovrà nominare quattro giudici costituzionali

Così l'agenda G7 si fa virtuosa (anche per l'Italia). Parla Nelli Feroci

I Paesi del G7 sono importanti ma, ormai, destinati a svolgere un ruolo meno determinante nel contesto delle relazioni internazionali. Per cui sarà fondamentale cercare di mantenere una particolare attenzione verso quei Paesi che non ne fanno parte e che dovrebbero, nei limiti del possibile, essere quanto più coinvolti nelle decisioni del vertice stesso. Conversazione con Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto affari internazionali

Niente troika né altri bonus, ma più Nato e nuova Ue. Il 2023 di Giorgia Meloni

La mossa politica dei conservatori italiani è stata quella di togliere argomenti ai detrattori, interni ed esterni: niente spese pazze, bilancio accorto, rafforzamento degli impegni atlantisti e pungolo ai vertici europei per riformare una macchina a cui servono più cilindri. Il modello Tunisia e Albania è il futuro degli accordi

La visione di nazione di Meloni e gli equilibri futuri del mondo. Le pagelle di Mauro

Meloni “si trova ad uno snodo cruciale, ma ha tutte le carte in regola per fare bene”. Il cuore delle vicende internazionali? “Gli equilibri disegnati a Yalta non ci sono più, perché nel 1989 è imploso il sistema sovietico e sono comparsi attori nuovi che nel ’45 semplicemente non c’erano”. E ora la sfida è nuovamente aperta. Conversazione con l’esponente popolare, già ministro della Difesa e vicepresidente del Parlamento europeo, Mario Mauro

Allargamento, trattati e guerre. Il pragmatismo che serve all’Ue, secondo Villafranca

Meloni sa che in Ue serve del sano pragmatismo, e questo sta esercitando con la consapevolezza che ci sono trattati da rispettare, spiega il direttore degli studi Ispi. La crisi? “Questo è sempre stato un motto nascosto dell’Unione europea, cioè non si spreca mai una buona crisi”

Aspettando il Piano Mattei, tutti gli errori da non rifare in Africa secondo Meloni

Osservare (e poi subire) fenomeni come rivolte, guerre, carestie, colpi di Stato e inquadrarli come singoli eventi slegati da un contesto e direttamente proporzionali ad una emergenza circoscritta, è stato fino ad oggi fallimentare per l’Occidente. Occorrono invece nuovi occhi e nuove lenti per capire l’Africa

Spese per la difesa fuori dal patto? In Europa la voce dell'Italia è ascoltata. Parla Loperfido (FdI)

Conversazione con il deputato della commissione Difesa: “Una vittoria dell’Italia e del governo Meloni”. Ma non solo: nel futuro, anche il dibattito sul centro unico di fornitura in vista della costituzione di un mercato unico europeo nel settore degli armamenti, “con vantaggi anche all’industria italiana della difesa che può contare su aziende tecnologicamente avanzate su scala mondiale”

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