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Non solo auto elettriche. La sordità selettiva nel dialogo Ue-Cina

Pechino continua a non recepire le preoccupazioni economiche europee, derubricandole a frutti della vicinanza con gli Stati Uniti. Dal summit di dicembre è emersa con chiarezza la distanza delle posizioni, come spiega García-Herrero (Bruegel). E sembra inevitabile che il conflitto in materia di commercio andrà ad inasprirsi. Occhi aperti sull’auto elettrica (e sull’unità delle capitali Ue)

Ucraina, Gaza, Mediterraneo. L'Italia nel mondo in subbuglio spiegata dall'amb. Checchia

“I servizi tedeschi avrebbero intercettato comunicazioni all’interno del circuito russo che potrebbero far pensare a un’aggressione della Russia a uno Stato Nato o alla Moldavia nell’arco dei prossimi tre-cinque anni. Teniamone conto”, ha detto l’ambasciatore a Formiche.net. “L’attenzione Usa all’Africa è da mescolare con il Piano Mattei, con la spinta della politica meloniana nel Mediterraneo”

Ue-Usa, dazi su acciaio e alluminio rimandati al 2025. C’entra Trump?

Sembrava che una serie di nuovi accordi su acciaio, alluminio e materie prime avrebbero sotterrato definitivamente la questione delle tariffe. Ma gli accordi non sono (ancora) stati raggiunti, e l’entrata in vigore dei dazi è stata rimandata fino a dopo le elezioni Usa del 2024. Ecco perché è questione di prospettiva strategica

Il futuro (anche dell'Italia) è l'Africa. Parola dell'amb. Cangelosi

La politica estera italiana si è sviluppata su linee tradizionali: in Europa sulla normativa europea; nella Nato nel rispetto della linea atlantica. Ma l’Italia deve occuparsi in primis dei Balcani e dell’Africa. Conversazione con Rocco Cangelosi, già rappresentante permanente per l’Italia a Bruxelles e consigliere diplomatico del presidente Giorgio Napolitano, in occasione della Conferenza degli ambasciatori alla Farnesina

L'Ue testa il Dsa su Elon Musk. Ecco come

Per la prima volta, il nuovo regolamento trova la sua applicazione. Al social network del tycoon vengono contestate diverse accuse, tra cui la (poca) moderazione dei contenuti pubblicati e i mancati obblighi di trasparenza sulla pubblicità. Un motivo ulteriore di scontro tra l’imprenditore e Bruxelles

Dai Balcani all'Africa, in attesa del G7. L'Italia internazionale secondo Tajani

La sedicesima Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia nel mondo alla Farnesina non è solo l’occasione per raccontare cosa ha raggiunto in un anno la politica estera del governo Meloni, ma anche un momento per illustrare una visione che parte e arriva al mare nostrum, dove si distenderà il Piano Mattei e dove lo stivale è un molo naturale

Meloni all'internazionale di Atreju. Così si fondono spazio, geopolitica e destra

Dalle kermesse della destra spicca l’attenzione verso ciò che accade fuori dai confini nazionali, tanto importante quanto le beghe interne. Musk non significa solo tecnologia e IA, ma la presenza di un magnate mondiale che parla con l’Italia e con il suo premier di figli e spazio, ovvero di futuro

Bene Kyiv in Ue, ma il nodo è arrivare alle elezioni Usa. Le pagelle di Tocci all’EuCo

26 Stati membri legano il proprio futuro con quello dell’Ucraina. È un segnale che va nella direzione opposta a quello della stanchezza. Se tra il 2024 e il 2027 verrà creato un fondo speciale da 50 miliardi per l’Ucraina allora sarà un risultato stratosferico, molto al di là di tutte le aspettative. Conversazione con Nathalie Tocci, direttrice dello Iai

Ucraina in Ue e patto bloccato. Il bilancio dell'eurovertice secondo Meloni

“La modifica del patto? Non la chiediamo per gettare i soldi dalla finestra ma per fare quello che riteniamo giusto fare e che l’Europa si è dati come strategia – parlo degli investimenti – senza essere per questo colpiti, perché sarebbe una strategia miope non per l’Italia, ma per l’Europa. Su questo stiamo di coinvolgere più Paesi possibili”. Il punto di vista del governo italiano dal vertice Ue

Dal Consiglio europeo, piccoli passi verso la difesa comune. L’analisi di Politi

“Non pretendo già da oggi l’esercito europeo ma almeno standardizzare i sistemi d’arma e per ora siamo ancora molto lontani. L’Ucraina? È chiaro che i Paesi occidentali devono tenere duro sul principio che non ci sono cambi di territorio se non concordati tra le parti. Non ci sono perché in quel caso si aprirebbe un vaso di Pandora in tutta Europa, anche a danno dei russi”. Conversazione con il direttore della Nato defense college foundation, Alessandro Politi

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