Creare l’alternativa popolare e non populista a un PD pienamente inserito nell’orizzonte socialista. Per approdare a un bipolarismo costruttivo delle idee di stampo europeo. È il valore del Manifesto-Appello per la costituzione di gruppi parlamentari unitari tra Nuovo Centro-destra, Unione di Centro, Popolari per l’Italia.
Per comprenderne ragioni e finalità Formiche.net si è rivolta al deputato di NCD Sergio Pizzolante, fautore di un’aggregazione moderata-riformista ancorata al PPE e scettico verso la ricomposizione della Casa delle libertà.
(UMBERTO PIZZI TRA ALFANIANI PIU’ O MENO ACCALDATI… TUTTE LE FOTO)
Perché avete promosso la raccolta di firme per gruppi parlamentari unici dei tre partiti?
Vogliamo costruire un nuovo soggetto popolare e liberale. E per tale motivo la ricerca di adesioni è aperta agli amministratori locali, alle associazioni sociali, agli imprenditori. Ci rivolgiamo a tutte le realtà produttive che nella tornata elettorale di fine maggio hanno votato Matteo Renzi ma non il Partito democratico, come rivelano i risultati amministrativi contemporanei alle Europee. Un 10 per cento di cittadini italiani cui vanno aggiunte le persone deluse dalla politica e rifugiatesi nell’astensione oltre ai “sostenitori abitudinari di Forza Italia”.
Quali sono i contenuti della vostra iniziativa?
Difendere cittadini e imprese, già colpiti dalla crisi, dall’aggressione di uno Stato pesante. L’obiettivo è far dimagrire l’apparato pubblico aggredendo debito e spesa, liberare risorse per promuovere uno shock fiscale a favore di imprese e aziende, riformare il mercato del lavoro abolendo l’Articolo 18, cambiare la giustizia per ricreare l’equilibrio dei poteri violato dal predominio anti-democratico delle toghe.
State chiudendo le porte a Forza Italia?
Noi teniamo aperte le porte a tutti coloro che si riconoscono in quei contenuti e principi. E quindi anche ai rappresentanti di Forza Italia. Ma ritengo complicato coinvolgere esponenti “azzurri” che si sono contraddistinti per un “atteggiamento talebano” nei confronti del governo e per posizioni estremiste nel recente passato. Così come è impensabile un rapporto con la Lega Nord lepenista, lontana anni luce dal movimento autonomista e territoriale guidato da Umberto Bossi.
Nutrite timore verso un Partito democratico “pigliatutto”?
L’aspirazione di Renzi di rendere il PD il “partito della nazione” si scontra con le scelte della sinistra interna conservatrice. Una realtà che ostacola il percorso di riforme istituzionali e del lavoro.
Aspirate a creare il “partito della nazione” nel versante moderato?
Pensiamo che, in parallelo alla spinta del premier verso la costruzione di una forza neo-laburista e riformista, è necessario far partire il processo per un’alternativa neo-popolare e neo-liberale. Affinché, terminati i mille giorni di collaborazione con il PD per affrontare l’emergenza economica, si possa affermare in Italia una dialettica competitiva, costruttiva ed europea tra due grandi forze normali. Entrambe con spine nel fianco alle proprie ali. Le componenti conservative e giustizialiste alla sinistra del Nazareno, i gruppi estremisti e nostalgici alla nostra destra.
(CHI C’ERA ALL’ASSEMBLEA DEL NUOVO CENTRODESTRA. LA GALLERY PIZZIANA)