Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Giuseppe Pennisi ha svolto un’interessante riflessione in merito alla cultura del centrodestra italiano e ha ragioni da vendere quando sostiene che cultura e narrativa sono fondamentali per fondare un percorso politico nuovo.
L’evento “Sveglia Centrodestra!” nasce così: non solo l’esigenza politica di unità e rinnovamento, ma la necessità di costruire i punti cardinali per orientarsi in un mondo globalizzato e complesso.
L’iniziativa nasce da un mondo politico-culturale nascosto al grande pubblico e spesso estraneo ai partiti. Viene dal lavoro di testate indipendenti come Formiche.net, La Cosa Blu, The Fielder, The Right Nation, Nota Politica e da libri come “Pensare per governare. Appunti per una destra globale” che ho scritto con Santo Primavera e da “Mover” di Michele Silenzi. Da esperienze internazionali composite come quella della European Youth Conservative e IYDU.
L’obiettivo è proprio quello di avviare da un lato una riflessione sui principi e sui programmi, dall’altro di ripartire dai territori e da nuovi interpreti di questa chiave culturale. Credo sia opportuno portare sulla scena del dibattito pubblico un kit per il conservatorismo liberale e una serie di metodi per rifondare il centrodestra.
Certo non c’è una Ayn Rand da questo lato dell’oceano, non ci sono i think tank con finanziamenti milionari né settimanali o mensili di definita cultura politica liberale, ed è proprio per questo che si deve provare a fare un primo passo.