L’operato di Alessandra Poggiani, il nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale nominato da Matteo Renzi e Marianna Madia, trapela a sprazzi dalla Rete.
Una prima intervista che si dipana tra speranze e obiettivi della digitalizzazione del Paese con la consapevolezza della scarsità delle risorse disponibili, un lunghissimo articolo scritto di suo pugno per l’Huffington Post dal timbro più sentimentale e un secondo più recente dal carattere più tecnico dove si rendicontano i risultati raggiunti nell’aggiornamento delle banche dati delle pubbliche amministrazioni.
LE PRIME ASSUNZIONI
La macchina non è ancora completamente accesa ma Poggiani si è già messa all’opera con le prime assunzioni. Con una determina dell’Agenzia, a firma Poggiani, l’Agid ha conferito a Marco Bani l’incarico dirigenziale di seconda fascia a tempo determinato di responsabile dell’area “Segreteria tecnica e coordinamento con gli organi”.
Toscano, classe 1983, Bani è stato collaboratore parlamentare e ancor prima Capo della segreteria particolare del ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca con Maria Chiara Carrozza. Nel suo curriculum anche un ruolo da consigliere comunale nel comune di Pisa dal 2008 al 2013 e una laurea in informatica umanistica.
Per questo nuovo incarico percepirà un trattamento economico pari a euro 43.310,90 tabellare, una retribuzione di posizione pari a euro 12.155,61 e un trattamento economico variabile pari a euro 29.000 lordi. A questi potrebbe aggiungersi una retribuzione di risultato fino ad un massimo del 5% del trattamento economico in relazione ai risultati raggiunti.
Una nomina non proprio da spending review – ha rimarcato il sindacato Falbi in un comunicato stampa – soprattutto se si considera il fatto che i dirigenti dell’Agid non percepiscono dal 1999 gli adeguamenti retributivi previsti dal contratto.
Ambienti interni all’Agid rilevano inoltre che la nomina di Bani, in base all’articolo 19 comma 6 del dlgs 165/2001, non sarebbe possibile se non è nota la dotazione organica dei dirigenti dell’ente (da definire con DPCM non ancora definito dalla Madia).
I RILIEVI DEI SINDACATI
Quest’ultima manovra di Poggiani ha allarmato anche i sindacati. Cgil-Funzione pubblica ha sottolineato il 17 settembre in un comunicato la “deriva dell’Agid verso modalità poco comprensibili e assolutamente informali delle comunicazioni dell’ente”.
LA DIFFIDA DELLA FALBI
Un atto di diffida nei confronti dell’Agid è stato invece inoltrato dal segretario generale di Falbi Luigi Rizzo al ministro Madia e a Poggiani in data 15 settembre con riferimento all’appiattimento delle professionalità presenti nell’Agenzia dopo una nota trasmessa da Poggiani alla Funzione pubblica i primi settembre.
LE POLEMICHE SULLA LAUREA
Sullo sfondo restano le polemiche sull’idoneità del titolo di studio di Poggiani alimentate da una recente interpellanza da parte del pentastellato Luigi Di Maio e da, secondo le indiscrezioni raccolte in ambienti ministeriali, denunce che potrebbe essere presto presentate. (Ecco tutti gli approfondimenti di Formiche.net sul titolo di studio di Poggiani)
IL COMITATO DI INDIRIZZO
Nel frattempo il governo ha firmato il 24 settembre il decreto di nomina degli esponenti del comitato di indirizzo per l’Agenzia per l’Italia Digitale. Tra gli esperti nominati figurano tecnici, professori e altre professionalità quali noti blogger e giornalisti, oltre che un esponente del Pd.
Ecco i nomi: Ernesto Belisario, Flavia Marzano, Francesco Sacco, Luca De Biase, Diego Ruffini, Eugenio Prosperetti, Paolo Coppola, Massimo Mantellini, Dianora Bardi, Lorenzo Benussi.
Al momento, per ragioni apparentemente burocratiche, non risulta firmato il decreto per il presidente, anche se viene dato per certo il nome di Stefano Quintarelli (leggi qui l’intervista a Quintarelli) già emerso a luglio in concomitanza con la nomina di Poggiani a presidente dell’Agenzia.