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Un tandem Della Valle-Passera può essere una sorpresa elettorale. Parla Giancarlo Galli

Un altro imprenditore è pronto a compiere il salto nell’agone politico. Almeno così sembra, vista l’ultima puntata di  “Servizio pubblico” su La7. Diego Della Valle si va ritagliando sempre più un ruolo di outsider con aspirazioni di governo.

Un’attitudine coltivata da tempo, come rivelano le riflessioni dell’industriale calzaturiero su articolo 18, anticipo della liquidazione in busta paga, inadeguatezza del governo guidato da Matteo Renzi.

Per capire lo spessore e l’orizzonte delle sue ambizioni politiche Formiche.net si è rivolta a Giancarlo Galli, saggista economico, editorialista di Avvenire, autore di libri e inchieste che hanno messo in luce trame, ambizioni, rivalità e faide del ceto dirigente italiano.

Come giudica la possibile “discesa in campo” di Diego Della Valle?

La valuto positivamente. La classe politica attuale, nazionale ed europea, è stanca e incapace. Il fatto che arrivi qualche energia nuova deve essere salutato con entusiasmo. Attenendoci ai fatti, l’imprenditore marchigiano è riuscito a creare da una piccola azienda di famiglia un grande marchio internazionale. Della Valle ha dimostrato di saper fare bene il proprio mestiere. Così come Corrado Passera ha fatto nell’amministrazione di banche e imprese pubbliche. Ben vengano dunque, quando penso ai nostri politici del tutto sprovveduti sui temi economici. Compreso il premier.

Riscontra analogie con l’avventura intrapresa dal leader di Italia Unica?

Vedo un possibile tandem, imposto dal realismo politico. Un’aggregazione tra le iniziative di Della Valle e Passera potrebbe coltivare ambizioni elettorali attorno al 7 per cento. E addirittura trasformarsi nella sorpresa della prossima tornata di voto, soprattutto se Partito democratico e Forza Italia dovessero implodere e lacerarsi.

Cosa dovrebbero fare per mettere in campo un progetto vincente?

Al momento si trovano nello stato magmatico e nascente nella costruzione di un’identità politica. Devono rivestire di contenuti chiari una potenzialità elettorale. Passera, da ministro per lo Sviluppo economico del governo guidato da Mario Monti, non ha certo brillato né fatto fuoco e fiamme. Della Valle fino a pochi mesi fa elogiava Renzi, mentre ora si rende conto di aver compiuto una scommessa perdente sul cavallo sbagliato.

Foto dei familiari alle spalle, appello al coraggio dei giovani, richiamo a una società civile smarrita. L’ingresso di Della Valle in politica ricorda quello di Silvio Berlusconi?

La “discesa in campo” di Berlusconi era stata studiata e preparata con maggiore attenzione. L’ex Cavaliere portava avanti un discorso molto più chiaro, duro, lineare. E aveva l’enorme vantaggio di utilizzare le proprie televisioni a scopo politico. Il fondatore di Forza Italia, pur realizzando ben poco di ciò che aveva promesso, ha rinnovato la politica rispetto al grigiore tradizionale. Guardandolo, si vedeva scendere nell’agone pubblico il Milan allora campione mondiale. Con Della Valle si assiste all’entrata in gioco della Fiorentina.

Qual è lo spazio politico per l’iniziativa pubblica del patron di Tod’s?

Della Valle può intercettare i 4/5 dell’Italia che anela al cambiamento, delusa da un ceto politico non in grado di rinnovare Corte Costituzionale e Consiglio superiore della magistratura, oltre che incapace di risanare i conti pubblici. Un popolo perplesso dalle carenze evidenti nell’operato del premier, e che è disposto a salutare l’ascesa al potere di un tecnocrate come Mario Draghi nelle vesti di chi rimette tutto a posto. L’unica fascia di opinione pubblica impermeabile ai richiami dell’industriale calzaturiero resta quella che vive dell’attuale politica e del clientelismo partitocratico.

Realtà e pezzi dell’establishment potrebbero appoggiare l’azione politica di Della Valle?

Senza dubbio. Soprattutto in accoppiata con Passera. Ho visto che nel mondo imprenditoriale i ragionamenti dell’imprenditore marchigiano alimentano consenso e interesse per la loro portata riformatrice. È necessario tuttavia chiedersi – come per tutti gli esempi simili – perché entri in politica, quali istanze voglia rappresentare e difendere, se si tratti di interessi elitari o di aspirazioni popolari. Vi è in ogni caso un elemento favorevole a Della Valle.

Quale?

L’abbraccio politico stretto negli Stati Uniti tra Matteo Renzi e Sergio Marchionne. Responsabile di una Fiat che ha abbandonato l’Italia, lasciando nel nostro paese centinaia di lavoratori in cassa integrazione. E pochi stabilimenti, che in prospettiva rappresenteranno il 15 per cento della produzione aziendale.



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