Una problematica eredità, ritardi e dubbi interpretativi. Non è ancora del tutto partita la nuova Agenzia per l’Italia digitale diretta da Alessandra Poggiani.
Il direttore c’è da luglio scorso, il tavolo degli esperti è stato nominato il 24 settembre e sono già partite le prime assunzioni di consulenti e dirigenti. Manca all’appello però il Comitato d’indirizzo, l’organo di impostazione strategica dell’Agenzia, per il quale il governo a luglio ha designato come presidente Stefano Quintarelli (leggi qui l’intervista di Formiche.net).
COSA FA E DA CHI È COMPOSTO IL COMITATO DI INDIRIZZO
Secondo lo statuto dell’Agid, il comitato è presieduto dal rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed adotta, a maggioranza dei suoi componenti, un regolamento di funzionamento. Il comitato è formato inoltre da un rappresentante del ministero dello Sviluppo economico, un rappresentante del ministero dell’Istruzione, un rappresentante del ministro per la Pubblica amministrazione, uno del ministero dell’Economia e da due rappresentanti designati dalla Conferenza Unificata e dai membri del Tavolo permanente per l’innovazione e l’Agenda digitale italiana.
LA MATASSA DELLE NOMINE
È stato il Corriere delle Comunicazioni a rimarcare lo stato di caos a causa di un dubbio interpretativo sullo statuto relativo ai componenti del Comitato di Indirizzo che secondo le diverse interpretazioni potrebbero variare di una decina circa.
Il dubbio di cui parla il Corriere delle Comunicazioni – e confermato a Formiche.net da fonti interne all’Agenzia – sarebbe questo: quanti membri del Tavolo permanente per l’innovazione e l’Agenda digitale italiana debbono far parte del Comitato? Tre le interpretazioni possibili secondo lo Statuto: a) ci devono essere in tutto due rappresentanti designati dalla Conferenza Unificata e dai membri del Tavolo; b) devono essere due rappresentanti più due; c) ci devono essere tutti i membri del Tavolo (una decina).
LA SPIEGAZIONE DEL CORRIERE DELLE COMUNICAZIONI
Ha scritto Alessandro Longo, responsabile editoriale di Agendadigitale.eu: “La parte sul Comitato di Indirizzo è stata trasposta nello Statuto dalla norma primaria, che è il Decreto del Fare. Qui il testo uscito dal Consiglio dei Ministri non conteneva la frase ‘dai membri del Tavolo permanente per l’innovazione e l’Agenda digitale italiana’ che è frutto di un emendamento presentato dallo stesso Stefano Quintarelli durante la fase di conversione in legge. In realtà l’emendamento di Quintarelli diceva che nel Comitato ci dovevano andare “i membri del Tavolo”, quindi era chiaro che dovessero esserci tutti. Nel processo legislativo la frase è stata però cambiata, lasciando un’ambiguità”.
UN CASO DA STUDIARE
Per Edoardo Narduzzi, manager, imprenditore ed editorialista dei quotidiani del gruppo Class Editori, questo caso specifico rende ancora più paradossale la situazione dell’Agid, definita da Narduzzi su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi, come “un caso vivente, quindi studiabile nella sua attualità comportamentale, di cosa significhi per una grande economia del pianeta avere una pubblica amministrazione inadeguata”.
Il manager che da tempo scruta le anomalie nella pubblica amministrazione commenta il caso del dubbio interpretativo sul Comitato con queste parole: “Neppure il governo in carica riesce a mandare a regime il Comitato di indirizzo, perché lo statuto dell’Agid non è intellegibile. Figlio di un processo di produzione di leggi e regolamenti sfuggito a ogni controllo di razionalità e di competenza”.
I PROGETTI DI QUINTARELLI
In attesa della nomina ufficiale, Quintarelli, che parla di “tempi di cucina”, ha messo nero su bianco sul suo blog quelle che furono le sue proposte di linee guida presentate per la candidatura alla direzione dell’Agid e che ad oggi rappresentano quello che sarà il suo contributo alla discussione nel Comitato di indirizzo appena insediato.
“Da quando sarò nominato farò parte di un comitato e dovrò riportare quanto stabilito da una squadra composta da molte persone, con tanti interessi e priorità diverse da conciliare. Questo post ‘cosa farei’ è quello che farei se dipendesse da me, ma non dipende e non dipenderà da me”, scrive Quintarelli.
Tra i progetti strategici elencati da Quintarelli figurano l’identità digitale, la fatturazione elettronica, il fascicolo sanitario elettronico, i pagamenti elettronici alle PA, la dashboard del cittadino per tutti i servizi e le interazioni con la PA, il Cloud service della PA, la divulgazione digitale nelle scuole, imprese e nelle famiglie, lo sviluppo dell’eCommerce e la costituzione di una mappa nazionale che migliori l’accesso e faciliti il riutilizzo del patrimonio informativo pubblico.
LE PRIME NOMINE
Comitato a parte, all’Agid, che al primo aprile 2014 contava 95 dipendenti, spuntano le prime assunzioni. Con una determina dell’Agenzia, a firma del direttore Alessandra Poggiani, l’Agid ha conferito al toscano Marco Bani l’incarico dirigenziale di seconda fascia a tempo determinato di responsabile dell’area “Segreteria tecnica e coordinamento con gli organi”.
A questa si è aggiunta qualche giorno dopo una consulenza per 30 mesi (compenso annuale, 25 mila euro) al veneziano Roberto Scano che in Agid si occuperà di standardizzazione, accessibilità e regole tecniche insieme ad altri due esperti in materia di accessibilità web.