Sarà stato il clima di calda accoglienza mista a curiosità del Circolo Canottieri Aniene di Roma. O la vicinanza con il fondatore e primo segretario del Partito democratico Walter Veltroni. Ma ieri sera il leader di Italia Unica Corrado Passera si è tolto le vesti di agguerrito protagonista del centro-destra percorso da fermenti riformatori. E, anziché inserirsi nel confronto sull’identità di un’aggregazione conservatrice-liberale tutta da costruire, ha scelto un profilo ecumenico al di là dello steccato destra-sinistra. Distaccandosi sempre più, così, dai toni del leader della Lega, Matteo Salvini.
La rete di Italia Unica
L’occasione è stata offerta dalla presentazione, nello storico centro sportivo guidato dal presidente del Coni Giovanni Malagò, del libro “Io siamo”, manifesto programmatico della creatura politica dell’ex ministro per lo Sviluppo economico. A sorpresa, come ha notato Dagospia, all’ultimo si è sfilato uno degli invitati al dibattito, ovvero Gianni Letta. Frenato da Berlusconi?, si è chiesto il sito fondato da Roberto D’Agostino.
Formazione che va allargando adesioni e interlocuzione, a partire dai sindaci dei comuni italiani come Flavio Tosi, per accreditarsi come fulcro di un’alternativa al Pd di Matteo Renzi.
Rendere efficiente la democrazia rappresentativa
La sfida che attende Italia Unica è stata illustrata da Veltroni: “Coniugare democrazia e decisione come nei Paesi anglosassoni. Perché il combinarsi dello scollamento tra cittadini e istituzioni rappresentative e della recessione più lunga della storia può costituire una miscela molto pericolosa. Riproducendo il clima vissuto in Europa tra la prima e la seconda guerra mondiale”.
L’affondo contro Renzi sulla riforma del lavoro
Per riconquistare la metà dell’opinione pubblica attratta dalle sirene dell’astensione e percorsa da tentazioni populiste, Corrado Passera rilancia l’esigenza di pensare e agire in una “logica di squadra”. Ennesima conferma di un’ostilità crescente nei confronti della filosofia “dell’uomo solo al comando” che alimenta l’iniziativa del premier.
Tuttavia l’unica stoccata esplicita riservata a Renzi dall’ex amministratore delegato di Poste Italiane riguarda l’offensiva promossa contro le organizzazioni sindacali sul Job Act.
Lungi dal richiamare la necessità di un conflitto aperto con le sigle confederali, l’ex esponente del governo Monti ritiene essenziale recuperare il confronto positivo con le parti sociali: “Il che non equivale a riconoscere poteri di veto”.
La ricetta reaganiana sul fisco
A suo giudizio il percorso innovatore nel terreno del lavoro non può prescindere dal rilancio di un tessuto di imprese la cui distruzione ha portato 10 milioni di persone a non avere prospettive economiche. E a tale scopo è orientata la terapia shock da 40 miliardi di tasse in meno prospettata da Italia Unica.
Strategia – rimarca Passera – che deve affiancarsi al processo di modernizzazione della burocrazia, delle istituzioni. E dell’educazione.
Un comparto cruciale, per il quale “è urgente valorizzare la scuola a tempo pieno, fronteggiare la dispersione formativa, promuovere l’incontro tra studenti e lavoro, premiare gli insegnanti più bravi”.