Il mondo è pieno di persone che si prodigano ad inventare l’acqua calda, poi vanno in giro a raccontare che quella è la scoperta del secolo. Il fatto è che trovano sempre degli interlocutori che ci credono.
E’ il caso recente di un saggio di successo ‘’Lo Stato innovatore’’ di Mariana Mazzucato (Anticorpi, Laterza, 18 euro), molto in voga nei circoli della sinistra ‘’pentita’’ (di essersi contaminata con la ‘’deriva’’ liberista del blairismo) tanto da essere citato persino nell’ultima intervista di Massimo D’Alema sul Corriere della Sera, in polemica con il ‘’nuovo corso’’ (si fa per dire) di Matteo Renzi.
Mazzucato in ben 289 pagine (al netto di una copiosa bibliografia) si propone di ‘’smontare il mito’’ di uno Stato ‘’bollato come una forza inerziale, troppo grosso e pesante per fungere da motore dinamico’’ a fronte di una ‘’impresa privata considerata da tutti una forza innovativa’’. In sostanza, secondo l’autrice, non basta prefigurare ‘’un ruolo attivo dello Stato nella correzione dei <fallimenti del mercato>… è necessario costruire una teoria del ruolo che gioca lo Stato nella creazione di mercati’’.
Del resto, sostiene Mazzucato, Steve Jobs nel garage di casa avrebbe potuto aggiustare soltanto la bicicletta (la forzatura è solo nostra) se non ci fossero stati dei governi ad investire massicce risorse su internet. Così da ‘’Leviatano’’ burocratico e inerte lo Stato può diventare ‘’catalizzatore di nuovi investimenti commerciali’’ e ‘’soggetto attivo che accoglie di buon grado il rischio e se ne fa carico’’. Bene. Procederemo nella lettura, sperando di soddisfare almeno due curiosità: 1) che Mariana Mazzucato ci presenti qualcuno che neghi la possibilità di un ruolo innovativo (e non sostituibile) dello Stato; 2) che, nel caso dell’Italia, indichi qualche esempio positivo – e duraturo – nel passato e proponga qualche soluzione utile per il presente e il futuro.
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Che Beppe Grillo insulti il Capo dello Stato non è una novità. Anzi da un personaggio come lui – che giustamente si definisce un ‘’eversore’’ – non possiamo aspettarci nulla di diverso. Salvo chiedere alla magistratura perché la sola persona – almeno a nostra memoria – condannata per oltraggio al Presidente della Repubblica si chiami Francesco Storace. Ma che un ragazzino borioso, allevato a politica e Nutella, vero e proprio prodotto di una tv spazzatura come Pippo Civati si permetta di fare dell’ironia sulle ‘’imminenti’’ dimissioni di Giorgio Napolitano è proprio un segno dei tempi. D’ora in poi chiameremo Civati ‘’sua impertinenza’’.
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Virna Lisi ci ha regalato una grande lezione di vita. Si può essere affascinanti anche con qualche ruga, con tutti i nostri anni addosso e senza bisogno di silicone. Per intendersi, non la magica sostanza della valle famosa in California che ha cambiato la storia del mondo, ma il materiale amorfo, abusato nella chirurgia estetica.