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Ecco la strategia sudista di Salvini: un mix tra Renzi, Grillo e Fini

Con un tocco di maquillage ha fatto sparire il verde padano e la dicitura “Lega Nord” per metterci il suo nome.

IL SIMBOLO PER IL CENTRO SUD

“Noi con Salvini” è il simbolo che Matteo Salvini presenterà alle prossime elezioni, a partire dalle Regionali, per esportare il Carroccio al centro Sud. Blu e giallo, i nuovi colori. “Che mescolati insieme danno il verde”, risponde il leader leghista a chi gli chiede conto dello sbianchettamento.

LE MIRE DELLA LEGA

Eccola, dunque, la Lega 2.0 che punta sul Sud per racimolare quei voti che gli servono per superare Forza Italia e diventare il primo partito del centrodestra italiano. Ovvero la strada maestra per accreditare Salvini come competitor di Matteo Renzi alle prossime Politiche (quando arriveranno).

I NUMERI

L’obiettivo è alla portata, secondo i leghisti: un ultimo sondaggio Swg dà la Lega al 12 per cento e il partito di Silvio Berlusconi al 15,1. “Senza simbolo i nostri sondaggi al centro sud ci davano tra il 4 e il 5 per cento. Ora, con l’avvio dell’operazione, possiamo crescere molto”, fa sapere il senatore Raffaele Volpi, l’uomo cui Salvini ha affidato l’operazione sud.

LE PAROLE DI SALVINI

“Potevamo starcene comodi al Nord a goderci i nostri sondaggi in continua ascesa, invece abbiamo deciso di rispondere alla domanda di cittadini che guardano a noi come unica alternativa al renzismo dilagante”, spiega Salvini in conferenza stampa a Montecitorio. Dove il segretario padano ha presentato il simbolo per il centro-sud (isole comprese) e distribuito populismo sparso: “Domani sarò nel carcere di Bergamo a trovare Antonio Monella, imprenditore condannato a 6 anni per aver sparato a un ladro che gli stava rubando il Suv nella sua proprietà”.

LA STRATEGIA MERIDIONALISTICA

Il leader leghista al Sud è guardato da tanti con simpatia. Ma basterà questo a farlo riuscire laddove Umberto Bossi ha fallito più volte? Un aiuto alla Lega, questa volta, arriva da un pezzo del mondo di destra che vede nel Carroccio l’unico partito in grado di rappresentare le istanze lepeniste del “no euro, no immigrati”. D’altronde è solo varcando i confini della Padania che il segretario leghista potrà ambire a essere il leader del futuro centrodestra.

GLI EX SALITI SUL CARROCCIO SUDISTA

Occhio, però, a chi imbarcare. Perché sono molti gli ex An ed ex azzurri in corsa per salire sul carro dell’Alberto da Giussano. Nella sala del mappamondo a Montecitorio, tanto per dire, facevano capolino le facce di degli ex An Silvano Moffa e Checchino Cosimi Proietti (lo storico ex braccio destro di Gianfranco Fini), dell’ex azzurra Souad Sbai, dell’ex Ncd Marco Pomarici (ex presidente del consiglio comunale romano con l’amministrazione Alemanno). Più una pletora di ex consiglieri locali provenienti dal centrodestra che fu. Si dice che anche l’ex ministro Mario Landolfi sia della partita. Così come l’ex berluschina Barbara Mannucci.

LE VOCI DI MOFFA E COSIMI PROIETTI

“Il centrodestra come è stato finora è morto. Salvini è l’unica alternativa a Renzi. Non cerco poltrone, sono qui per dare una mano”, sostiene Moffa, già esponente di spicco prima del Msi, poi in An, ed ex sottosegretario al Lavoro. E se un pezzo della destra storica guarda a Salvini e non a Giorgia Meloni, qualcosa vorrà dire. “Fratelli d’Italia ha fallito, più in là del 3 per cento non va. Se Salvini si muove bene, al centro-sud prende una valanga di voti”, osserva Cosimi Proietti. E la Lega secessionista? E la lotta a Roma ladrona? “Sì, magari oggi mi sarei aspettato da Salvini un’abiura della stagione secessionista, ma credo che la Lega sia molto cambiata”, aggiunge Proietti. Mentre il rapporto con Casa Pound non sembra essere un problema. “Ci sono anche loro, ma non li facciamo avvicinare troppo. La battaglia è sui temi comuni”, spiegano i leghisti.

LE RASSICURAZIONI DEL VERTICE LEGHISTA

Certo, il rischio riciclati è alto, si mormora fra i leghisti duri e puri al Nord. “Faremo l’esame a tutti. Non vogliamo gente che ci vuole usare come tram per salvare la poltrona”, afferma Salvini. “Soprattutto vogliamo gente che ci crede e non persone che approdano da noi solo per interesse”, aggiunge Raffaele Volpi.

MIX GRILLO-RENZI

Se la tattica nazionale di Salvini segue il modello Renzi, ovvero andarsi a conquistare la leadership del centrodestra senza aspettare che sia Berlusconi a concederla, sul territorio si segue il modello Grillo: niente sedi o sezioni, le adesioni si raccoglieranno sul web, anche tramite Facebook. Come racconta un giovane barese, anch’egli proveniente dalla destra: “Due settimane fa abbiamo aperto una pagina Facebook su Salvini e siamo sommersi dalle adesioni”. Chi l’avrebbe mai detto che in Puglia gli orfani di Pinuccio Tatarella un giorno si sarebbero voltati verso Salvini…?



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