“Né con la sinistra capeggiata da Matteo Renzi né con la destra populista di Matteo Salvini, i cui slogan vanno oltre la civiltà e il buon senso”. “Avanti con il percorso di aggregazione delle forze moderate attualmente divise ma che aspirano a rappresentare la grande maggioranza dei cittadini”.
(LE FOTO DI UMBERTO PIZZI ALL’ASSEMBLEA UDC)
Per bocca del suo presidente Gianpiero D’Alia, l’Unione di Centro rilancia valori e obiettivi del progetto costruito con il Nuovo Centro-destra.
Nessun “Papa straniero” per l’area moderata
Lo ha fatto ieri coinvolgendo tutti i potenziali compagni di viaggio nella propria Assemblea nazionale, intitolata “Area Popolare. Un paese senza slogan”.
Un percorso che nella formazione centrista di matrice cattolica ha alimentato più di una riserva critica, ma che viene confermato dal segretario Lorenzo Cesa: “Lavoriamo per costruire un programma alternativo al Partito democratico e al mondo rappresentato dalla Lega Nord, il cui leader – lo Tsipras de’ noantri – non governerà mai. Ma la riorganizzazione del campo moderato non può essere affidata a Forza Italia, che deve risolvere molteplici problemi interni. Né può essere realizzata da un nuovo Messia politico”.
Le frontiere dell’Udc
La rivendicazione dei risultati raggiunti con il governo si accompagna a una serie di iniziative ritenute irrinunciabili.
Un regime fiscale che non lascia le briciole alle imprese e riesce a rimuovere l’Imu sugli impianti industriali. Una riforma della Rai che non può avvenire con decreto legge senza confrontarsi in Parlamento. Per cui la privatizzazione di una parte di RaiWay non può tradursi in una metamorfosi del servizio pubblico radiotelevisivo.
Un’attenzione legislativa prioritaria verso la famiglia tradizionale, su cui calibrare la tassazione per rilanciare le nascite e supportare il Welfare sussidiario. Un rilancio dei tagli saggi di spesa pubblica per promuovere lo sviluppo. Un impegno rigoroso per estendere l’applicazione delle preferenze nella legge elettorale.
La voce dei potenziali alleati
Temi che riemergono nei ragionamenti dei rappresentanti delle formazioni invitate all’assemblea.
A partire dal capogruppo di Scelta Civica a Montecitorio Andrea Manziotti de Celsio che tuttavia evidenzia le differenze con Area Popolare sullo scarso coraggio del governo nelle privatizzazioni e nella riforma del pubblico impiego nonché le divergenze su concorrenza e cambiamento delle banche popolari.
Il coordinatore nazionale di Ncd Gaetano Quagliariello parla della “metamorfosi della Lega Nord dall’autonomismo di Umberto Bossi all’estremismo sfascista di Salvini che rende innaturale un centro-destra nell’accezione ampia di un tempo”.
Il parlamentare di Forza Italia Francesco Giro spiega di “sentirsi a casa propria preferendo il richiamo all’esperienza democratico-cristiana rispetto ai rituali dell’ampolla del dio Po”, e ribadisce che Area Popolare è l’interlocutore privilegiato anche in vista del voto locale.
A nome dei Popolari per l’Italia, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi afferma che le forze moderate parteciperanno al governo finché non sarà costruita una proposta credibile che le veda unite in alternativa al Pd.
Scelta fortemente criticata dal leader di Italia Unica Corrado Passera: “Un errore gravissimo farsi coinvolgere in un esecutivo privo di coraggio riformatore e fondato sul partito unico della nazione. La priorità è costruire l’altra gamba della democrazia”. (qui tutte le recenti tensioni fra Passera e gli altri leader moderati), Passera dopo aver criticato di fatto Area Popolare per la collaborazione con Renzi (“Prendersi la responsabilità di tutti gli errori e lasciargli tutti i meriti delle poche cose positive è un errore gravissimo”), ha esortato Ncd e Udc “a fare tutto il possibile per bloccare la riforma costituzionale e quella elettorale che lascerebbero il sistema senza contrappesi”.
(ECCO QUANTO PASSERA E ALFANO SI SONO SBRACCIATI ALL’ASSEMBLEA UDC)
“Risultati storici”
Contestazione cui il presidente del Nuovo Centro-destra Angelino Alfano replica osservando che “grazie all’iniziativa di Area Popolare sono giunte a compimento battaglie storiche del centro-destra italiano: riforma del lavoro, responsabilità civile dei magistrati, bonus di 80 euro mensili per le neo-mamme, annullamento del valore giuridico dei registri comunali delle unioni civili”. E quando Passera era già andato via, Alfano ha detto: “Parlare qui dei futuri benefici di un suo piano, un piano di chi viene dal governo Monti che l’Udc con generosità aveva sostenuto, Udc di cui faceva parte e che ha praticamente fatto scomparire alle elezioni successive…”. E poi su Twitter, nel difendere l’azione del governo, Alfano ha cinguettato: “Ha eliminato più comunisti Renzi in due anni che Berlusconi in venti anni”.
Nessuna apertura alla Lega Nord
Adesso, rimarca il capo del Viminale, è necessario promuovere un nuovo investimento. “Che non può comportare nessuna alleanza con la Lega Nord di Matteo Salvini. La cui ascesa viene vista di buon occhio ed è favorita da chi non vuole l’egemonia dell’area popolare e liberale nel mondo moderato”.
A suo giudizio l’area alternativa alla sinistra e al Pd deve porre paletti e argini ben precisi rispetto alla destra leghista che fa leva sulle paure diffuse per alimentare l’ostilità al Partito popolare europeo, all’Unione Europea, alla valuta unica.
Le prossime sfide di Area Popolare
La realtà popolare e liberale che ha in mente il responsabile dell’Interno “passa attraverso un partito articolato sul territorio con le modalità del porta a porta e dei confronti democratici”.
Capace di mettere in campo nei prossimi mesi 6-7 iniziative per promuovere la famiglia come motore di crescita economica e non in chiave ideologica, favorire la certezza della pena, agevolare la riduzione del prelievo fiscale sulla casa, creare uno Statuto dei lavori, approvare un provvedimento organico contro il terrorismo.