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Scuola, gli sgravi fiscali per le paritarie sono liberali e popolari. Parla il sottosegretario Toccafondi

Alla vigilia dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del “Piano per la Buona scuola”, all’ordine del giorno del cdm del 3 marzo, il confronto tra le forze politiche torna a riscaldarsi su un tema mai risolto: l’effettiva eguaglianza economica tra scuole statali e paritarie, che richiama il tema della libertà di scelta educativa per le famiglie.

All’indomani dell’appello di 44 parlamentari della maggioranza, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini avrebbe approntato un pacchetto di rilevanti sgravi fiscali per le famiglie che iscrivono i propri figli agli istituti paritari elementari e medi. Misura rivendicata dal sottosegretario Gabriele Toccafondi, esponente del Nuovo Centrodestra (Ncd).

Qual è la ragione del provvedimento fiscale?

È un dato di fatto che la scuola italiana, dopo la Legge Berlinguer del 2000, è un mondo unitario che cammina su due gambe: le realtà statali, che comprendono 9 milioni di bambini e ragazzi, e gli istituti paritari, che contano 1 milione di studenti. Visto che siamo in una fase di riforma, è necessario far correre entrambe le gambe, che fanno parte dello stesso corpo. Fornendo un aiuto indiretto alle scuole paritarie, che operano entro regole pubbliche ben precise e non possono essere assimilate ai diplomifici privati.

A quali strumenti avete pensato?

A sgravi fiscali pari al 19 per cento delle rette pagate per far studiare i figli negli istituti educativi non statali. Si tratta di un primo passo verso la parità economica e la libertà di scelta scolastica. Un criterio di sussidiarietà che costituisce una novità nel comparto istruzione del nostro paese. Attualmente le detrazioni tributarie vengono applicate in tanti settori. Non vedo perché non farlo per un servizio pubblico fondamentale.

Ma avete reperito le risorse necessarie per la copertura finanziaria?

Ancora non sono state previste cifre né coperture precise. È possibile adottare un’iniziativa analoga a quella intrapresa nel 2005 dal governo Prodi per gli asili nido. Per cui fu creato un fondo di 30 milioni complessivi e il Ministero dell’Economia calcolò sgravi fiscali pari a un massimo di 120 euro annui. Nessuno chiede la copertura totale delle rette pagate da ogni famiglia italiana per le scuole paritarie. La scelta è esclusivamente politica.

Una parte rilevante del Partito democratico è contraria a misure del genere.

Non bisogna fare prove muscolari sul tema. Perché non si tratta di un conflitto tra Pd e Nuovo Centro-destra. Noi vogliamo utilizzare la ragione verso coloro che comprensibilmente hanno una visione distorta. E ragionare su concetti e elementi reali. La detrazione rappresenta un aiuto concreto alle famiglie, e un allineamento dell’Italia al resto dell’Europa e dell’Occidente nel terreno della libertà educativo. Per cui mi chiedo “Se non ora quando?”

La battaglia per la parità scolastica può costituire un collante del centro-destra che volete costruire?

Spero di sì. Credere nella persona che si unisce creando una famiglia e facendo nascere figli fra mille difficoltà, che costruisce con altri individui associazioni e imprese per il bene di tutti, fa parte del nostro patrimonio culturale. Grazie al quale abbiamo contribuito a portare novità rilevanti nel clima politico riguardante la scuola. A chi ci critica per la nostra partecipazione al governo Renzi rispondo di aspettare un giorno e poi leggere la riforma. Provvedimento che non si limita a stabilizzare i precari, ma valorizza e premia chi ha la vocazione all’insegnamento e avvicina la formazione al lavoro.


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