La minaccia di andarsene da parte di Sandro Bondi ed Emanuela Repetti, per il momento congelata, è il sintomo di un malessere che sta attraversando tutta Forza Italia, dalla truppa presente in Parlamento al territorio. Un malcontento che si è accentuato da quando non c’è più un punto di riferimento vero nel partito, come è stato fino a poco tempo fa Denis Verdini.
Prima era con lui che si parlava, per ogni questione. Era lui che si cercava. Ora invece manca un vero interlocutore. Tutto ciò va a beneficio di Raffaele Fitto. Il quale, se a Roma è sempre fermo a 37 parlamentari, è sul territorio che va incrementando le truppe, o almeno così pare. E la guerra che i berlusconiani gli stanno facendo in ogni regione non fa altro che accrescere le simpatie verso il leader pugliese, si dice tra i Ricostruttori.
L’ultima epurazione è di pochi giorni fa, con il siluramento del coordinatore torinese, Ettore Puglisi, e quello di Verbano, Valter Zanetta, colpevoli di essere suoi fedelissimi. Una mannaia che segue di poco quella registrata a gennaio in Puglia, con il partito locale commissariato da Berlusconi e la nomina di Luigi Vitali come commissario al posto di Francesco Amoruso.
Operazione che ha prodotto risultati catastrofici, con il partito spaccato in due. Perché la Puglia è il regno di Fitto e lì le truppe dell’ex governatore sono in maggioranza. Ma dal Tavoliere si registra un effetto trascinamento in tutto il Sud, perché i “ricostruttori” stanno aumentando consensi anche in Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Soprattutto in Puglia chi sta con Fitto fa un atto di coraggio non da poco, visto che proprio da Vitali è arrivato una sorta di aut aut: “Chi sceglie l’ex governatore non sarà ricandidato”, ha detto alla truppa in partenza per Roma alla manifestazione fittiana di un paio di settimane fa. “Stanno facendo di tutto per farci andare via. Ma il bello è che noi restiamo qui, convinti di avere ragione. E visto l’abisso elettorale in cui sta precipitando il partito, saranno loro a supplicarci di candidarci per portare i voti”, racconta una fonte vicina all’ex governatore.
Intanto sul territorio le truppe si muovono. In Lombardia, per esempio, un grosso lavoro pro-Fitto lo sta facendo il bergamasco Lionello Pagnoncelli. Mentre in Veneto è molto attiva la senatrice Anna Bonfrisco, che la scorsa estate ha condotto una lotta tosta contro le riforme frutto del patto del Nazareno. Ora il patto non c’è più, ma il suo malcontento contro il vertice azzurro non si è placato. Sempre in Veneto al lavoro c’è anche il consigliere regionale Leonardo Padrin.
Scendendo lo stivale, poche cose si muovono in Liguria ed Emilia, mentre in Toscana e Umbria gli spostamenti verso Fitto sono consistenti, sotto la regia di Maurizio Bianconi e del perugino Pietro Laffranco. Nel Lazio la situazione è più in stallo, ma ultimamente dalle parti dei fittiani si è fatto vedere l’ex Udc Luciano Ciocchetti. Mentre in Abruzzo è dato in avvicinamento il deputato ed ex consigliere regionale Fabrizio Di Stefano. “Arrivano molti ex An, meno tra i forzisti di lungo corso. Ma i delusi sono tanti e continuano ad aumentare. Fitto piace perché viene percepito come uno che vuole ricostruire e non distruggere”, dice un Ricostruttore.
La scissione, per ora, è esclusa, ma molto dipenderà dalle Regionali. Se davvero i consiglieri fittiani non saranno ricandidati, a quel punto l’ex governatore si porrà il problema se restare o no nel partito. Ma le trattative sono in corso. Perché a San Lorenzo in Lucina sanno bene che i fittiani, specialmente al Sud, portano voti. E arrivare alla rottura totale non conviene a nessuno. Come ripeteva spesso Denis Verdini, che con Fitto ha sempre mantenuto un canale aperto.
L’ex governatore, intanto, continua il suo tour: oggi sarà in Calabria (dove i “ricostruttori” sono guidati da Pino Galati), sabato a Napoli e domenica a Palermo. Proprio l’8 a Bari ci sarà la presentazione ufficiale del candidato berlusconiano alle Regionali Francesco Schittulli, di certo non un avversario di Fitto, anzi: Schittulli accompagnò l’ex ministro alla Leopolda Blu organizzata a Milano. In sostegno di Schittulli, Fitto ha organizzato una manifestazione per la domenica successiva, che però sta subendo il boicottaggio del commissario azzurro Vitali.
La guerra continua.