Con Matteo Salvini forse, ma solo se cambierà più di qualcosa. Con Giorgia Meloni già “ci siamo ma non basta”. Con Raffaele Fitto qualcuno ci sta parlando, ma in ottica di alleanze future, prima si pensi all’orto di destra.
Prove di rassemblement nella destra italiana con una nuova speaker come Isabella Rauti a mettere i paletti quanto a valori e strategie (“sì al lepenismo di Marie, no al salvinismo in cui annacquare la destra, come fatto dal berlusconismo”). In contemporanea con Maurizio Landini che riunisce la sinistra antagonista, molti ex colonnelli a due passi da piazza del Popolo si ritrovano allo stesso desco per capirsi e capire, questa volta tentando la carta della riunificazione partendo dalla deposizione di armi e vecchi rancori, mentre qualcun’altro tenta di rinfocolare la polemica legata alla Fondazione di An ed ai suoi beni.
UNIONE
Nessuno vuol remare contro Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, è il ragionamento che molti dei presenti, attovagliati con dieci soggetti tra sigle ed associazioni, usano come premessa: lo dimostra il fatto che Isabella Rauti, promotrice della manifestazione, è in Fdi. Ma occorre andare oltre quel contenitore che non sembra poter superare il 4%. La dialettica e gli scambi di opinione non mancheranno, anche in relazione a chi oggi (la Lega) attira molti dei voti della fu An. E come sottolinea a Formiche.net uno degli organizzatori, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, rinviato a giudizio giorni fa per finanziamento illecito e indagato nella inchiesta Mafia Capitale con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, “con Salvini ci sono elementi di contatto come la battaglia sull’Europa (uno dei relatori è stato infatti il prof. Antonio Maria Rinaldi, ndr) ma non ci sarà una subalternità, perché nessuno vuole consegnare la tradizione politica della destra alla Lega”. Le condizioni per riassemblare i cocci del messaggio valoriale di Alleanza Nazionale ci sono tutte, è il leit motiv dei presenti, soprattutto dopo la crisi del Pdl e quella economica a cui, secondo tutti e in polemica con il governativo Alfano, le riforme di Renzi non stanno rispondendo adeguatamente. Un altro bacino di prova sta nel fatto che l’agorà di dibattito, il portale Forumdestra nato dopo la manifestazione all’Adriano dello scorso febbraio, in un mese ha già fatto registrare numeri significativi. Testando il teorema che la destra è radicata nella storia italiana e riunirsi è necessario.
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OSTACOLI
Un percorso, però, irto di ostacoli a cominciare dalla percezione elettorale e da diatribe che ogni due per tre sembrano ricominciare. L’ultima rilevazione di Demos attribuisce a Fdi circa il 4%, ma senza contare che molti dei consensi di destra sono finiti nel 12% di Salvini e soprattutto nella sacca del non voto. Per cui evitare la semina della divisione sembra una montagna altissima da scalare, accanto a quella relativa alla Fondazione. Nel cda che ha preceduto la manifestazione infatti il senatore Maurizio Gasparri (ora in Forza Italia) non ha gradito che la fondazione stessa contribuisse con 4000 euro, per questo ha lasciato il polemica la seduta ma non il cda di cui è membro. Una strategia, secondo alcuni dei presenti, che impedirebbe un “naturale percorso di riunificazione usando la Fondazione come base”. E c’è chi come Oreste Tofani chiede che la Fondazione sia usata proprio per costruire il nuovo soggetto. Il passo successivo quindi è il superamento di vecchie incrostazioni che però, a quanto pare, ancora permangono. Nel frattempo, tra proclami futuristi (“la nuova destra sia a chilometri zero” chiede la Rauti) e promesse di sotterrare l’ascia di guerra (“appoggerò i candidati di Fdi alle regionali” è il ramoscello di ulivo che Francesco Storace porge a Meloni) l’attualità dice che oggi è Salvini l’ago della bilancia che catalizza l’opposizione a Renzi.
(ECCO CHI HA VISTO UMBERTO PIZZI ALL’INIZIATIVA DEI 10 MOVIMENTI DI DESTRA. LE FOTO)
STRATEGIA
La strategia, dopo questa seconda adunata sotto l’egida della coppia Rauti-Alemanno, è la costruzione di un nuovo soggetto politico che parta da ciò che c’è (Fratelli d’Italia) ma che non potrà esimersi dal dialogare con i soggetti nuovi che gravitano nel centrodestra e che ne rappresentano il futuro. Non solo quindi un rapporto in chiave di alleanze con liste civiche di area ed amministratori, ma anche il tentativo come assicura Alemanno a Formiche.net “di cercare interlocuzioni con Flavio Tosi e soprattutto con Raffaele Fitto ed i suoi ricostruttori, ovvero con coloro che hanno voglia di ricostruire un centrodestra unito e in grado di creare un progetto”. E anche se nessuno in sala lo dice apertamente se Salvini e Meloni si candidassero rispettivamente al Comune di Milano e Roma le cose, per la nuova destra, sarebbero un po’ più semplici.
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