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1992 su Sky vista da Myrta Merlino

Conduce dal 2011 il programma televisivo in onda ogni mattina su La7 L’aria che tira. Si trova ogni giorno a raccontare, senza edulcoranti, la nostra Italia, con inchieste di approfondimento e dibattito in uno studio con ospiti che rappresentano lo specchio di questo Paese. Stiamo parlando della giornalista Myrta Merlino che ha fatto dell’approfondimento giornalistico il suo fiore all’occhiello. Sempre ispirati dalla fiction in onda su Sky1992, che martedì prossimo si avvia alla conclusione, abbiamo voluto ascoltare anche la sua testimonianza dopo quella di Marco Damilano e Maria Antonietta CalabròPiù volte Myrta Merlino si è espressa in merito a 1992fiction – e a 1992  anno – interrogandosi e interrogandoci sui cambiamenti avvenuti da quel lontano – ma talvolta pericolosamente vicino – 1992.

In un suo articolo scritto per L’Huffington Post del 26 marzo, parla di come dal 1992 a oggi le cose siano cambiate poco, nonostante l’impegno profuso allora per sconfiggere la corruzione. Secondo lei, cosa avremmo potuto fare per non dilapidare il tesoro conquistato?

Ahimè, quasi ogni giorno durante le dirette de L’aria che tira racconto storie di corruzione, sempre nuove e pure sempre tutte uguali… Scandali piccoli e grandi, microstorie e ruberie gigantesche: ne abbiamo proprio per tutti i gusti! Sì, lo confermo: da Tangentopoli non è cambiato un granché. Anzi, la corruzione si è evoluta, ingegnerizzata, ha conquistato nuove frontiere e pervaso ampi strati della Pubblica amministrazione… E poi l’impressione è che in molti casi sia vero quello che ha detto il professor Flick nel mio studio televisivo: “Prima di Mani Pulite si rubava per fare politica, oggi si fa politica per rubare”. Cosa avremmo potuto fare… Non è facile dirlo. Forse non arrenderci anche psicologicamente alla convinzione che l’Italia è così, è il Paese delle bustarelle. E poi, essere più severi e coscienziosi nel dare il nostro voto. Ecco, la chiave sta anche nella condanna sociale: noi ci indigniamo di fronte agli scandali, ma poi tutto finisce sempre a tarallucci e vino, mentre chi ruba, chi prende tangenti andrebbe messo fuori dalla vita politica e dalla Pa. Anche perché troppe volte abbiamo avuto una triste conferma: la recidiva è sempre in agguato, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Lei parla di italiani fiduciosi nel 1992 e italiani arresi nel 2015. Quando abbiamo gettato le armi?

Pian piano, un passo alla volta. La lunga crisi economica e sociale ci ha piegato anno dopo anno. Non c’è stato un momento preciso, ma le nostre speranze si sono infrante un poco alla volta. Certo, complotto o non complotto, lo spread alle stelle dell’autunno del 2011 e lo spettro del default ‒ l’incubo di fare la fine della Grecia ‒ ci hanno messo addosso una bella paura. E le misure pesantissime varate dal governo Monti, a cominciare dall’Imu sulla prima casa, ci hanno dato una botta sonora. Ma ripeto, il processo che ci ha tolto l’allegria è stato molto lungo e non ha un colore politico.

Nella serie si evince come i pm di Mani Pulite fossero visti come veri e propri eroi. Nella società di oggi, c’è ancora spazio per questo tipo di eroe?

Direi proprio di no. E la strage del Tribunale di Milano che io ho raccontato in diretta la scorsa settimana ne è l’ennesima conferma. I magistrati non sono più degli eroi: sarà colpa loro, sarà colpa della politica, ma ormai è così. E in questa Italia preoccupata e sfiduciata, dilaniata da venti anni di battaglie politiche fatte di contrapposizioni per partito preso, non c’è molto spazio per nuovi miti. Non abbiamo ideali, memorie o ricordi condivisi: se tutto viene messo in discussione, persino la Resistenza, come si possono creare eroi collettivi?

Cosa pensa del mix tra realtà e finzione realizzato nella serie tv di Sky 1992?

A me la serie piace molto. Credo si sia realizzato un giusto equilibrio tra fatti storici, che tutti noi abbiamo vissuto e ricordiamo bene, e storie di fantasia. E poi il prodotto finale è veloce e frizzante, tanto che nella mia famiglia i primi fan che non si perdono una puntata sono i miei figli di 18 anni… Non l’avrei mai immaginato!


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