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Agid, tutti i dossier digitali tra Samaritani e Palazzo Chigi

Il passaggio di testimone all’Agenzia per l’Italia digitale è avvenuto con un tempismo perfetto, anche se lo stesso non può dirsi per l’aggiornamento del sito ufficiale dell’Agid, che non ne dà ancora notizia.

Oggi Alessandra Poggiani terminerà di svolgere l’ordinaria amministrazione alla direzione dell’Agid, giusto in tempo per fare spazio al nuovo arrivato, Antonio Samaritani, nominato dal governo come comunicato dal premier Matteo Renzi nel consiglio dei ministri di ieri.

Facilitato nella selezione dalla scrematura dei curriculum operata dal ministro con delega al digitale, Marianna Madia, e dalla cerchia di consulenti e consiglieri di Palazzo Chigi, Renzi avrebbe optato per il prescelto anche da Madia.

LE SINERGIE CON PALAZZO CHIGI

Direttore dei Sistemi Informativi e Ict della Regione Lombardia con un passato nel mondo della consulenza organizzativa e dei sistemi informativi in società multinazionali (leggi qui la biografia) Samaritani pare possa contare anche sul sostegno di Raffaele Tiscar, vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e già suo collega in Regione Lombardia; entrambi sono considerati non lontani dal mondo di Comunione e Liberazione. E un giudizio favorevole sembra essere arrivato anche dal consulente economico di Renzi, Andrea Guerra.
Elemento di non poco conto visto che il nuovo direttore dell’Agid dovrà dialogare con la presidenza del Consiglio per la realizzazione dei piani governativi della Banda ultralarga e della Strategia digitale del Paese.

L’EREDITA’ DI POGGIANI

Il vademecum lasciato dal direttore uscente, che dopo sette mesi alla guida dell’Agid ha scelto di candidarsi alle regionali del Veneto nella lista della sua compagna di partito, Alessandra Moretti, non è considerato troppo incoraggiante, secondo alcuni osservatori del settore: ci sono tensioni con i sindacati, c’è un’eccessiva stratificazione di norme e competenze, il piano governativo per la banda ultralarga è tutto da realizzare, è arduo assumere nuovo personale, solo per citare alcuni dei motivi che Poggiani ha utilizzato a sostegno delle sue dimissioni in un’intervista a Wired.

I PROGETTI

Ma Madia ha provveduto a instradare Samaritani: il nuovo dg dovrà proseguire sulla falsariga del lavoro precedentemente svolto dalla Poggiani, portando avanti le stesse priorità che furono di Francesco Caio, consulente del governo Letta ai tempi di Ragosa. Dunque fatturazione elettronica, anagrafe unica nazionale e sistema pubblico di identità digitale.

POTERI FRAMMENTATI

L’Agid ha ereditato problemi e competenze dell’Agenzia per l’innovazione, di DigitPa e del Dipartimento per l’innovazione tecnologica: “Troppe voci in campo – ha scritto oggi Carmine Fotina sul Sole 24 Ore – “Anche il nuovo dg potrebbe rischiare di avere margini di manovra risicati, proprio come i predecessori, finendo schiacciato tra interessi e visioni contrapposte. L’assenza di una carica politica, come un sottosegretario ad hoc suggerito da diversi esperti, potrebbe ancora una volta condizionare il lavoro tecnico dell’Agenzia”.

Ma come ricostruito da Formiche.net nelle settimane scorse, il progetto di un nuovo dipartimento ad hoc pare sia già da tempo oggetto di discussione a Palazzo Chigi, dove il consigliere personale del premier, Andrea Guerra, insieme con l’ad di Poste Italiane, Francesco Caio, e dietro i consigli dell’ultra renziano Marco Carrai, starebbero valutando come riorganizzare e ristrutturare enti, agenzie e competenze sul digitale.


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