Questione di comunicazione. Succede dalle parti del Tap (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto che a partire dal 2020 comincerà a consegnare in Europa il prezioso gas dall’Azerbaigian, portando solo in Italia 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno, via Salento. La terra che negli ultimi anni è diventata una sorta di eldorado del turismo e del divertimento si prepara infatti ad accogliere il terminale del Tap, il gasdotto italo-greco pensato per garantire l’approviggionamento energetico all’Italia per i prossimi anni. Fin qui tutto normale. O quasi.
Perchè la costruzione del Tap, per la quale il Governo ha già concesso l’autorizzazione unica propedeutica all’inizio del lavori, previsto per il il 2016, è finito negli ultimi mesi sotto il tiro di una miriade di comitati contrari alla realizzazione del gasdotto, reo di deturpare il paesaggio salentino e far scappare bagnanti e turisti secondo i più accaniti oppositori. Per ampliare il fronte dello scontro, gli oppositori del Tap, tra i quali si annovera di fatto anche l’ex governatore della Puglia Nichi Vendola, hanno tirato in ballo tra gli altri anche la campagna di comunicazione del Tap, curata dall’agenzia Proforma e dando vita così a un confronto-scontro della comunicazione fatta di cifre, confronti e accuse di falsificare la realtà. Comitati e politica locale contro il Tap e la sua comunicazione. E in mezzo, Renzi. Ma cosa c’entra il premier con il botta e risposta tra l’ufficio stampa del Tap e i suoi oppositori?
L’attività di comunicazione svolta da Proforma, che peraltro in passato ha curato alcune campagne elettorali del premier, come di altri leader non solo di sinistra, è stata infatti pubblicamente elogiata dal segretario democrat nell’ultima direzione del Pd, interamente dedicata alla questione meridionale. Un endorsment in piena regola quello arrivato dal Nazareno. “Sul Tap c’è una bellissima campagna di comunicazione che fa vedere le immagini di una spiaggia bellissima del Salento in cui si immagina di portare il Tap e si dice qui vogliono portare un gasdotto. Poi c’è l’immagine di una cala di Ibiza, dove un gasdotto già è stato portato”, ha detto Renzi. In altre parole, gasdotto o no, a Ibiza si continui a fare il bagno e frequentare le spiagge.
E in effetti, lo spot Tap in onda in questi giorni sulle principali televisioni locali parla chiaro. Trenta secondi per comparare la spiaggia di Cala Graciò, a Ibiza, dove un gasdotto è già stato costruito “ma nessuno se ne è accorto” e la spiaggia di San Foca (Lecce), nel comune di Malendugno, dove il Tap invece deve ancora sorgere. Nei primi secondi si vede la spiaggia spagnola luogo del gasdotto affollata di bagnanti e turisti. Un messaggio mirato a tranquillizzare i cittadini spaventati dal gasdotto. Il confronto fotografico tra le due spiagge apparirà anche su alcuni quotidiani locali fino al 30 agosto. Il pubblico elogio di Renzi ha rassicurato i vertici della società Tap, che in una nota, hanno sottolineato come “la campagna di comunicazione di Tap abbia colpito nel segno come dimostrano i complimenti di Renzi e le reazioni degli oppositori, infarcite di cifre sballate e paragoni impropri”. Perché se non è stata una guerra di cifre poco c’è mancato. Per i comitati No Tap il gasdotto pugliese è infatti 25 volte più grande di quello spagnolo. Proporzione puntualmente contestata dall’azienda, così come la diatriba sulla localizzazione del terminale. Sulla spiaggia per gli oppositori, a 8 chilometri dalla sabbia in una zona semideserta per i vertici Tap.
La diatriba – politica e mediatica – molto probabilmente non si esaurirà qui, anche perché sembra essere sempre più forte il pressing di comitati e sindaci sul governatore della Puglia Michele Emiliano, affinché prenda in mano il dossier. Ipotesi concreta, vista la recente uscita del governatore ai microfoni di Radio 24, a giugno, quando ha detto che non si “andrà mai in spiaggia con un tubo sotto il sedere, troveremo altre zone, magari industriali, per il Tap”. La battaglia per il gasdotto continua.
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