Le invasioni di campo non piacciono molto a Giorgio Ambrogioni, dallo scorso giugno alla testa della Cida, la confederazione della dirigenza pubblica e privata. Forse è anche per questo che l’ex numero uno di Federmanager non ha apprezzato l’ultima sparata di Tito Boeri, che dagli schermi televisivi è nuovamente ritornato sul tema pensioni con una sua personale ricetta, invocando l’equità a tutti i costi, a cominciare dal settore pubblico. La mossa del presidente dell’Inps, che non è stata apprezzata nemmeno dall’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano.
Ecco la conversazione di Formiche.net con Ambrogioni.
Presidente, cosa pensa della sortita di Boeri?
E’ dall’inizio del suo mandato che il presidente dell’Inps confonde il suo ruolo con quello della politica. Certo, può benissimo fornire delle indicazioni, ma queste continue esternazioni mettono in difficoltà il governo e il Parlamento. Colpire i dirigenti è un’esasperazione che deve cessare. E’ ora di finirla con la logica del tutti “un po’ più poveri”, casomai è meglio quella del tutti “un po’ più ricchi”.
La Cida si sente in un certo senso chiamata in causa?
Sì, perchè è dal 1998 che le nostre pensioni sono continuamente “tosate”. Noi abbiamo dato, anzi stiamo ancora dando. La ripresa si fa creando nuova ricchezza e rimettendo in moto i consumi, non tagliando del pensioni medio-alte. Ho l’impressione che ci sia un vero e proprio accanimento terapeutico.
Addirittura…
Sì. Io non vorrei che si intervenisse sui pensionati per coprire una spending review molto ridimensionata e un’evasione che rimane ancora drammaticamente alta. D’altronde si colpisce chi non può fuggire, che è la strada più facile. Le do un dato: pur rappresentando una quota dello 0,7%, gli iscritti contribuiscono al totale gettito Irpef con una quota del 14-15%. Dico quindi basta con le criminalizzazioni dei lavoratori in pensione con il sistema retribuito, perchè noi non siamo gli affamatori delle nuove generazioni.
Qual è la pensione media di un ex dirigente da voi rappresentato?
La media delle nostre pensioni è di 38-40.000 euro annui netti.
Le piace la manovra?
Questa manovra non fa una scelta di campo, non ha un’anima. Apprezziamo il taglio dellìimposta sulla prima casa, ma se il governo avesse deciso di tagliare le tasse sul lavoro noi non ci saremmo opposti ugualmente
Un editoriale del Corriere della Sera ha parlato di “partito dei manager”, inteso come il sempre più largo ricorso a manager o ex manager laddove falliscono i politici. E’ d’accordo con tale definizione?
Trovo un bellissimo segnale che i manager possano dare il loro contributo alla politica. Così si riscopre finalmente il valore della società civile. Però non vedo un partito dei manager, io credo nel primato della politica e il fenomeno è ancora molto limitato. Credo che bisogna giudicare un operato sulla base dei risultati, questo è quello che conta. E noi siamo a disposizione per fare la nostra parte.