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Così il governo pensa a militari 007 contro Isis

Torna l’ipotesi di militari 007 contro Isis. Il governo sta infatti vagliando la possibilità che, nel decreto legge missioni discusso ieri alla Camera, possa essere inserita la proposta del senatore del Pd Nicola Latorre (presidente della Commissione Difesa di Palazzo Madama) per dare, alla presidenza del Consiglio. la possibilità di trasformare in agente dei Servizi – temporaneamente e per una missione specifica – chi fa parte dei reparti speciali delle Forze armate.

LE PAROLE DI LATORRE

“In virtù dei drammatici avvenimenti di Parigi – ha spiegato Latorre, che ha inviato una lettera al presidente del gruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato – è necessario rafforzare le misure di sicurezza nel nostro Paese. Per questo, visto che la legge quadro sulle missioni internazionali che il Senato ha già approvato in prima lettura il 15 settembre scorso, avrà tempi verosimilmente più lenti del decreto di proroga delle missioni attualmente all’esame della Camera, ho chiesto al presidente Rosato di inserirvi l’emendamento che riguarda l’utilizzo delle forze speciali da parte dei servizi di intelligence”. “Emendamento – aggiunge il senatore dem – che è stato già approvato dalle commissioni al Senato. Penso sia una risposta doverosa e necessaria rispetto agli ultimi atti di terrorismo”.

LA PROPOSTA

Dopo la strage per le strade della Ville Lumière e in vista del Giubileo, il decreto, che potrebbe essere licenziato in un paio di giorni, aumenta lo stanziamento per alcune missioni, compresa quella anti Isis in Iraq (dove il contingente italiano sarà incrementato ​da 580 a 750 unità), e dà più soldi anche al comparto intelligence (si parla di 20 milioni di euro). Ma la vera novità potrebbe essere questa.

LA RIFLESSIONE DELL’ESECUTIVO

Al momento non è chiaro quale sarà la valutazione dell’esecutivo che, secondo fonti parlamentari, starebbe pensando seriamente all’opportunità politica (e pratica) di accelerare il percorso della proposta, che ora, invece, è contenuta in un emendamento che aggiunge dieci righe all’articolo 18 del disegno di legge sulle missioni internazionali all’estero. Per il momento nessuna porta è chiusa.

COSA PENSANO GLI OO7

Ambienti vicini all’intelligence, come aveva già scritto Formiche.net, sottolineano che tra gli 007 serpeggerebbe qualche perplessità. Ad essere poco chiari sarebbero in particolare alcuni aspetti relativi alla catena di comando, agli obiettivi e alle prerogative degli “agenti a tempo”. In parole povere non si capirebbe se, una volta assegnati ai Servizi e limitatamente alla durata della missione, i militari diranno addio del tutto alla gerarchia a cui facevano riferimento fino ad allora; se perderanno o meno alcuni poteri di cui gli agenti dei Servizi non dispongono (come quello di usare un’arma) e se si dedicheranno solo al lavoro degli 007, cioè raccogliere informazioni, o se i loro compiti si estenderanno ad altro, creando potenziali corto circuiti.

L’OPINIONE DEI MILITARI

Soddisfazione arriverebbe invece da ambienti militari. Come aveva spiegato a questa testata l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Leonardo Tricarico, la proposta del senatore del Pd è benvenuta, perché potrebbe sanare alcune lacune dei nostri Servizi. “Dopo molti anni in cui s’è puntato a una crescita dell’aspetto tecnologico dell’intelligence – grazie a computer, modelli matematici, apparati Sigint (signal intelligence) – oggi questa norma consentirà di ricreare il necessario equilibrio con l’aspetto umano dell’intelligence, la cosiddetta Humint”.

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