Un altro duro colpo contro la leadership dello Stato Islamico. Il portavoce del comando degli Stati Uniti in Iraq, Steven Warren, ha confermato ieri la morte del “ministro delle Finanze” dell’organizzazione terroristica. Si chiamava Muafaq Mustafa Mohamed al Karmush, aka Abu Salah ed era uno dei capi con più esperienza e responsabilità all’interno dell’organigramma di Isis.
STRATEGIA DELL’ALLEANZA
“Questi attacchi sono un esempio di quanto siamo capaci di fare per eliminare le reti estremiste”, ha spiegato il portavoce. “Uccidere Salah e i suoi predecessori riduce il sapere e il talento necessario per coordinare le finanze all’interno dell’organizzazione Isis”, ha detto Warren alla Nbc in collegamento da Baghdad. Salah è il terzo responsabile delle finanze del Califfato ucciso negli ultimi tre mesi.
ALTRI DUE COLPI
Warren ha precisato che Salah è stato ucciso a novembre durante un bombardamento dell’alleanza internazionale a guida americana che combatte Isis. Nell’operazione, svolta nella località di Tal Afar, nel nord dell’Iraq, sono morti anche Abu Waqman al-Tunis, coordinatore del traffico di persone, armi e informazioni dell’Isis, e Abu Mariam, responsabile di estorsioni al fine di ottenere risorse della popolazione civile (qui l’articolo di Formiche.net sul “sistema fiscale” dell’Isis).
VITA E IMPEGNI
Sono stati confermati pochi dettagli della biografia di Salah. Secondo le informazioni diffuse dal Dipartimento del Tesoro americano, l’uomo era nato nel 1973 e aveva cittadinanza irachena. Il Financial Times ha scritto che prima di far parte dello Stato Islamico, Salah era in Al-Qaeda. Il suo percorso all’interno dell’Isis è cominciato con estorsioni nella provincia irachena, ma poi ha fatto carriera fino a diventare capo delle finanze del sedicente Califfato.
IL PATRIMONIO DELL’ISIS
Il segretario della Difesa americano, Ashton Carter, ha riassunto in un’udienza al Senato l’obiettivo della missione militare: “Vogliamo che i leader dell’Isis si domandino, ogni notte, prima di andare a dormire, chi entrerà dalla finestra”.
Una parte fondamentale della strategia per eliminare l’Isis è colpire il cuore economico dell’organizzazione. Questa settimana IHS ha pubblicato un rapporto nel quale calcola che l’organizzazione conta su entrate mensili di 80 milioni di euro. Lo studio spiega le differenza tra Al Qaeda e l’Isis e sottolinea che il Califfato non dipende dalle donazioni di entità straniere, ma si finanzia con il contrabbando del petrolio e le tasse imposte agli abitanti dei territori controllati in Siria e Iraq.
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