Pil, banche, Italicum, riforme, Europa, Merkel. Sono stati alcuni dei temi affrontati nella tradizionale conferenza stampa del presidente del Consiglio. Matteo Renzi ha tirato le somme sull’attività dell’esecutivo durante il 2015. E ha lanciato per il prossimo autunno una scommessa (“craxiana” l’ha definita su Formiche.net il notista politico Francesco Damato): “Se perdo il referendum sulle riforme allora fallita la mia politica”, ha detto. A colpire gli osservatori sono stati in particolare i toni anti Germania per i diversi dossier che contrappongono Roma a Berlino, non solo sulle banche. Il premier ha infatti snocciolato molte delle questioni motivo di attrito: dall’energia (il caso del gasdotto North Stream), alle impronte digitali degli immigrati (chieste dall’Ue all’Italia ma non previste in Germania, ha detto senza mezzi termini Renzi), dallo squilibrio commerciale a favore della Germania che viola i trattati europei, alla ancora scarsa flessibilità nella gestione delle finanze pubbliche.
LE SLIDE
Il premier si è presentato utilizzando, nella sua introduzione, le slide per riassumere il 2015 del suo governo. E ogni slide è, di fatto divisa in due parti: in quella superiore campeggia il fumetto di un gufo con un messaggio di diffidenza o pessimismo; nella parte superiore viene riportato, in diretta corrispondenza all’argomento del gufo, l’obiettivo raggiunto, secondo Renzi, dal suo governo.
PREVISIONI E CONSUNTIVO
“Il 2015 è andato meglio del 2014. È andato meglio delle nostre previsioni nel 2014: lo dice la realtà dei fatti”, ha detto il premier. Il 2015 “è stato un buon anno. Ha visto in alcune delle principali sfide un segno che torna positivo”, ha aggiunto.
ITALIA ED EUROPA
“L’Italia non dichiara la guerra al’Europa: noi chiediamo solo di far rispettare le regole a tutti. Chiediamo rispetto per l’Italia e chiediamo chiarezza”, ha spiegato Renzi sui rapporti del nostro Paese con l’Ue.
Che Bruxelles accolga le richieste italiane sulla flessibilità sulla legge di Stabilità “lo darei per scontato”, perché l’Italia non solo “non chiede sconti”, ma ha rispettato “tutte le regole” e “chiede che le regole Ue siano rispettate da tutti”. E aggiunge: “Rispettiamo tutte le regole e pretendiamo rispetto”.
OCCUPAZIONE E CRESCITA
Ha detto Renzi: “Si diceva che l’Italia era in stagnazione perenne: se guardiamo dati vediamo che il segno più torna a crescere: era previsto lo 0,7% e siamo allo 0,8″. “Il tasso di disoccupazione è ancora molto altro, troppo alto, ma è all’11,5%. Quando ti capita di essere fermato da un ragazzo che ti dice ‘ti ringrazio perché ho un contratto a tempo indeterminato’ ti rendi conto che tante polemiche sul Jobs act hanno visto il 2015 portare un po’ di chiarezza, ci sono più tutele non meno tutele”. Tuttavia, prosegue il premier, “ancora non basta, non sono soddisfatto del risultato”.
IL NODO DELLE RIFORME
“Immaginiamo il referendum nel mese di ottobre 2016”. “Se il 2015 è stato l’anno delle riforme, il 2016 sarà l’anno dei valori”. Renzi ha rimarcato che la legge di stabilità, che in molti criticano come “mance e mancette”, invece “mette denaro” su settori come “scuola università, cultura, servizio civile”. “Se perdo il referendum allora fallita la mia politica”, ha sottolineato il premier.
IL PASSO SULLE UNIONI CIVILI
Quello delle unioni civili è “un tema che va depurato da tensioni di natura politica stretta. È un tema che divide, anche dentro il Pd ci sono molte divisioni, e ce ne sono anche dentro Forza Italia. Ma io dico che dobbiamo portarle a casa, e che il 2016 non può che essere l’anno chiave”.
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