Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Gianfranco Morra apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
Di certo il più bel regalo di Natale agli italiani l’ha fatto Gianroberto Casaleggio. Fra le accuse fatte al M5S c’era quella di non avere idee, né un programma. Grillo, fantasioso artista, non poteva scriverlo. Anche se al Movimento ha dato l’animo, la mossa e la pornolalia. Ora da Casaleggio, divenuto successore del comico ritornato alle scene (quelle vere), ci viene il Manifesto programmatico. Per tanti anni ha agito nell’ombra, oggi esce allo scoperto, con un libro intitolato Veni, vidi, web e pubblicato dalla sua e-book (Adagio, 112 pp., in web euro 3,99, ediz. cartacea euro 7). Vincerà, come Cesare: al “vici” ha sostituito il web, la vera atomica del Duemila.
Nel solco delle utopie classiche, come quelle di Tommaso Moro, Campanella e Orwell, sia pure alla meneghina, ma in chiave di new age (l’introduzione al libretto è di un famoso rapper-guru come Fedez), le proposte avanzate sono a tal punto insolite, che i principali quotidiani ne hanno parlato con umorismo e anche con scherno. Vediamole.
Lo sfondo generale è quello della decrescita felice, di Latouche, Piketty e Massimo Fini: lavorare meno, produrre e consumare poco, divertirsi di più. I fondamenti di questa versione attuale dell’anticapitalismo sono l’ecologia, l’esoterismo, la dieta vegetariana e la fantascienza (tutte scelte di vita che hanno trovato a Milano la maggiore espansione).
I supermercati andranno demoliti, bastano i mercatini rionali, del tutto inutili automobili e taxi, ci sono i mezzi pubblici gratuiti, chiusi tabaccai, macellerie (W i vegetariani) e librerie (basta il web!), proibita la caccia. Ovviamente lo zazzeruto Casalegno vuole eliminare i barbieri. Nelle edicole andranno tolti i quotidiani (venderanno solo fumetti come Tex Willer). Le cariche pubbliche saranno estratte a sorte e di breve durata. I corrotti (in politica e in economia) verranno esposti in gabbia lungo le circonvallazioni o inviati in apposi centri yoga di rieducazione.
Sono soltanto alcune delle proposte avanzate da Casaleggio, tutte scioccanti ed espresse con la certezza di una nuova religione. Un gioco, una provocazione? Ci siamo da tempo abituati. Ma si tratta di qualcosa di più. Gli argomenti e le proposte di Casaleggio sono del tutto consone con quanto leggiamo da anni sul blog di Grillo e con le polemiche portate avanti dagli eletti del M5S negli organi elettivi.
Se capite, le affermazioni paradossali espresse da Casaleggio definiscono assai bene l’animus degli aderenti al M5S, del quale testimoniano la differenza rispetto a tutti gli altri movimenti politici, compresa quella Lega Nord, che nacque a fine secolo con la pretesa di sostituire i partiti, mentre il M5S li vuole abolire. Il confronto può essere fatto solo con movimenti “populisti” nati nel nuovo secolo in più nazioni europee. Tanto che il M5S insiste sulla democrazia diretta (via web). E insieme avanza delle proposte decisamente anti democratiche che esprimono una mentalità decisamente totalitaria, tanto che non mancano somiglianze col Libretto rosso di Mao Tze Tung.
Non deve stupire che gli adepti del M5S, quando sono riusciti a divenir sindaci, abbiano mostrato di non sapercela fare con l’amministrazione, che richiede certo impegno e decisione, ma anche mediazioni, accordi e attese. Lo mostrano gli insuccessi delle giunte comunali grilline di Parma, Livorno e Ragusa, le forti difficoltà di tante altre, fra le quali Civitavecchia, Pomezia, Porto Torres, Gela, Bagheria, Augusta; per non dire dei fattacci “mafiosi” di Quarto di Napoli, dove è dovuta intervenire la magistratura.
In una intervista al “Corsera” dell’altro giorno Casaleggio ha affermato che i grillini sono dovunque ottimi sindaci e che, se ci sono dei pasticci, la responsabilità è delle precedenti amministrazioni. Un vecchio gioco, chiamato “scaricabarile”. Quando invece la causa principale di queste difficoltà è la mancata formazione dei candidati del M5S. Altri partiti li rodano per anni sul territorio e nella routine delle amministrazioni, Il M5S li sceglie col web, con esiti nefasti.
Ora il principale obiettivo del M5S è quello di eleggere il sindaco di Roma, piedestallo per la futura conquista del parlamento. Di fronte a queste ipotesi la lettura del libretto di Gianroberto lascia piuttosto sconcertati. Per mezzo secolo l’Italia è stata funestata da un totalitarismo politico, quello dei comunisti, fortunatamente fermato dalla Dc e dagli Usa. La caduta del comunismo ha costretto i nipotini di Gramsci a fare i conti con la democrazia, anche se pochi compagni ritardati ancora resistono nella casamatta dell’utopia. Oggi il pericolo totalitario si è spostato sulla tecnologia e soprattutto sul web, potente strumento di manipolazione simbolica. Quella dittatura tecnocratica, da tempo prevista da sociologi come Burnham e Bell, Habermas e Meynaud, oggi ha un nuovo nome: webcrazia. Casaleggio n’è il suo profeta.