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Finmeccanica, ecco chi fa la guerra a Hitachi su Ansaldo Sts

E’ battaglia su Ansaldo Sts, la società che opera nei servizi di segnalamento ferroviario e metropolitano e che fino all’anno scorso era controllata al 40% da Finmeccanica. Tutto nasce proprio dal trasferimento di questa quota, che nel 2015 è passata ai giapponesi di Hitachi al prezzo di 9,5 euro per azione. E questo corrispettivo, al netto del dividendo, coincide esattamente con quello che ora Hitachi intende versare agli azionisti di Ansaldo Sts nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (Opa) in corso che, dopo la proroga stabilita da Consob, si chiuderà il 19 febbraio.

MALCONTENTO DEI FONDI

Già dalla scorsa estate, alcuni fondi soci di minoranza hanno mostrato un certo malcontento circa il prezzo dell’Opa pari a 9,5 euro. Il fatto è che a quel prezzo Hitachi da Finmeccanica ha comprato anche Ansaldo Breda, società non quotata in Borsa, specializzata nella costruzione di materiale rotabile e da anni con i conti in affanno. Questi mugugni sono culminati a novembre, con i fondi anglosassoni Amber Capital e Bluebell Partners che hanno presentato due distinte richieste a Consob per la revisione al rialzo del prezzo dell’Opa, basandosi proprio sul fatto che la negatività di Breda non dovrebbe essere fatta pagare anche agli azionisti di Ansaldo Sts.

CHI SONO I FONDI BATTAGLIERI

Vediamo chi si nasconde dietro a questi investitori istituzionali. Amber Capital, fondata da Joseph Oughourlian, è nota per avere combattuto diverse battaglie nel mondo finanziario italiano, come per esempio quella su Impregilo, nell’ambito della quale il fondo si schierò al fianco della famiglia Salini decretando così la sconfitta del gruppo Gavio.

Mario Gerevini, sul Corriere della Sera del settembre del 2012, svelava un collegamento tra l’ingegnere Carlo De Benedetti, editore del Gruppo Espresso, e Amber: “Il fondo più attivo della Borsa Italiana – scriveva Gerevini – ha un Ingegnere nel motore. Amber è stato protagonista nella vicenda Unipol-Fonsai denunciando formalmente i «maneggi» dei Ligresti. Poi è entrato nella partita Impregilo, contesa tra il gruppo Gavio e il gruppo Salini, schierando in modo decisivo il suo 7% a favore di Salini”. Nel frattempo, aggiungeva il quotidiano di via Solferino, “Carlo De Benedetti, senza trombe e senza pubblicità, era entrato nel consiglio di amministrazione di Amber Capital sgr, la capofila italiana che già è in affari con Massimo Caputi, con l’ex amministratore delegato di Acea Andrea Mangoni e con imprenditori e finanzieri veneti targati Compagnia delle Opere, il braccio economico di Comunione e Liberazione. Non si può dire – commentava Gerevini – che l’arrivo dell’Ingegnere abbia determinato le scelte strategiche di Amber ma si può dire che, entrando nel board, le abbia implicitamente condivise”. Da oltre un anno, comunque, De Benedetti non fa più parte del cda di Amber.

E poi c’è la Bluebell guidata da Marco Taricco e Giuseppe Bivona. Quest’ultimo è noto per avere dato battaglia già in Monte dei Paschi, contestando in particolare la classificazione del derivato Alexandria. Proprio lo scorso dicembre, la Consob ha accolto le richieste di Bivona costringendo Mps a riscrivere i bilanci contabilizzando Alexandria come un derivato e non, come avveniva in precedenza, come titolo di Stato.

LA DECISIONE DELLA CONSOB

E la Consob è in parte andata incontro ai fondi battaglieri anche nella vicenda Ansaldo Sts. La Commissione presieduta da Giuseppe Vegas, il 3 febbraio, ha deciso sia di alzare il prezzo dell’Opa, portandolo da 9,5 a 9,899 euro, sia di prorogare la scadenza dell’offerta, dall’11 al 19 febbraio. Alla base della decisione della Consob, la considerazione che, nell’ambito del passaggio delle due Ansaldo da Finmeccanica a Hitachi, Breda sia stata sopravvalutata per 32 milioni. E questo extra prezzo ora va scontato ai soli soci di Sts. La decisione dell’autorità dei mercati ha però fatto scontenti tutti. Sia Hitachi e Finmeccanica, che hanno ribadito la correttezza e la trasparenza del proprio operato, sia i fondi di minoranza, che avevano calcolato un prezzo dell’Opa a loro avviso corretto tra i 14 e i 15 euro. E’ ovvio che questi investitori istituzionali, che sono azionisti, guadagneranno tanto di più quanto più sarà alto il prezzo dell’offerta pubblica.

A complicare il quadro ci si è messa la Procura di Milano, che, sulla base di un esposto presentato dalla Bluebell di Bivona, ha acceso un faro sulla vicenda dell’Opa lanciata da Hitachi su Ansaldo Sts. Il pool del procuratore aggiunto Francesco Greco, in particolare, ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti per aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza.

CHE SUCCEDERÀ ORA

Insomma, un quadro quanto mai complesso e ingarbugliato, che rischia di danneggiare Ansaldo Sts, spesso definita “un gioiellino” per i suoi conti in utile e il suo bilancio in ordine. Hitachi, dal canto suo, dopo averlo ventilato nei giorni precedenti, la sera del 9 febbraio ha annunciato che ricorrerà al Tar contro la decisione della Consob. I giapponesi potrebbero avere deciso di imboccare questa strada anche perché l’Opa sembra in stallo. Dall’inizio dell’offerta al 9 febbraio è infatti stato consegnato appena il 4% delle azioni oggetto dell’Opa.

Ma la vicenda sta assumendo contorni anche politici. Venerdì 5 febbraio, non a caso, è sceso in campo il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che in una nota ha auspicato “che l’investimento di Hitachi in Italia nell’importante settore dell’industria ferroviaria possa concludersi positivamente e nei termini più rapidi possibili”. Sembrerebbe un invito a tutti i soggetti coinvolti a calmare gli animi e ad abbassare i toni.


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