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Cosa propongono i sindacati su Ilva e politiche industriali (alla francese)

“Siamo di fronte ad una intensa ristrutturazione e di assestamento del settore siderurgico che riguarda il livello mondiale e che ha ricadute nell’ambito europeo e nazionale”. Così Rocco Palombella, segretario generale della Uilm ha aperto la conferenza stampa di Fim, Fiom e Uilm sul tema dell’acciaio in cui i sindacati metalmeccanici hanno chiesto “una comune strategia europea sui nodi critici del settore e una nuova politica industriale”. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, e quello nazionale della Fiom, Rosario Rappa. A giudizio del primo, “la questione Ilva va inquadrata in quella del settore e va sostenuta non solo a livello nazionale”; per il secondo “occorre chiedere unitariamente al governo l’attivazione di una vera politica industriale, che passi per la convocazione del tavolo sulla siderurgia al ministero dello Sviluppo economico”. I suddetti critici, che rappresentano una seria ipoteca sulla permanenza del settore siderurgico nel nostro Paese, sono stati riassunti in un documento unitario delle tre organizzazioni sindacali.

LA DOMANDA DI ACCIAIO

Occorre un’organica politica di sostegno verso i principali settori utilizzatori di acciaio. Una politica che incroci l’iniziativa della Commissione europea “CARS 2020” sull’Automotive, stimolando in particolare la domanda di veicoli a combustibile alternativo, nonché l’iniziativa “Costruzioni sostenibili” (come si è cominciato a fare con il recente decreto) per rafforzare l’efficienza energetica e l’efficienza nell’impiego delle risorse e promuovere la riqualificazione degli edifici esistenti. Sarà indispensabile un’iniziativa rivolta anche al settore degli elettrodomestici e ai settori meno tradizionali, ma rilevanti dal versante della qualità delle produzioni richieste: aerospaziale, impianti di energia rinnovabili, off shore, elettromedicale.

MATERIE PRIME

Per un paese povero di materie prime come il nostro, il passaggio che si è registrato dai contratti annui a quelli trimestrali dei prezzi rappresenta un danno enorme; inoltre la minore protezione (rispetto a molti paesi emergenti) della speculazione finanziaria sulle commodities rappresenta un ulteriore aggravamento dei costi e un deficit di competitività. Per questo sarebbe utile avviare la costituzione di un consorzio nazionale, per l’approvvigionamento delle materie prime e del rottame ferroso sull’esempio di altri paesi, come la Francia.

ENERGIA

Il prezzo medio italiano è quasi doppio della media europea e, per un settore energivoro come la siderurgia, questo, che è il costo principale, pone le aziende fuori mercato. I programmi decennali del governo non rappresentano una risposta a queste necessità certamente strutturali, ma che hanno bisogno di risposte di breve periodo.

Bisogna accelerare una vera liberalizzazione del settore e la modifica tecnologica della rete affinché sia finalmente concretizzato il Mercato Unico dell’Energia in Europa. Le rendite di posizione del settore sono pagate da cittadini e in alcuni settori produttivi, come la siderurgia, sono la principale causa della riduzione della base produttiva. E’ quindi necessario definire, dentro la Sen (strategia energetica nazionale), insieme al programmato incremento dell’efficienza energetica e dell’uso delle energie rinnovabili, interventi di riduzione dei costi del gas e avviare i progetti di interconnessione con le reti energetiche transnazionali.

DUMPING

Le misure anti-dumping della Commissione Ue, avviate su sollecitazione anche del tavolo della Siderurgia presso il Mise, sono un passo importante e hanno consentito di riavviare alcune produzioni. Bisogna però andare oltre: va prevista una vera certificazione dei prodotti e delle produzioni, i prodotti devono osservare le stesse specifiche di non nocività, le produzioni devono essere sostenibili e non possono esistere (nella UE) delle vere e proprie zone franche dove si possa produrre e inquinare senza nessun vincolo ambientale.

Queste misure sono ancora di più urgenti poiché i paesi emergenti sostengono fiscalmente e in maniera importante le loro aziende e consentono produzioni che non rispettano nessun genere di sostenibilità (sociale, ambientale, etc.). Come se non bastasse, la politica monetaria (il deprezzamento delle valute) di questi paesi è un fortissimo, ulteriore, incentivo alle esportazioni e una forte barriera alle importazioni.

AMBIENTE

L’acciaio è il materiale più sostenibile e maggiormente riciclabile. Tuttavia la sua produzione ha un fortissimo impatto ambientale che le migliori tecniche e tecnologie disponibili (BATT) rendono assolutamente sostenibile e compatibile. Per questo i vincoli delle AIA (Autorizzazioni integrate ambientali) vanno interpretate con continuità ed è necessario ampliare la costituzione di una “Piattaforma” nazionale per l’eco-innovazione dei processi e dei prodotti dentro un quadro normativo che definisca certezze e sicurezze ambientali, certezze e sicurezze di medio-lungo termine per chi vuole investire in siderurgia sostenibile.

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