I quotidiani italiani non godono di buona salute. A rivelarlo sono i dati Ads sulla diffusione della stampa raccolti sulla base delle dichiarazioni degli editori. Nel 2015, infatti, Corriere della Sera e Repubblica hanno visto un calo nella diffusione totale (cartacea e digitale) rispettivamente dell’8,1% e del 9,7% rispetto al 2014, e un calo nelle vendite del 9,6% e del 10%. Segno positivo, invece, per Il Sole 24 Ore, che nello stesso periodo ha aumentato la sua diffusione del 2,8% e le vendite del 6,5%.
VENDITE (E PERDITE) COMPLESSIVE
Quanto vendono i maggiori quotidiani italiani? Al primo posto nel 2015 si posiziona il Corriere della Sera, con 4.155.767 di copie vendute (cartaceo + digitale), seguito dal Sole 24 Ore con 3.951.776 copie vendute e al terzo post Repubblica con un totale pari a 3.712.264 copie. A seguire, poi, tra i quotidiani selezionati da Formiche.net (Avvenire, Corriere, Fatto Quotidiano, Messaggero, Repubblica, Sole 24 Ore e La Stampa) seguono La Stampa (2.263.076), Il Messaggero (1.569.850), Avvenire (1.302.371) e Il Fatto Quotidiano (581.982).
Le vendite dei quotidiani sono calate sensibilmente rispetto all’anno precedente, il 2014: il Corriere ha perso il 9,6%, Repubblica il 10% fino al picco del Fatto Quotidiano con una perdita di copie vendute di oltre il 12% (e che forse per questo investe anche in altri ambiti). Unici segni positivi per il Sole 24 Ore (+6,5%) e Avvenire (+0,41%).
IL MERCATO DIGITALE
Dominatore incontrastato delle vendite digitali è il quotidiano diretto da Roberto Napoletano. Il Sole nel 2015 ha venduto 2.646.877 copie digitali complessive (copie + vendite multiple + vendite abbinate), quasi tre volte rispetto al secondo in classifica, Il Corriere della Sera con 980.538 copie digitali vendute, e quasi quattro volte rispetto a Repubblica (721.678 copie). Seguono La Stampa (365.717 copie), poi Il Fatto Quotidiano (120.749 copie), Avvenire (91.215) e Il Messaggero (86.829).
Anche nelle copie singole digitali domina Il Sole 24 Ore con 812.762 copie vendute, seguito questa volta da Repubblica (685.230) e dal Corriere (622.538). Il Sole è anche l’unico quotidiano ad aver avuto una parabola crescente nelle vendite digitali, ragione per cui nei dati complessivi di vendita (cartacea e digitale) mantiene il segno positivo. Al calo vertiginoso di vendite tradizionali, dunque, si somma il calo di vendite digitali per i quotidiani più letti.
COSA POTREBBE CAMBIARE
Come sottolineato da Roberto Sommella, non si possono non considerare i dati di accesso a Internet analizzati dal recente studio Newsruption, che ha analizzato gli accessi agli oltre 100 siti d’informazione online che possono essere suddivisi in quattro segmenti definiti sulla base del traffico espresso in numero di visite mensili. Secondo lo studio Newsruption la concentrazione di traffico Internet nel 46,1% dei casi si produce sui primi 5 siti (Repubblica.it, Corriere.it, Gazzetta.it, Ilfattoquotidiano.it, Fanpage.it), attratta da una produzione editoriale pari al 15% del totale delle 100 testate esaminate. Ansa.it si colloca all’ottavo posto dopo LaStampa.it e Ilsole24ore.com.
Per questa ragione, forse, il Corriere della Sera ha deciso di adottare dal 26 gennaio la cosiddetta paywall all’americana, ossia far pagare i propri contenuti online oltre una certa soglia di consultazione (20 articoli al mese). E se la strategia del Corriere, al momento, sembra facilmente aggirabile (accedendo col browser in incognito), il dibattito sui contenuti a pagamento online rimane sempre più aperto, ancor più se si considera il calo delle vendite dei giornali nel loro formato tradizionale (cartaceo o digitale).