Proseguono gli approfondimenti di Formiche.net in vista delle elezioni comunali a Roma. Dopo le analisi dell’economista Gianfranco Polillo sui conti e sullo stato dei servizi della capitale, Formiche.net ha avviato una serie di focus sui principali candidati alle primarie di centrosinistra oltre che sui candidati degli altri partiti (qui ad esempio articoli su Virginia Raggi, Alfio Marchini e Guido Bertolaso). Dopo l’articolo dedicato al programma di Roberto Morassut e gli obiettivi della candidatura di Domenico Rossi, ecco l’approfondimento su Roberto Giachetti. (Redazione)
Un programma vero e proprio non lo ha presentato – e per questo nelle ultime settimane si è preso pure qualche critica – ma Roberto Giachetti è sicuro che il metodo scelto sia il più coerente per chi si candida a guidare una città in crisi come Roma. Nessuna promessa roboante prima di aver ascoltato le persone e toccato con mano gli enormi problemi della città. “Entro domenica avremo percorso più duemila kilometri per farci un’idea chiara su quali siano le principali emergenze ed esigenze del territorio”, rivendicano dal suo comitato elettorale. Solo dopo le primarie – nel caso in cui dovesse vincerle – verranno messi nero su bianco gli impegni programmatici sulla base dei quali chiedere a giugno il voto degli elettori. Prima, però, dovrà vincere la sfida contro Roberto Morassut, nella quale competono anche il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, l’ex Italia Dei Valori Stefano Pedica, il verde Gianfranco Mascia e la giovane ragazza autistica Chiara Ferraro.
I ROMANI, LE TASSE E I SERVIZI
Di regola, dovrebbe funzionare così: più tasse si pagano e più dovrebbero essere efficienti i servizi che i cittadini ottengono “in cambio”. Di regola, appunto, perché a Roma l’equazione può considerarsi completamente ribaltata. Le tasse sono da record mentre i servizi – dai mezzi pubblici alla nettezza urbana fino alla burocrazia pachidermica – sono da città non all’altezza di una capitale europea. Da questo concetto è partito Giachetti: in più di un’occasione il vicepresidente della Camera ha ribadito come il suo obiettivo principale sia restituire ai romani 20 o 30 minuti al giorno, oggi di fatto buttati a causa di un autobus che non passa o di una fila in municipio che non scorre. Riappropriarsi anche in piccola parte del tempo, per dimostrare che Roma può funzionare come qualsiasi altra città.
LA RIFORMA DEI MUNICIPI
Fondamentale in questo senso è la riforma della governance di Roma, che pure Giachetti – come molti osservatori e candidati – invoca. Una modifica dell’assetto istituzionale che porti a valorizzare il ruolo dei municipi, le articolazioni amministrative da cui la città è formata. “Se pretendiamo che si possa conoscere ogni angolo di una città di 1.285 kilometri quadrati (quanto Napoli, Torino, Milano e Palermo messe insieme) stiamo freschi”, ha scritto Giachetti in un volantino che è stato distribuito durante la sua campagna per le primarie. Da qui l’esigenza di trasformare i municipi e renderli “veri e propri comuni” ma con soldi e poteri adeguati, perché altrimenti – avverte Giachetti – sarebbero destinati a rimanere “inutili carrozzoni”.
UN DESIDERIO CHIAMATO TRAM
Visti i tempi lumaca per realizzare le metropolitane – a causa delle ben note inefficienze romane ma anche di un sottosuolo difficile da gestire – Giachetti ha rispolverato la battaglia per la “cura del ferro” a suo tempo ingaggiata da Walter Tocci, storico assessore alla mobilità nelle giunte Rutelli. “A Roma servono i tram, lavoreremo su quelli appena completato l’anello ferroviario”, ha detto il vicepresidente della Camera in una delle tante dichiarazioni dell’ultimo periodo. Una tendenza confermata dal viaggio in incognito di cui lo stesso Giachetti è stato protagonista mercoledì scorso sulla famigerata Roma – Lido, il treno che collega la città ad Ostia, che, secondo Legambiente, sarebbe la peggiore tratta per pendolari d’Italia. Un solo commento alla fine del viaggio, sembra – anche nel suo caso – infernale. “Per la Roma – Lido bisogna procedere a passo di carica”.
LE OPERE INCOMPIUTE
Obiettivo strategico? “Quello di rimettere i piedi per terra, di guardare ai tanti cantieri lasciati a metà, ai bulloni da stringere, ai parchi abbandonati, alle zone dimenticate”. In due parole, il dovere di occuparsi delle opere incompiute, di cui Roma – ovviamente – abbonda. Sono decine quelle censite da Giachetti e dai suoi durante queste settimane: si vai dai parchi lasciati al degrado in attesa di un intervento risolutore, ai parcheggi iniziati ma mai aperti al pubblico – come quello di Boccea da 650 posti – fino alle opere più significative. Un esempio è la Città dello Sport progettata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava, i cui lavori sono iniziati nel 2007 salvo poi bloccarsi per mancanza di fondi. Altro esempio – forse il più famoso – è la Nuvola di Massimiliano Fuksas, il nuovo Centro Congressi di Roma in costruzione nel quartiere dell’Eur. Anche qui il progetto risale al 2007 ma il finale potrebbe essere migliore, visto che mercoledì scorso è stato Matteo Renzi in persona – in visita ai cantieri – ad annunciare l’apertura della struttura nel corso del 2016. Un chiaro segnale, con il quale il Presidente del Consiglio ha voluto ancora una volta ribadire il suo sostegno a Giachetti la cui candidatura alle primarie – com’è noto – è stata fortemente caldeggiata dal premier.
I QUARTIERI PRIMA DI TUTTO
In linea con questo approccio, Giachetti promette poi che – se vincesse – la sua giunta si riunirebbe ogni mese in un diverso quartiere della città. “Roma devi viverla se vuoi capirla. E devi capirla se vuoi governarla”. In questo modo – sostiene ancora Giachetti – il sindaco e i suoi assessori sarebbero sottoposti a “una verifica diretta delle cose fatte e di quelle ancora da fare”. In questa stessa ottica, l’ex capo di gabinetto del Campidoglio propone anche la valorizzazione delle tante realtà sorte in questi anni a Roma per ovviare alle ataviche mancanze dell’amministrazione pubblica. Un sistema nel quale riconoscere un ruolo “ufficiale” alle associazioni e ai comitati di quartiere attivi sul territorio. “Dobbiamo creare una convenzione con loro” spiega Giachetti. Tra le proposte, anche quella di “concedere spazi a canoni agevolati” e di “promuovere sgravi fiscali per chi investe migliorando la città”.