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Stefano Parisi e Beppe Sala, pillole del faccia a faccia al Teatro Parenti di Milano

Da poco sono passate le 17 e il Teatro Parenti di Milano è gremito. Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio, è arbitro del confronto tra Stefano Parisi e Beppe Sala. Da una parte il centrodestra, dall’altra il centrosinistra. Da una parte il candidato che è riuscito a mettere d’accordo Maurizio Lupi e Matteo Salvini, dall’altra il candidato appoggiato dal governo Renzi. Ecco che cosa si è detto ieri nel corso del faccia a faccia organizzato anche da Sergio Scalpelli che ha introdotto l’evento.

PUNZECCHIATURE

I ministri sono tutti impegnati a farti la campagna elettorale, prima o poi anche loro impareranno che cos’è il rispetto elettorale. La prossima volta che vedi Delrio digli di parlare anche con me, glielo dico io che cosa serve per la città metropolitana: che la sua legge venga abrogata”. Così Parisi ha punzecchiato Sala. Ma anche Mister Expo ha lanciato qualche frecciatina: “Non accetterei mai di avere come sponsor Matteo Salvini”. Insomma, il confronto di ieri ha messo in luce le tante, forse tantissime, differenze tra i due (su nove) aspiranti sindaci di Milano. A ritmo serrato e con toni pacati ma pungenti, i due si sono affrontati vis à vis. A unirli solo un lungo e caloroso applauso, omaggio alla memoria di Marco Pannella, leader dei Radicali, mancato giovedì scorso. E la convinzione di poter sedere sulla poltrona più bella di Palazzo Marino, s’intende.

CARTELLI E POST
“Parisi giù le mani dalle bici”, si legge su un cartello esposto all’ingresso del Parenti. Il candidato del centrodestra ha sorriso leggendolo e, una volta presa la parola, ha spiegato: “Nessuno ha intenzione di vietare le biciclette, ho solo detto che per la ‘questione ambientale’ le bici non possono essere l’unica soluzione. Come non lo sono le singole giornate del traffico. Occorre piuttosto prevedere un piano di investimenti e degli incentivi statali che possano portare alla trasformazione delle caldaie presenti nelle case dei milanesi”. Chiusa la prima polemica, Parisi ne ha aperto subito una seconda e ha chiesto a Sala: “Beppe ma come ti è venuto in mente di scrivere ieri su un post che io mi sono rifiutato di fare il confronto?“. Il riferimento e al dibattito del Forum d’Assago fissato (su proposta di Sala) per il prossimo 23 maggio. Qualcuno infatti vocifera che sia stato Parisi a farlo saltare. E se invece l’ex manager di Fastweb avesse chiesto un cambio di data? Ha detto ancora Parisi: “Il tema non è di fairness ma di rispetto per Beppe, della sua intelligenza, onestà. Dopodiché ci differenzia il programma e la coalizione“.

LA SQUADRA (DI GOVERNO)
Ok, pronti via. “Milano è una città modello per l’Italia e questo anche grazie ai cinque anni dell’amministrazione guidata da Giuliano Pisapia. Il centrodestra dice che Milano deve ripartire ma gli indicatori non parlano di collasso”, ha detto Sala. E infatti il centrodestra nella persona di Parisi lo dice, eccome se lo dice, che Milano ha bisogno di ricominciare. “Sì, Milano deve tornare agli antichi splendori: si può fare molto di più per turismo e investimenti”. Poi, la stoccata all’attuale sindaco Pisapia: “Parla già di squadre, pare che sappia già la mia e non gli piace”, ha detto l’ex city manager di Albertini che ha poi aggiunto: “Io so qual è quella di Beppe, è la stessa di Pisapia: ci differenzia anche questo”. La replica di Sala non si è fatta attendere: “Ci differenzia chi sta dietro. Io non accetterei mai di avere come mio principale sponsor politico – perché Salvini è il principale sponsor di Parisi – uno che insulta e dà del servo al presidente della Repubblica. Non riuscirei a guardarmi allo specchio”.

TASSE E IL RAPPORTO CON ROMA
Il discorso poi si sposta sulle tasse. Parisi ha spiegato: “Sotto l’amministrazione Moratti il gettito fiscale era di 590 milioni: Beppe forse vuoi riportarlo a quei livelli, a cui eri abituato?”. E ancora: “Le tasse vanno abbassate a parità di bilancio, ma dovremo prima di tutto abbassare i costi dell’amministrazione”. Come? Lo ha già detto più e più volte, duque semplificando la macchina burocratica e digitalizzando. Sala ha incalzato: “La giunta Pisapia ha aumentato il carico di 200 milioni perché ha finanziato opere straordinarie ed è intervenuta sul debito“. Ha aggiunto: “Lunedì presenterò il mio piano delle tasse”. E Parisi prontamente ha replicato: “Se lunedì presenti il tuo progetto per l’abbassamento delle tasse con la stessa squadra che in questi anni le ha aumentate, non hai credibilità”.

IMMIGRAZIONE
Sul tema immigrazione Parisi vuole delle risposte. “E’ cultura democratica condividere un piano di emergenza in modo che chi vince le elezioni ha la possibilità di gestirlo. Bisogna cambiare completamente passo“. Per Parisi occorre lasciare “l’ipocrisia di dire accoglienza, accoglienza e basta può solo alimentare la paura che invece va sciolta, se no diventiamo come la periferia di Bruxelles o come l’Austria. Bisogna gestirli i problemi e non fare finta di niente“. Sono arrivate (finalmente) anche le spiegazioni di Sala: “Questo è il lavoro del prefetto, tu hai una strana idea di quello che deve fare il sindaco. Non credo che sia corretto che i candidati sindaco chiamino il prefetto“. Per questo quindi ha declinato l’invito di sedersi a un tavolo per condividere un programma da attuare nel vuoto istituzionale che si creerà con le elezioni. Ha detto ancora l’ex Commissario Unico: “Oggi si stanno fermando una cinquantina di migranti al giorno. Io ribadisco che non era una cattiva idea usare il campo base di Expo per accoglierli. Alfano che ci manda qua i migranti, poi dice ‘no al campo base’. Allora dove? Abbiamo a Milano delle istituzioni straordinarie. Io continuo a fidarmi della capacità che hanno queste istituzioni“.

TRASPARENZA
Sulla buona condotta, etica e/o morale, di un primo cittadino, Sala ha risposto così: “Non arriverei mai a dire che un avviso di garanzia è sufficiente perché un sindaco si dimetta. Però, se ruba, anche solo un euro, avviso di garanzia o meno, deve andare a casa”. Prima che cali il sipario, il direttore Cerasa ha incalzato i presenti sulla possibilità di conoscere in anticipo qualche nome altisonante che farà parte della prossima amministrazione comunale, qualunque colore abbia. I due candidati però hanno preferito glissare. E il match si è concluso con una stretta di mano.



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