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Vi spiego io come si rottama Renzi. Parla Mastella

Clemente Mastella è molto indaffarato. Tra una decina di giorni si contenderà la carica di sindaco di Benevento con Raffaele Del Vecchio. A dividerli 169 voti: 33,66 per cento per l’ex ministro, 33,23 per il vicesindaco uscente della giunta di centrosinistra che ha governato la città. “Mi davano terzo e invece sono primo. Una grande soddisfazione, ma la partita è tutta da giocare. Ho prosciugato il voto dei grillini, che sono scesi dal 27 al 12 per cento. Qui la sinistra governa da tanto con un’occupazione violenta del potere, con personaggi anche vicini alla massoneria. Ma 2/3 della città non li vuole più. Confido su di loro”, racconta l’ex diccì. Che nella sua terra si sta prendendo la sua rivincita politica.

La sua ultima uscita era stata la candidatura con Forza Italia alle Europee del 2014, senza essere eletto. Così ha scelto di ripartire dal territorio. Ma una vecchia volpe del Palazzo come lui tiene sempre un occhio puntato su Roma. “Da queste elezioni capisco che la luna di miele tra Matteo Renzi e gli italiani è finita, il rapporto con l’opinione pubblica è saltato. Il Pd ha perso tanti voti, specialmente al Sud, area completamente dimenticata dal governo. Lui è bravo a pattinare sulla superficie mediatica, ma ormai gli italiani si sono accorti che le sue sono solo chiacchiere. Ha sbagliato a parlare di referendum cinque mesi prima, un tema che non c’entra nulla con le amministrative. E se perde a Milano e Torino, due città dove rischia grosso, per lui la situazione si fa seria”, osserva l’ex guardasigilli.

Renzi, secondo Mastella, ha solo un grande vantaggio: il centrodestra è ancora allo sbando e senza un leader. “Altro dato importante è il fallimento dell’opa del lepenismo nostrano di Salvini e Meloni sul centrodestra, una sfida anche generazionale, vista l’età dei due. Berlusconi ha perso molti voti ma ha tenuto. Salvini prende pochi voti a Milano e per nulla al Sud. E senza il Mezzogiorno non può pensare di candidarsi a leader nazionale”. Già, ma che succederà al centrodestra? “Tutti i possibili candidati alla leadership hanno fallito, compreso Alfano. L’unica strada è lavorare per far vincere il no al referendum e poi cercare di costruire una nuova alleanza in vista delle Politiche che, in caso di sconfitta di Renzi a ottobre, saranno anticipate. Un leader non c’è, ma può venir fuori in breve tempo”.

Mastella, dunque, è per il no. “E’ una riforma sconclusionata legata a una legge elettorale che sembra cucita addosso ai Cinque Stelle. Se Renzi ha un minimo di intelligenza politica, dovrebbe modificare l’Italicum con un ritorno del premio alla coalizione, preferenze libere e no al doppio turno. Quella legge l’ha ideata pensando di non avere avversari e invece c’è Grillo. Se non modifica l’Italicum, Renzi è politicamente morto”.

Secondo l’ex ministro, però, il premier arranca soprattutto per i modesti dati economici. “La disoccupazione non cala, al Sud la situazione è disastrosa, il Pil non cresce e ora qualcuno dovrà pure restituire gli 80 euro. E’ per questo che Renzi perde voti. Poi lui sbaglia a caricare tutto su se stesso, compreso il referendum. E’ un’idea dalemian-craxiana della politica – o con me o contro di me – che rischia di farlo andare a sbattere”.

Ai grillini, invece, Mastella guarda con un pizzico di rammarico. “Sono riusciti a fare quello che noi non siamo stati capaci di realizzare con il centro: conquistare uno spazio politico facendo diventare il sistema tripolare. Il terzo polo doveva essere il centro e invece è il Movimento Cinque Stelle”. Altro errore di Renzi, secondo Mastella, è il rapporto con la sinistra Pd. “Loro lo considerano un usurpatore della ditta e gli fanno la guerra, lui risponde colpo su colpo. Ma un leader non deve agire sull’onda delle emozioni momentanee, ma lavorare per unire il partito, non per dividerlo. A questo punto farebbe bene a mettere un segretario che si occupi a tempo pieno del Pd. Il calo di voti dipende anche dal fatto che il suo partito non c’è più”.

I telefoni continuano a trillare, viene continuamente interrotto. “Abbiamo finito?”, chiede. “Ho dimostrato di essere ancora vivo”



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