I motori si sono accesi ma per Atlante 2 la strada è ancora lunga. Il Fondo chiamato ad accollarsi le sofferenze di Mps è appena divenuto operativo, grazie a un sostanzioso apporto di società a partecipazione o a controllo statale, raccogliendo un’adesione pari a 1,7 miliardi di euro. Tali infatti sono le risorse raccolte dal veicolo da diversi soggetti finanziari (come le Generali o Unipol) e istituzionali (tipo Cassa depositi e prestiti e Poste). Eppure la meta dei 3 miliardi di euro indicata dal gestore di Atlante, la sgr Quaestio presieduta dall’economista liberista Alessandro Penati (nella foto), per fine settembre, appare ancora lontana, complice qualche incidente di percorso e qualche adesione prima ventilata ma mai concretizzata.
A CHE PUNTO E’ ATLANTE
Pochi giorni fa Quaestio ha informato il mercato circa l’entrata in operatività del Fondo, gettando così le fondamenta del salvataggio di Montepaschi, il cui piano prevede un aumento di capitale accompagnato da un robusto rastrellamento di sofferenze. “Il Fondo Atlante II ha superato la dimensione minima degli impegni formali prevista dal regolamento per l’avvio dell’attività, raccogliendo ad oggi adesioni per un importo pari a 1,715 miliardi da diverse istituzioni finanziarie italiane”, ha spiegato la sgr in una nota. E’ il primo passo verso il completo smaltimento di oltre 9 miliardi di sofferenze in pancia a Mps. Ma la dotazione fin qui accantonata, non è sufficiente.
OBIETTIVO 3,5 MILIARDI
Raggiunto il primo traguardo, adesso è tempo di guardare al secondo step, previsto entro la fine del mese di settembre. Per quella data le adesioni formali ad Atlante 2 raggiungeranno, salvo intoppi, un importo compreso tra 2,5 e 3 miliardi. Ma non finisce qui. Una volta archiviato il primo round, quello di settembre, l’attività di raccolta proseguirà fino al termine ultimo per la sottoscrizione, fissato per il 31 luglio 2017. Per quella data Atlante 2 dovrebbe arrivare ad avere in pancia 3,5 miliardi.
CHI HA DETTO DI SI’ AD ATLANTE
Nell’elenco dei sottoscrittori di Atlante 2, non ufficialmenti diffuso dalla sgr, figurano tra gli altri la Società per la gestione di attività (Sga), controllata dal ministero dell’Economia, con un investimento di 450 milioni di euro, Cassa depositi e prestiti (controllata all’80% dal Tesoro) con una quota tra 200 e 250 milioni, a seguire le sottoscrizioni di Poste Italiane controllata al 64% dal ministero dell’Economia (200 milioni), Unipol (100 milioni), Generali (200 milioni), Unicredit e Intesa Sanpaolo (300 milioni complessivi).
E CHI NO
Nella gestazione di Atlante non sono poi mancate le defezioni, alcune clamorose. Come quella delle casse previdenziali, che inizialmente avevano mostrato il proprio appoggio all’operazione, stanziando mezzo miliardo di euro, salvo poi fare retromarcia sull’onda delle proteste degli iscritti, che non vedevano di buon occhio l’uso dei propri denari per salvare Mps.
L’ATTESA PER MEDIOBANCA E MEDIOLANUM
Faranno parte di Atlante altri due ospiti eccellenti. Mediobanca e Mediolanum. Che non hanno ancora formalizzato la propria partecipazione, nonostante una dichiarazione di intenti preliminare, soprattutto della prima. Nelle prossime settimane, al rientro dallo stop estivo, saranno convocati i Cda degli altri soggetti che hanno dato una conferma preliminare della partecipazione. Tra questi, per l’appunto, c’è Mediobanca che sarebbe disposta a partecipare con una quota di 40-50 milioni, mentre altri 10 milioni dovrebbero arrivare da Banca Mediolanum.
CACCIA AI FONDI ESTERI
Per evitare brutte sorprese però, lo staff di Atlante si è messo sulle tracce anche di altri possibili finanziatori. Come i grandi fondi internazionali. Nelle scorse settimane sono stati sondati alcuni fondi come Apollo, Lone Star e Fortress, che però avrebbero mostrato freddezza, viste le aspettative di rendimento più elevate di quelle proposte da Atlante, che si attestano al 6%. Il dialogo è aperto anche con fondi di private equity come Warburg Pincus, Atlas, Centerbridge e Baupost, che già avevano dato disponibilità a entrare nel capitale di PopVicenza in cambio della cessione delle sofferenze. Secondo il Sole 24 ore poi, il radar di Atlante sarebbe acceso anche su altri mondi. Una strada porterebbe ai fondi sovrani, che potrebbero essere interessati a mettere anche una fiche nel capitale di Atlante, facendo così anche una piccola scommessa sull’Italia. L’altro sentiero conduce al mondo dei fondi pensione e secondo alcune indicazioni, gli uomini di Atlante potrebbero guardare però anche ai grandi colossi previdenziali internazionali.