Un endorsement in piena regola, il segnale netto di quale sia l’orientamento dell’amministrazione Usa a proposito della riforma della Costituzione Renzi–Boschi. “Il referendum offre l’opportunità di garantire la stabilità del Governo“, ha detto stamattina l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia John Phillips ospite del Centro Studi Americani.
(Chi c’era al Centro Studi Americani a parlare del dopo Brexit. Foto di Umberto Pizzi)
LE CONSEGUENZE DEL NO
La posizione nasce dalla valutazione di quelle che potrebbero essere le ripercussioni derivanti dall’eventuale affermazione dei No al referendum costituzionale. “Sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia“, ha spiegato Phillips. Ma non solo. L’ambasciatore ha aggiunto che le conseguenze negative non colpirebbero solo il nostro Paese ma anche l’economia americana, con la quale da sempre il mercato italiano è strettamente connesso. “Vi assicuro che i Ceo delle nostre aziende stanno osservando questa evoluzione con grande interesse“, ha commentato ancora.
(Chi c’era al Centro Studi Americani a parlare del dopo Brexit. Foto di Umberto Pizzi)
UN VALORE CHIAMATO STABILITA’
Dal discorso di Phillips è emerso quanto sia importante per la presidenza di Barack Obama – e, più in generale, per la Casa Bianca – il tema della stabilità: l’unico strumento in grado di garantire lo sviluppo di politiche interne ed internazionali coerenti e complesse e il consolidamento di relazioni diplomatiche stabili. “La stabilità dei governi è fondamentale“, ha osservato Philipps per il quale non possono certo considerarsi positivi i sessantatré governi in altrettanti anni che si sono alternativi alla guida dell’Italia.
(Chi c’era al Centro Studi Americani a parlare del dopo Brexit. Foto di Umberto Pizzi)
I RAPPORTI TRA RENZI E OBAMA
Corollario quasi inevitabile di queste affermazioni il giudizio che Phillips ha espresso nei confronti dell’operato di Matteo Renzi. “Ha fatto un ottimo lavoro finora. E’ considerato con grande stima da Obama che ne apprezza la leadership“, ha raccontato l’ambasciatore. In tal senso – ha accennato – può anche spiegarsi il perché l’ultima cena di Stato alla Casa Bianca il presidente Usa abbia deciso di organizzarla con il presidente del Consiglio italiano. Si svolgerà il 18 ottobre a Washington a circa 20 giorni di distanza dalle presidenziali di martedì 8 novembre, nelle quali si confronteranno Hillary Clinton e Donald Trump.
(Chi c’era al Centro Studi Americani a parlare del dopo Brexit. Foto di Umberto Pizzi)
LE REAZIONI ALLE FRASI DI PHILLIPS
La presa di posizione di Phillips è stata, però, duramente contestata dalle opposizioni, in particolar modo dal centrodestra. “E’ un’entrata a gamba tesa“, ha commentato il senatore di Forza Italia Altero Matteoli. “Si ricordi che la sovranità appartiene al popolo italiano“, ha scritto in un tweet il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta. All’insegna della polemica più spinta anche le parole del leader della Lega Nord Matteo Salvini: “Il signor ambasciatore Usa, si faccia gli affari suoi e non interferisca, come troppe volte è già accaduto in passato, nelle vicende interne italiane“.
(Chi c’era al Centro Studi Americani a parlare del dopo Brexit. Foto di Umberto Pizzi)