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Ecco numeri e richieste biotech di Farmindustria

Massimo Scaccabarozzi

Stiamo vivendo un Rinascimento della ricerca. L’Italia ha tutte le carte in regola per competere a livello internazionale, ma è necessaria una nuova governance. A dirlo è stato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, nel corso del convegno su “Il farmaco biotech nel rinascimento della ricerca”, organizzato questa mattina a Roma per illustrare i passi in avanti della farmaceutica italiana: “Oggi con i nuovi farmaci un ragazzo di 20 anni con l’Aids ha un’aspettativa di vita di 70, una persona affetta da epatite C può guarire. Convivere con patologie prima considerate invincibili ora è possibile”, ha commentato Scaccabarozzi.

L’evento, moderato dalla giornalista Rai Maria Concetta Mattei, ha visto la partecipazione di Eugenio Aringhieri, presidente del gruppo Biotecnologie di Farmindustria, Filippo Belardelli, vice presidente di Cluster Alisei, Silvano Spinelli, presidente Biovelocita, Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, Marco Iezzi, economista, e Fabrizio Landi, presidente Toscana life sciences.

Le richieste del mondo della ricerca made in Italy? Alleggerire la zavorra della burocrazia per attrarre sempre maggiori investimenti e aiutare le giovani startup, stabilizzando gli incentivi fiscali e indirizzarli in modo adeguato sul settore.

BIOTECH E FARMACEUTICA

Per Scaccabarozzi “il biotech è farmaceutica, e la farmaceutica è biotech”. Il primo dato è dimostrato dal fatto che il 90% degli investimenti R&S biotech è sostenuto dalle imprese del farmaco. Il secondo si deve al fatto che in 5 anni il peso degli investimenti in ricerca e produzione delle imprese del Farmaco biotech sul totale dell’industria farmaceutica è cresciuto di 10 punti percentuali (dal 61% al 71%), mentre gli altri settori dell’economia hanno ridotto i propri investimenti in ricerca e produzione del 15%, le imprese del Farmaco biotech hanno fatto registrare un aumento del 29%, ha spiegato il presidente di Farmindustria durante il convegno.

LE RICHIESTE DI SCACCABAROZZI

La nuova governance immaginata da Scaccabarozzi dovrebbe “valorizzare l’innovazione farmaceutica misurando le terapie in funzione dei risultati in termini di risparmi e spesa evitata, non di quello delle singole prestazioni”.

Tra i fattori che mettono a rischio l’accesso alle nuove cure per i pazienti nei nostri ospedali, rendendo anche meno conveniente investire nel nostro Paese per le multinazionali che puntano soprattutto su ricerca e sviluppo di nuovi farmaci, il presidente di Farmindustria indica il pay back, il meccanismo che dal 2012 impone alle aziende farmaceutiche di farsi carico del 50% dello sfondamento della spesa farmaceutica ospedaliera. “Oggi ci sono aziende che producono farmaci altamente innovativi che si trovano nelle condizioni di dover restituire somme ingenti. Eliminiamo il pay back e investiamo quei soldi per i farmaci innovativi”.

COSA SONO E PER COSA VENGONO USATI

A differenza del farmaco tradizionale, di origine sintetica o estrattiva, in molti casi somministrabile per qualsiasi via, il farmaco biotecnologico, in genere di natura proteica, si utilizza per vie diverse dall’assorbimento intestinale. Sono 202 i prodotti biotecnologici già disponibili in Italia per il trattamento dei pazienti, frutto della ricerca di 28 aziende.
Sono 11 le aree terapeutiche in cui sono già state individuate e rese disponibili soluzioni per il trattamento dei malati. A partire dall’ambito delle malattie infettive (89 prodotti) per arrivare a quello che interessa l’apparato muscolo scheletrico (1). 71 dei prodotti biotech ad oggi in commercio sono vaccini che, insieme alle proteine ricombinanti, rappresentano circa il 57% di tutti i prodotti biotech disponibili.
Gli altri farmaci biotech vengono utilizzati in una pluralità di aree terapeutiche eterogenee e trattano patologie differenti.

I RISULTATI

Secondo i numeri pubblicati sul rapporto sul rapporto sulle biotecnologie nel settore farmaceutico in Italia 2016, presentato oggi e realizzato da Farmindustria in collaborazione con Ernst & Young, i farmaci biotech hanno permesso ad oltre 350 milioni di pazienti di migliorare la loro qualità di vita. Nei primi anni novanta mediamente solo il 46% dei pazienti riusciva a sopravvivere 5 anni dalla diagnosi di un tumore. Oggi ci riescono il 57% degli uomini e il 63% delle donne.

I NUMERI DEL FARMACO BIOTECH

211 aziende grandi, medie, piccole e micro, 7.912 milioni di euro di fatturato, 623 milioni di euro di investimenti in R&S, e 3.816 addetti in R&S biotech, sono i numeri delle imprese del settore del Farmaco biotech in Italia.  Il 92% degli addetti in R&S biotech ha un titolo di studio che a partire dalla laurea arriva fino al dottorato di ricerca/PhD o all’Mba.

DOVE

Le 276 strutture tra impianti di produzione, centri di ricerca, sedi legali e amministrative sono distribuite in 18 differenti Regioni. Anche quest’anno la Lombardia si conferma il principale polo italiano del settore del Farmaco biotech con 10 centri di ricerca, 17 impianti di produzione e 68 tra sedi legali e amministrative. Lazio e Toscana rappresentano, subito dopo la Lombardia, le principali sedi rispettivamente della produzione (12 impianti) e della ricerca (8 centri).

LE POTENZIALITÀ

Sono  12 aree terapeutiche in cui è attualmente presente almeno un progetto, per un totale di 324 progetti. La maggior parte di essi riguarda il ramo dell’oncologia (46), segue la neurologia (44), le malattie infettive (35), infiammazione e malattie autoimmuni (24), malattie metaboliche, epatiche ed endocrine (16) muscolo-scheletrico  (12), cardiovascolare ed ematologia( 7) respiratorio (6),  dermatologia (4) gastrointestinale (3), oculistica (1) e urologia (1). I primi risultati per i pazienti arriveranno probabilmente in ambito oculistico (67% circa dei progetti in Fase III), respiratorio (57%) e cardiovascolare ed ematologia (50%).



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