L’Editorial board del Washington Post ha dato il suo endorsement a Hillary Clinton, la candidata democratica alle presidenziali americane. L’editoriale uscito sul WaPo ha un attacco significativo, quasi potrebbe essere lo slogan di questa campagna Usa2016: “Nella penombra e nella bruttezza di questa stagione politica, una verità incoraggiante è spesso trascurata: c’è un candidato ben qualificato e ben preparato sulla scheda elettorale. Hillary Clinton ha il potenziale per essere un eccellente presidente degli Stati Uniti, e noi la sosteniamo senza esitazione”.
GLI ALTRI ENDORSEMENT
Il Washington Post è stato l’ultimo giornale importante in America a rendere pubblico il proprio appoggio, prima era toccato al New York Times, al Los Angeles Times, al San Francisco Cronicle, al New York Daily News e a molti altri: è una tradizione del giornalismo americano (e anglosassone), che si permette un’esposizione aperta sui candidati di un’elezione o su altri temi importanti attraverso articoli firmati dai consigli editoriali, facendosi forte della garanzia di terzietà nel caso i fatti dovessero smentire le loro opinioni. Di tutti i principali giornali statunitensi, soltanto uno ha dato sostegno a Trump, il National Enquirer, uno storico tabloid. Come visto già nel caso del Nyt, anche il WaPo ci ha tenuto a sottolineare che il sostegno a Hillary non è conseguenza complementare del fatto che ha “un avversario terribile”, ma arriva perché la democratica è “resiliente, propositiva, intelligente”: “Ci rendiamo conto che molti americani hanno diffidenza e antipatia per la signora Clinton, ma [questi] sentimenti negativi riflettono anche l’amara partigianeria dell’odierna politica nazionale”.
LA PESSIMA GIORNATA DI TRUMP
Nello stesso giorno in cui il giornale diretto da Martin Baron e di proprietà del fondatore di Amazon Jeff Bezos ha fornito il proprio appoggio alla corsa di Hillary, il suo sfidante, il repubblicano Donald Trump, veniva investito da vari casi a sfondo sessista. In successione, e nel giro di meno di ventiquattro ore, il New York Times ha raccontato le storie di due donne che dicono di essere state molestate da Trump; un’altra, una giornalista, ha confessato a People di essere stata molestata anche lei dal candidato repubblicano; un’altra ancora dice che una volta Trump le ha toccato il sedere, e BuzzFeed ha messo insieme le testimonianze di alcune modelle che sostengono che il magnate americano si aggirava nei camerini di Miss Usa con attenzioni particolari su ragazze, anche minorenni. “Penombra e bruttezza”, scrive non a caso il WaPo. Trump ha smentito ogni genere di coinvolgimento, ma sembra una linea difensiva debole, visto che è molto probabile che questo smottamento parta dal video, pubblicato proprio grazie a un lettera di posta elettronica anonima arrivata al giornalista David Fahrenthold del Washington Post, in cui il repubblicano si vantava di poter molestare le donne visto che lui è un Vip e per questo “ti fanno fare quello che vuoi” (era il 2005, e Trump era già Trump).
I SONDAGGI
Se quel video ha guidato lo sdegno di molti politici repubblicani, che hanno tolto l’appoggio al candidato del loro partito – “It’s enough!”, aveva scritto su Facebook l’ex segretario di Stato Condoleeza Rice – ancora i sondaggi non lo danno per perdente matematico, perché in realtà l’elettorato più vicino a Trump sta tenendo duro, e poi dall’altra parte Hillary non raccoglie completamente il consenso perché trova negli elettori un vuoto di fiducia. Attenzione, però: il sito di Nate Silver, sondaggista che predisse la vittoria di Barack Obama, sta cominciando a mettere la pulce nell’orecchio sul fatto che le rilevazioni stiano sottostimando Clinton.