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Cosa hanno detto Abete, Boccia e Panucci ai giornalisti del Sole 24 Ore diretto da Napoletano

Vincenzo Boccia

Pezzo ridicolo. Articolo sdraiato su Boccia e Napoletano. Formiche abetiane.

Questo il tenore di alcuni messaggi e messaggini giunti a Formiche.net dopo che il sito aveva scritto un pezzo così titolato: “Come e perché Boccia ha confermato Napoletano alla guida del Sole 24 Ore”.

Pezzo ridicolo?

Con il collega Andrea Picardi abbiamo avuto la ventura di parlare con alcuni colleghi del gruppo editoriale di proprietà di Confindustria che – sotto anonimato – ci hanno fornito informazioni e indiscrezioni su quello che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e il direttore generale della stessa confederazione, Marcella Panucci, avevano detto ai rappresentati dei giornalisti delle testate del gruppo Sole 24 Ore.

Formiche abetiane?

Ossia filo Luigi Abete? Questo perché, secondo i criticoni, nel pezzo “incriminato” si dava conto – grazie a quanto ci è stato riferito sempre da giornalisti del gruppo – di ciò che nel corso degli incontri con i comitati di redazione aveva detto anche il vicepresidente del gruppo Sole 24 Ore, Luigi Abete. Bah. Forse i criticoni non hanno avuto il tempo di leggere tutti gli articoli che Formiche.net ha dedicato al tema, fra cui quello (sulla base di documenti contabili e finanziari pubblici) titolato “Sole 24 Ore, ecco come Del Torchio critica le gestioni precedenti” e quello sugli esposti presentati dal giornalista/azionista del Sole 24 Ore, Nicola Borzi.

Articolo sdraiato su Boccia e Napoletano? Come dire: vi siete inventati un pezzo pro Boccia e Napoletano. Poffarbacco

Si è allora cercato di avere anche comunicati interni dei comitati di redazione delle testate di proprietà del gruppo Sole 24 Ore. Così ci siamo imbattuti in uno – che avranno ricevuto, a naso, tutti i giornalisti del Sole – che (parola più, parola meno) corrisponde a quanto Formiche.net aveva scritto.

Chi ha tempo e voglia può confrontare il pezzo “incriminato” con il comunicato del cdr di Radiocor-Plus. Eccolo:

Per prima cosa Abete ci ha fatto una panoramica sui conti del gruppo, sottolineando che la situazione non è così negativa come è stata dipinta. Abete ha parlato di “giudizio critico” sul bilancio, ma “evitando di dare una lettura secondo la quale saremmo a rischio default”. “Questo è un problema che non esiste – ha aggiunto – perché l’azienda ha linee di credito adeguate e c’è la disponibilità dell’azionista per un intervento sul capitale adeguato”.  “Siamo sereni che il piano andrà in porto”, ha proseguito, notando che ora verrà data “grande attenzione alla rapidità del piano di risanamento”. Ha ribadito che il piano sarà “strong” e, a differenza dei precedenti, “meno diluito nel tempo”. Abete ha notato che il precedente piano aveva portato sì risultati “ma troppo lentamente” e ha ammesso che “il precedente percorso è stato probabilmente troppo enfatizzato” in termini di comunicazione.

Abete ha poi reso noto di aver fatto mettere agli atti del Cda la sua indisponibilità a fare nel prossimo futuro il presidente del gruppo (“Al massimo ne riparliamo tra 10 anni”, ha chiarito). A questo punto è intervenuta Panucci aggiungendo che Abete “non vuole comprare Radiocor”. Posizione poi confermata dallo stesso Abete, che ha escluso ogni interesse sul dossier e ha spiegato di aver detto lui stesso “no” in passato, da presidente di Confindustria, alla vendita di Radiocor, perché convinto della sua importanza per il Sole (“Non dovete convincere me”, ha detto rivolto a noi).

A questo punto siamo intervenuti noi, presentando la posizione illustrata nel documento che vi alleghiamo (e che abbiamo consegnato a tutti i presenti al termine dell’incontro). In sostanza, abbiamo ribadito la convinzione che Radiocor Plus possa avere un ruolo importante nel Gruppo 24 Ore, sottolineando la multimedialità del nostro lavoro e la nostra integrazione con altre realtà del gruppo. Al proposito è intervenuto Boccia, notando che la stessa posizione gli era già stata presentata dal Direttore Roberto Napoletano, che aveva evidenziato proprio la “trasversalità” della redazione di Radiocor Plus e la conseguente impossibilità di considerarla come una cosa a sé stante.

Boccia ha poi notato che, tanto lui quanto Robiglio e Abete, sono uomini di editoria e quindi sanno “non confondere i contenuti con gli strumenti” del lavoro editoriale (tradotto: sanno che il cuore del lavoro sono i contenuti e non i mezzi attraverso cui vengono veicolati, facendo di fatto nuovamente riferimento alla trasversalità del nostro lavoro) e sono coscienti inoltre che “i giornalisti sono la sala macchine di una casa editrice”. Boccia ha quindi ripercorso le vicende delle ultime settimane e ha illustrato i prossimi passaggi: entro mercoledì Confindustria deve presentare la lista di candidati per il Cda e attende per martedì la disponibilità dell’amministratore delegato Gabriele Del Torchio a far parte della compagine. “Lo sceglie lui e ce lo dirà lui”, ha chiarito, notando che se non se la sentirà “troveremo un altro a.d.”. Boccia ha poi ribadito che il suo mandato come presidente di Confindustria è che il Sole 24 Ore rimanga l’asset dell’associazione e in quest’ottica ha escluso ogni ipotesi di intervento di nuovi azionisti privati né tantomeno di concorrenti. Confindustria intende quindi rimanere in ogni caso azionista di maggioranza. Boccia infine ha ribadito che il gruppo “non è in stato prefallimentare e non ha problemi di liquidità” (tra l’altro ha riferito che le banche creditrici hanno già riposto positivamente alla richiesta di standstill sul debito).

Boccia ha poi ribadito più volte la fiducia al Direttore, sottolineando di averla comunicata anche al Cda. “Il Direttore per noi va bene”, sono state le sue parole.

Boccia infine ha ribadito che il piano industriale sarà messo a punto entro novembre e che l’obiettivo è di “far tornare grande Il Sole 24 Ore”, che è “l’orgoglio dell’industria italiana” e “un asset importante non solo per Confindustria, ma per l’intero Paese”.


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