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Terremoto, come e perché le magnitudo possono cambiare

6,6 o 6,5? Qual è stata la vera magnitudo del sisma del 30 ottobre? Ecco come e perché ci sono stati alcuni dati ballerini sul terremoto che ha sconvolto il Centro Italia.

I MOTIVI DELLA DISCREPANZA

Sono due le ragioni per cui sulla magnitudo dei terremoti i dati non sempre concordano: la prima ragione è che nei primi due minuti vengono registrati i dati provvisori dai sismografi che vengono trasmessi alla Protezione Civile per gli eventuali interventi. La seconda è che esistono due scale di misurazione, la scala Richter e quella “magnitudo momento”, usata soprattutto dagli istituti americani, che misura in genere dati di qualche punto superiore rispetto alla Richter. A spiegare le variazioni sui dati è Andrea Billi, ricercatore del Cnr-Igag, che in una conversazione con Formiche.net spiega come si misurano i terremoti.

LE PRIME MOSSE E POI LE CONFERME

“Dopo i primi due minuti di rilevazioni automatiche, le informazioni vengono trasmesse alla Protezione civile, con il dato provvisorio della magnitudo. Che sia preciso o meno non è fondamentale in questa prima fase, perché serve a rendere più tempestiva ed efficiente, eventualmente, l’attivazione dei soccorsi”. Ci può essere, nelle ore successive, una “correzione al ribasso o al rialzo”, spiega Billi, ma la rilevazione automatica è molto importante nell’immediato.

DUE DIVERSE SCALE DI RILEVAZIONE

La seconda ragione per cui i dati possono differire tra loro, spiega ancora il ricercatore del Cnr, è che vengono usate diverse scale di misurazione dai diversi istituti che si occupano di terremoti e dissesti. In Italia, spiega Billi, viene usata la scala Richter, mentre negli Stati Uniti, ad esempio, viene usata la scala “magnitudo momento”, con valori tendenzialmente più alti della scala Richter. Per questa ragione, dunque, il terremoto del 30 ottobre è stato inizialmente classificato da 6.6 gradi – come comunicato da Usgs – e poi a 6.5 – con i dati della scala Richter dell’Ingv.

PUBBLICAZIONE DEI DATI

C’è sempre un margine di incertezza nel calcolo della magnitudo dei terremoti, per questo Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non pubblica subito i dati registrati dai sismografi. L’istituto americano Usgs (United States Geological Survey), invece, pubblica i dati sulla magnitudo istantaneamente, ed è anche per questo che si creano discrepanze tra le cifre riportate dai media.

IL TERREMOTO DEL 30 OTTOBRE

Le prime informazioni ufficiali sul terremoto che domenica mattina alle 7.40 ha colpito il centro Italia sono state diffuse, appunto, dall’istituto americano Usgs in cui si segnalava una magnitudo di 6.6 gradi Richter con epicentro a 6 chilometri a nord di Norcia. Carlo Meletti, responsabile del Centro di pericolosità sismica dell’Ingv, conferma quanto detto da Billi a Formiche.net: su Repubblica si legge che nel calcolo della magnitudo esistono “metodi leggermente diversi. Noi per esempio abbiamo in genere 0.1 o 0.2 punti in meno degli americani dell’istituto Usgs”. E infatti il dato sul terremoto a nord di Norcia, dopo la diffusione del dato dei 6.6 gradi, è stato “aggiustato” dall’Ingv a 6.5.

IL DATO FANTASMA 7.1

A un certo punto, però, si era diffusa la notizia che il terremoto fosse stato di magnitudo 7.1. Chi ha diffuso questo dato? “Non so – risponde Meletti -, io ricevo gli allarmi dell’Usgs via mail e il dato che ho ricevuto è 6.6”. Ma su twitter si può rintracciare un tweet dell’agenzia Reuters che riportava, alle 08:02, “Quake measuring 7.1 magnitude strikes central Italy”, basandosi sui dati diffusi, appunto, dall’istituto americano, poi corretti a 6.6.

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