Il cerchio lo ha praticamente chiuso il patron di Libero – e ora anche del Tempo – Giampaolo Angelucci: intervistato da Prima Comunicazione, il figlio del parlamentare di Forza Italia ha risposto senza mezzi termini alla domanda sul referendum costituzionale in programma il prossimo 4 dicembre: “Voterò sicuramente Sì“. Un ulteriore tassello nella querelle che da mesi vede protagonisti anche l’attuale direttore di Libero Vittorio Feltri e il suo predecessore Maurizio Belpietro. Che nel frattempo ha fondato un altro quotidiano: La Verità.
IL REFERENDUM DELLA DISCORDIA
Motivo del contendere il referendum costituzionale e, più in generale, l’atteggiamento da tenere nei confronti di Matteo Renzi e del suo governo. Quando, a maggio scorso, Belpietro firmò il suo ultimo editoriale da direttore di Libero ribadì il suo netto No alla riforma firmata da Maria Elena Boschi. Una presa di posizione coerente con la linea tenuta dal giornale sotto la sua direzione, ma – hanno malignato in molti – non particolarmente gradita al suo editore. Che qualche mese dopo – nell’intervista rilasciata a Prima Comunicazione – ha annunciato il suo Sì. Giampaolo Angelucci, però, ha categoricamente smentito di averne mai discusso con Belpietro: “Non abbiamo mai parlato di questo argomento“.
LA VERITA’ DI BELPIETRO
Non che Belpietro abbia mai apertamente dichiarato il contrario, ma certo – nel suo editoriale di esordio su La Verità – qualche sassolino se l’era pur tolto. “Può un presidente del Consiglio incarognirsi a tal punto per le critiche e le notizie pubblicate da pretendere la testa del direttore del giornale che quelle critiche ha stampato?”, si era chiesto Belpietro. Che poi – senza citare espressamente Angelucci – aveva proseguito: “Del resto una classe imprenditoriale debole e in cerca di aiuti di Stato si piega volentieri di fronte a una classe politica arrogante e prepotente”.
LA VERITA’ DI ANGELUCCI
Giudizio distante da quello che Giampaolo Angelucci ha riservato, su Prima Comunicazione, a Renzi e al referendum. “Prima di tutto è giovane e poi è anche una persona intraprendente e mi pare anche molto determinata. Magari, questo sì, dovrebbe potenziare la schiera dei suoi collaboratori“, ha dichiarato Angelucci a proposito del presidente del Consiglio. Altrettanto chiara anche la sua valutazione sulla consultazione referendaria: “Voterò sì perché sono 40 anni che sento parlare della necessità di una riforma. Bloccarla sarebbe un errore. Così si va avanti, si comincia a cambiare“.
FELTRI E IL REFERENDUM
L’opinione di Angelucci appare, invece, molto più simile a quella del suo attuale direttore Vittorio Feltri che – già da tempo e a più riprese – ha confermato di voler votare Sì al referendum pur non essendone un supporter entusiasta: “Siamo convinti che sia meglio una riforma zoppa e criticabile che il nulla, ossia il vecchio sistema fallito“, aveva scritto in un articolo d’inizio agosto Feltri. Idee poi ribadite in più di un’occasione, come in questa intervista rilasciata a Tiscali News a fine ottobre: “Non accetto che mi si metta addosso una maglietta: sono di destra e resto a destra, del resto il gruppo di Pera, un centinaio di parlamentari, voterà per il Sì. Per quanto mi riguarda, avrei preferito la totale abolizione del Senato, però è sempre meglio un Senato ridotto piuttosto che un bicameralismo perfetto come è stato fino a oggi“.
FELTRI E ANGELUCCI
Parole che probabilmente avranno fatto piacere ad Angelucci. Che però – anche in maniera un po’ stizzita – ha affermato di non aver mai neppure toccato l’argomento con Feltri: “Con lui non ne ho mai parlato né intendo porgli questioni del genere. Chiaro? Feltri gioca questa partita come gli pare. Feltri è Feltri, un uomo libero, libero, libero fino in fondo“. Che di un giornale che si chiama Libero è tornato ad essere – non senza polemiche – il direttore.