Andiamo avanti con l’analisi sul programma del Movimento 5 stelle sull’energia abbozzato da Beppe Grillo (qui la prima parte dell’approfondimento). “Abbiamo ormai il concetto di energia, ne parlavo 25 anni fa.” Mi pareva avesse detto 30. “Dicevo che le case – anche quando le spegni – consumano energia. Siamo scemi? Facciamo centrali nucleari per mantenere accese delle cose spente, i led dei nostri registratori, video e televisori, le nostre spie nelle case. Tutto acceso. Abbiamo una centrale nucleare in Europa che serve a dare energia alle nostre utenze spente. Avremo il futuro delle fibre ottiche che collegheranno i nostri elettrodomestici, tutte le nostre utenze collegate col WiFi, quindi avremo il riscaldamento, avremo il raffreddamento, avremo la lavanderia, avremo tutte le utenze di casa collegate, quindi toglieremo i picchi, l’energia, la potenza impegnata, paghiamo energia che non consumiamo.” Grillo comincia lamentandosi dello spreco di energia connesso con il mantenimento in stand by degli elettrodomestici. Sacrosanto ma un po’ datato: già dal 1992 la Environmental Protection Agency americana ha creato il programma Energy Star per ridurre drasticamente il consumo degli elettrodomestici in stand by. La maggior parte dei moderni elettrodomestici che si hanno in casa presenta questo marchio. Anche i caricabatteria switch che alimentano i nostri dispositivi mobili sono da diversi anni quasi completamente inerti una volta completata la carica. Per verificarlo potete sentire che sono caldi solo quando stanno caricando. Poi, dopo essersi lamentati dello spreco dovuto allo stand by, si propone come soluzione una “smart” grid (le virgolette sono mie) che funziona tenendo tutto… in stand by.
Grillo ignora la differenza fra capacità e picco di una rete di distribuzione dell’energia. L’energia che viene sprecata durante lo stand by da tutti gli apparecchi collegati alla rete è un peccato sprecarla, certo, ma è trascurabile rispetto all’energia necessaria per fare funzionare a pieno carico quegli stessi apparecchi. Una grid è veramente smart se è in grado di spegnere utenze non indispensabili se in quel momento altre utenze più prioritarie richiedono più energia, per tornare ad alimentare le utenze secondarie quando la rete è più scarica. Ricordiamo però che in questo modo si spianano i picchi ma non si altera il consumo totale. Allo stesso modo, una grid è veramente smart se è in grado di selezionare fra le fonti di energia da cui è alimentata privilegiando quelle più economiche e meno impattanti per l’ambiente e utilizzando le altre solo nei momenti in cui è indispensabile consumare di più.
“Siamo veramente al Paleolitico ancora. Per fare una casa oggi la fai in maniera che fa energia e non la consuma.” Ottima idea. Purtroppo una casa che produce energia ora richiede un investimento tecnologico tale da renderne il prezzo di acquisto semplicemente spaventoso. Per questo c’è bisogno di investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Ma ne parleremo più avanti.
“Non hai bisogno di fare centrali a carbone, centrali a turbogas. Si importa gas, si fanno gasdotti che arrivano dal Turkmenistan e passano sotto gli ulivi millenari della Puglia, il paradiso terrestre mondiale, per arrivare a Brindisi e poi dare il gas in Austria.” Se fosse passata la riforma costituzionale, allora sarebbe stato possibile creare e fare rispettare un piano energetico nazionale organico. Ma ora rimarremo alla paralisi anche su questo: il piano per trasformare il Mezzogiorno nel crocevia per le fonti di energia di tutta l’Europa meridionale è bloccato dall’opposizione della regione Puglia all’abbattimento di 124 piante di ulivo. Così il gas non arriverà dal TAP in Puglia ma dal raddoppio del Nord Stream a Grefiswald e noi italiani lo importeremo dalla Germania.
Grillo confonde l’energia con la sola energia elettrica e lascia intendere che il gas venga utilizzato principalmente per produrre elettricità. Anche questo è falso: meno del 30% del gas consumato nel nostro Paese viene impiegato in centrali termoelettriche per produrre elettricità, il 30% viene usato dall’industria e il restante 40% arriva nelle case per scaldare e cucinare.
(Seconda parte di un’analisi sul programma energetico proposto da Beppe Grillo, che si può leggere qui. Qui la prima parte dell’analisi)