Un Silvio Berlusconi in grande spolvero, solo poco leggermente invecchiato, quello che arriva alla presentazione del libro di Bruno Vespa – C’eravamo tanto amati – nel pomeriggio pre natalizio romano. L’ex premier ha già parlato parecchio: il giorno prima al Quirinale, durante lo scambio di auguri con le alte cariche dello Stato, e nel primo pomeriggio, incontrando i suoi parlamentari. Ma ha ancora voglia di esternare da Vespa, sollecitato dalle domande di Virman Cusenza e Antonio Polito.
Ad accoglierlo il solito bel mondo capitolino con simpatie forziste. Unico, Berlusconi, a mettere insieme una platea che spazia da Marisela Federici, con veletta nera, ad Antonio Zequila, “er mutanda”. In mezzo l’onnipresente Roberto Gasparotti, Sestino Giacomoni, Laura Ravetto, Micaela Biancofiore e Andrea Ruggieri (nipote di Vespa). Ma s’intravedono anche Maurizio Gasparri, Stefania Craxi e Antonio Martusciello.
Pubblico anziano, ma si sa, l’età dell’ex Cav è quella che è, difficile convogliare teen ager. “È dal 1994 che lei non manca a una mia presentazione”, dice Bruno, mentre Umberto Pizzi immortala le facce in prima fila. Il titolo d’antan del libro contribuisce all’atmosfera gozzaniana dell’evento. Berlusconi, però, sa di essere di nuovo in campo, come oppositore responsabile del governo Gentiloni, con l’obbiettivo di arrivare a fine legislatura con una legge elettorale benedetta da Mattarella. L’ex Cav lo sa e sorride compiaciuto. Anche lui si è messo sulla riva del fiume e il cadavere di Renzi è in procinto di passare.
Tutti, però, vogliono sapere di Vivendi. “Bollorè ci ha teso una trappola, il suo è un ricatto al limite dell’estorsione. Sembrava interessato a Premium, poi ha mandato tutta all’aria allo scopo di far scendere le azioni Mediaset per rastrellarle sul mercato. Ora speriamo nella collaborazione degli altri azionisti, perché noi possiamo acquistare solo il 5% di azioni l’anno. Ma non ci può essere Mediaset senza la famiglia Berlusconi”, dice l’ex premier.
Poi si concede un po’ di cazzeggio, con Vespa. “Ma lei non sta dicendo niente del suo libro, che è molto bello. Allora tocca a me spingerlo, visto che sono anche il suo editore (Mondadori, ndr)”, sghignazza Berlusconi. L’atmosfera è rilassata e la platea ride. Lui, il vecchio leone, si sente di nuovo protagonista, consapevole che la vittoria del No e le dimissioni di Renzi gli hanno restituito un palcoscenico che sembrava perso. E così ancora una volta siamo qui a raccontare l’ennesimo ritorno di Berlusconi.
Ma veniamo alla politica. “Faremo opposizione responsabile. Il presidente Mattarella – che ha iniziato il settennato nel migliore dei modi, a differenza del suo predecessore – può essere il garante di una collaborazione tra Fi e Gentiloni”. Berlusconi l’ha ripetuto chiaramente in queste ore: niente elezioni, perché prima, come detto dal capo dello Stato, occorre una leggere elettorale diversa da quella attuale e uguale per Camera e Senato. “Il Mattarellum andava bene in un sistema bipolare, con il tripolarismo non funziona più”, osserva il leader di Forza Italia. Che, come il presidente della Repubblica, auspica che questo governo arrivi alla fine della legislatura. “A Mattarella ha chiesto la grazia per Dell’Utri?”, chiedono i cronisti. “No, e nemmeno per me”, la risposta.
Nonostante non abbia contribuito alla sua elezione, con questo presidente si può dialogare, non come con Napolitano, che l’ex Cav accusa apertamente di “aver effettuato un golpe quando nel 2011 mi ha costretto alle dimissioni secondo un piano in cui hanno avuto un ruolo Giulio Tremonti e qualche potenza straniera”, mentre Gentiloni “è persona leale e perbene”, uno di cui potersi fidare, non come quel cattivone di Renzi.
Appunto, e Renzi? “Ha lasciato solo macerie. Tutte le sue riforme sono state bocciate: dal referendum, dal consiglio di Stato e dall’economia che non cresce. La tv dice sempre la verità e le sue troppe apparizioni televisive hanno mostrato la sua antipatia e la sua arroganza”, punge l’ex Cav.
Infine una chicca: “Mario Draghi potrebbe essere un ottimo prossimo premier”. E una svolta a sinistra e anche un po’ grillina: “Sono favorevole al reddito di cittadinanza. In Italia i poveri sono aumentati e bisogna fare qualcosa”.