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Elio Lannutti, Marco Travaglio e l’Oracolo di Montenero su Virginia Raggi e Raffaele Marra

Virginia Raggi e Marco Travaglio

C’è una figura dai contorni quasi mitologici che in questi giorni ha fatto spesso capolino sulla bacheca Facebook di Elio Lannutti. Il fondatore dell’associazione dei consumatori Adusbef – oggi grande estimatore di Beppe Grillo (qui una sua recente intervista rilasciata a Formiche.net) e in passato senatore dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro – la definisce l’Oracolo di Montenero. Tre i post fortemente polemici che Lannutti – sovente presente sul blog di Grillo e autore di denunce ed esposti su Mps e Sole 24 Ore amplificati dai Cinque Stelle – gli ha dedicato nelle ultime ore, sempre con un collegamento alla vicenda di Raffaele Marra, che ha fatto tremare la poltrona di sindaco di Virginia Raggi.

LA FIGURA MISTERIOSA

Ma chi è questo personaggio dai contorni misteriosi che Lannutti volutamente non menziona mai in modo aperto? Per capirlo non si può che partire dal contenuto dei suoi interventi via Facebook. Ecco il primo: “Marra e la sua cricca, sempre difesi dall’Oracolo di Montenero“. Al di sotto del quale il presidente Adusbef ha postato questo articolo pubblicato da Next Quotidiano, dal titolo “Cosa dicevano Marco Travaglio e il Fatto su Raffaele Marra“. Un concetto simile Lannutti lo aveva espresso poche ore prima con un altro post: “Marra & Romeo, i pupilli dell’Oracolo di Montenero. Prima o poi sapremo perché“. Con il quale aveva anche condiviso sulla sua bacheca Fb le parole di un’attivista pentastellata sul trattamento riservato dal direttore del Fatto Quotidiano ai fedelissimi di Raggi. Infine – tra un endorsement e l’altro a favore di Grillo – l’ultimo post sulla questione: “Marra: l’Oracolo di Montenero dovrebbe spiegare decine di editoriali a difesa del faccendiere“, con il rinvio a questo articolo di Dagospia, dal titolo “le intercettazioni in cui Romeo e Marra parlano di Travaglio: ha fatto un buon lavoro“.

GLI INDIZI DI LANNUTTI

Ma chi è l’Oracolo misterioso?“, chiede su Facebook una donna di nome Simonetta. In tanti pongono la stessa domanda a Lannutti, che però lascia correre, limitandosi a rispondere: “Non ci vuole molto per capirlo“. Il presidente di Adusbef interviene solo quando Daniele gli chiede se si riferisca a Di Pietro, nato proprio a Montenero di Bisaccia. “Non è certo Di Pietro”, replica l’ex senatore Idv. “Allora è Travaglio?“, chiede sempre Daniele. Nessuna risposta da parte di Lannutti, che però qualche indizio si è divertito a lasciarlo. E non si tratta soltanto degli articoli postati su Facebook a corredo dei suoi commenti. A un certo punto – tra una richiesta di chiarimento e l’altra – è lo stesso Lannutti a riprendere la parola: “Ecco cosa ha fatto l’Oracolo di Montenero. Come dice giustamente Clementina Forleo“. Ma chi è Clementina Forleo? E perché Lannutti l’ha citata nel bel mezzo di un post dedicato ai problemi romani del MoVimento 5 Stelle? Si tratta di un giudice italiano al centro di un’intricata vicenda nata dalla sua indagine sulla scalata ad Unipol. Un riferimento – quello del presidente di Adsubef – quantomeno criptico.

I GIORNALI, IL FATTO E VIRGINIA RAGGI

Tornando ai fatti di Roma, è da registrare come in questi mesi buona parte della stampa abbia duramente attaccato Virginia Raggi, salvo qualche eccezione. La principale è rappresentata da Marco Travaglio che l’ha difesa a spada tratta o, comunque, accusata molto meno di quanto non abbiano fatto quasi tutti gli osservatori, politici e non. Un orientamento – quello del direttore del Fatto – ben diverso da quello di altre due prestigiose firme del suo giornale, Peter Gomez e Antonio Padellaro. Il primo ha chiesto direttamente a Raggi di dimettersi, mentre il secondo l’ha fortemente criticata dopo la vicenda Marra, come emerge in questa ricostruzione di Giovanni Bucchi per Formiche.net. Nella quale viene anche ricordata la presa di posizione dello stesso Travaglio a difesa di Marra, datata 17 settembre 2016. Ecco cosa aveva scritto in quell’articolo il direttore del Fatto Quotidiano: “Raffaele Marra, ex finanziere plurilaureato, è un dirigente pubblico passato dal ministero dell’Agricoltura all’Unire, dal Comune alla Regione, dalla Rai di nuovo al Comune. Ha collaborato con le giunte Alemanno e Polverini, come pure con Zingaretti e di Marino, almeno finché non lo cacciavano, il che avveniva regolarmente perché troppo “giacobino” (parola di Alemanno), cioè perché denunciava un sacco di porcherie in Procura. Appena la Raggi l’ha chiamato come vicecapo di gabinetto, è diventato il paria, l’appestato, l’uomo nero. Per smorzare la tensione, la sindaca l’ha spostato al Personale. Invano: Marra continua a occupare ogni giorno una o due pagine dei giornaloni“.


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