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Europa, tutti gli appuntamenti elettorali più importanti nel 2017

Finiti i festeggiamenti per il nuovo anno, il mondo ha davanti a sé un anno pieno di sfide politiche che avranno un effetto diretto sui mercati finanziari e l’economia internazionale nel 2017. Resta ancora da capire cosa succederà effettivamente dopo il 20 gennaio, giorno dell’insediamento del nuovo presidente americano, Donald Trump, e quando entrerà in vigore l’articolo 50 per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europa. Ma al di là di questi fatti, già previsti come conseguenza delle elezioni presidenziale negli Stati Uniti e del referendum per la Brexit nel 2016, l’anno nuovo ha in calendario una serie di rilevanti appuntamenti elettorali in Europa.

FRANCIA E LO SCONTRO LE PEN- FILLON 

Tra gli appuntamenti elettorali più importanti del 2017 ci sono le elezioni in Francia. Il primo turno è il 23 aprile, il secondo turno il 7 maggio. I mercati temono una possibile vittoria – o comunque, il guadagno di più seggi in Parlamento – del partito Front National di Marine Le Pen. Come è accaduto negli Stati Uniti con Donald Trump, i sondaggi le danno finora il 30 per cento dei voti. A contrastare Le Pen potrebbe esserci François Fillon, candidato dei Repubblicani (qui il commento di Pierre Oliver Beffy sulla politica economica del programma di Fillon). L’ex primo ministro ha un programma liberal-nazionalista e a tratti anti-europeo, ma meno radicale rispetto a quello di Le Pen.

GERMANIA E L’ALTERNATIVA PETRY

Quattro mesi dopo le attenzioni si sposteranno in Germania. Il panorama è molto simile a quello francese: dal voto probabilmente ne uscirà un Parlamento molto frammentato, diviso tra le correnti che sostengono le politiche dell’Unione europea e quelle che sono contro l’Eurozona. Ancora non è prevista una data per le elezioni, ma probabilmente saranno domenica 27 agosto 2017. I mercati trepidano per l’ascesa al potere del partito Alternativa per la Germania, guidato da Frauke Petry, (qui l’articolo di Formiche.net), sostenitore dell’uscita dall’Eurozona. Ma sono anche altri a desiderare la poltrona di Angela Merkel: l’amico-nemico Horst Seehofer; il vice-cancelliere dell’Economia, Sigmar Gabriel. e l’ex presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz (qui l’articolo di Formiche.net).

OLANDA E L’EFFETTO DOMINO

Il 15 marzo ci saranno anche elezioni in Olanda. La rilevanza è minore rispetto alla Francia e la Germania, ma il risultato elettorale olandese attira le attese degli osservatori. L’antieuropeo Partito della Libertà (PVV), guidato da Geert Wilders,  è in testa nei sondaggi. Una delle bandiere principali del programma elettorale è lo svolgimento di un referendum per l’uscita dall’Olanda dall’Unione europea. Analisti e consulenti finanziari sono preoccupati dall’esito della consultazione, che potrebbe scatenare un effetto domino con referendum simili in Finlandia, Danimarca e Austria. In Austria, il Partito della Libertà di Heinz-Christian Strache sta portando avanti la stessa richiesta dell’Olanda per allontanarsi da Bruxelles.

SPAGNA E ITALIA, ELEZIONI IN VISTA?

Non sono in programma, ma non si può scartare la possibilità che spagnoli e italiani debbano tornare al voto nel 2017. In Spagna, gli accordi in Parlamento tra il Partito Popolare, Ciudadanos e l’astensione dei socialisti sono molto fragili, mentre in Italia è un’incognita quanto durerà il governo di Paolo Gentiloni.

IL RISCHIO POLITICO SULL’ECONOMIA

L’unica certezza è che il cosiddetto “rischio politico” sarà la variabile più importante per i mercati nel 2017. E che il futuro dell’Unione europea è strettamente legato ad alcuni di questi appuntamenti elettorali. Secondo un report di Martin Currie, filiale del gestore internazionali Legg Mason, le elezioni sulle quali è più alta la tensione quest’anno saranno in Francia, con una probabile vittoria del Front National di Marine Le Pen.

Uno studio di Ronald F. Inglehartand e Pippa Norris pubblicato dalla Harvard Kennedy School (qui il pdf) spiega che “il voto di protesta è una reazione culturale contro i valori progressisti”. Secondo gli studiosi, il discorso pubblico è cambiato, soprattutto sui social network. Ed oggi è normale potere parlare di supremazia bianca o fare commenti razzisti.

LA SFIDA DELL’IMMIGRAZIONE E I VALORI EUROPEI

In questo senso, l’esempio degli Usa è illuminante: un’analisi di YouGov dimostra che gli elettori che hanno votato per Donald Trump appoggiano valori come il rispetto dell’autorità. Davanti all’emergenza dell’immigrazione, in Europa potrebbe replicarsi il voto Trump e Brexit. Per Guntram B. Wolff, direttore del  think tank Bruegel, “tutti i Paesi che avranno elezioni questo anno condividono un interesse comune: evitare l’immigrazione senza controllo. Per l’Europa è fondamentale rafforzare il controllo nelle frontiere e i servizi di intelligence e anti-terrorismo. Ma è altrettanto importante che Europa rimanga fedele ai suoi valori e protegga a chi legalmente merita questa protezione”.

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