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Taxi, Flixbus e Uber. Tutte le discordie del Milleproroghe

Più che milleproroghe le mille e una discordia verrebbe da dire. Il decreto omnibus, quello cioè con quale chiudere (o rinviare) le questioni sospese, sta creando non pochi vespai dentro e fuori parlamento, associazioni, cooperative e persino startup. Che succede?

LO SGAMBETTO A FLIXBUS

Il primo focolaio acceso dal Milleproroghe riguarda Flixbus, startup tedesca fondata nel 2011, che propone viaggi in pullman a prezzi accessibili a tutti (è possibile viaggiare in Italia a partire da 1 euro e visitare una città europea a partire da 5 euro, tante le tratte a 2 euro). Un emendamento di poche righe presentato da quattro senatori del gruppo Conservatori e Riformisti (CoR) rischia di rendere illegali le attività svolte da Flixbus. La norma prevede infatti che le autorizzazioni sulle tratte interregionali possano essere concesse solo a raggruppamenti di imprese guidati da “operatori economici la cui attività principale è il trasporto di passeggeri su strada”. Un tecnicismo, che però taglierebbe fuori dal mercato italiano Flixbus, che è innanzitutto, in realtà, una piattaforma online, e che dunque non rientrerebbe nei parametri fissati dall’emendamento.

LA DIFESA DELL’AZIENDA

“E’ un blitz in piena regola. Un atto gravissimo che, caso unico in Europa, prova a cambiare in corsa le regole del gioco. In un anno abbiamo collegato 120 città italiane e fatto viaggiare oltre 3 milioni di persone“, ha tuonato dalle colonne del Fatto Quotidiano Andrea Incondi, amministratore delegato di Flixbus Italia. Contro la norma anti-flixbus anche il deputato CoR Daniele Capezzone che sul suo blog ha annunciato l’intenzione di presentare alla Camera una modifica alla norma approvata al Senato. A esultare è invece l’Anav, l’associazione nazionale autotrasporto viaggiatori associata a Confindustria, che col suo presidente Giuseppe Vinella da mesi contesta la legittimità dell’operato di Flixbus. “Governo e parlamento hanno manifestato la giusta sensibilità rispetto a un tema così importante, con garanzia di una più ampia qualità, efficacia e sicurezza del trasporto con autobus mediante mandatari certi e visibili”.

RELATORE ALL’ATTACCO

Lo stop a Flixbus ha scatenato naturalmente le ire del relatore del Milleproroghe alla Camera e presidente della commissione Affari Costituzionali, Andrea Mazziotti, dei Civici e Innovatori. “Esprimo la mia netta contrarietà alla gravissima forzatura anticoncorrenziale inserita al Senato nel settore degli autobus low-cost, definita anti-Flixbus. Chiederò al governo in aula di fare un passo indietro su quanto approvato già nei prossimi provvedimenti, a partire dal ddl concorrenza”. Secondo Mazziotti è evidente lo scopo del blitz contro la startup tedesca. “E’ evidente l’intenzione di fermare un modello di business che può costituire un’alternativa valida e concorrenziale nel settore dei trasporti, come già succede in altri 20 Paesi europei”. Sarà difficile tuttavia sopprimere la norma, perchè il decreto è in scadenza (28 febbraio). Dunque occorrerà agire con il primo provvedimento utile. “Con norme anticoncorrenziali di questo tipo facciamo davvero una brutta figura con gli altri Paesi in cui questo tipo di restrizioni non esistono. Chiedo anche al ministro Delrio di intervenire per risolvere la questione”

L’ETERNA QUESTIONE UBER

E che dire di Uber, la piattaforma online di autisti, odiata all’inverosimile dai taxisti di mezza Europa, che più volte hanno paralizzato decine di metropoli in segno di protesta verso quella che viene definita una concorrenza sleale. Il governo, come raccontato più volte da Formiche.net, sarebbe dovuto intervenire quasi due anni fa con la Legge sulla Concorrenza, peraltro ancora impantanata al Senato, salvo poi, complici le sommosse di piazza, fare marcia indietro e rimandare tutto a un decreto legislativo del Ministero dei Trasporti. Il quale avrebbe dovuto emanare proprio in queste settimane l’agognato testo, contenente norme stringenti contro Uber e anche Ncc.

IL BLITZ DEL PD CHE HA SCATENATO I TASSISTI

E invece, un emendamento a firma Linda Lanzillotta infilato all’ultimo del Milleproroghe, ha posticipato il termine della stretta a fine 2017, scatenando le ire delle cooperative di tassisti italiani (nonostante si tratti di una norma transitoria, solo un rinvio) che proprio oggi incontreranno il ministro dei Trasporti Graziano Delrio (nel frattempo la disposizione contestata è stata congelata) Il fatto è che con Uber il semplice conducente o l’Ncc di turno non ha più un bacino d’utenza limitato a chi già lo conosce o reperisce i suoi contatti tramite amici, o il suo sito internet. Soprattutto, l’autovettura diventa visibile ai clienti potenziali che si trovano nelle vicinanze. Il che vorrà dire che loro hanno tempi d’attesa ridotti, ma anche che il conducente può ridurre i tempi morti fra una corsa e l’altra e migliorare la resa delle sue ore di lavoro.

LE ALTRE MISURE. ANAS, RFI E TERREMOTO

Poi però ci sono una miriade di altre misure contenute nel maxi provvedimento. Sul fronte dei trasporti per esempio, saltano i limiti alle assunzioni e alla spending review in Anas, mentre viene prorogato fino al 30 settembre 2017 del contratto di programma 2012-2014 con Rfi, in attesa dell’approvazione del nuovo. Misure anche per i terremotati: via libera all’emendamento del Pd che assicura per un ulteriore anno e fino a dicembre 2018 i contratti dei lavoratori precari del comune dell’Aquila e dei comuni del cratere. Il decreto conferma anche il differimento del pagamento dei mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti, accesi dai Comuni colpiti dal sisma del 2012.

PENSIONI E FISCO

Per quanto riguarda i fronti delle pensioni e del fisco, per le prime la proroga al 2018 dell’adeguamento delle pensioni volto a compensare l’inflazione evita che dal prossimo mese di aprile scatti la decurtazione prevista dello 0,1% sugli assegni previdenziali. In estrema sintesi, c’è uno 0,1% di inflazione 2014-2015 ancora da recuperare sulle pensioni: l’adeguamento avrebbe dovuto scattare nel 2016 ma, in considerazione dell’inflazione piatta, è stato rinviato per evitare un abbassamento degli assegni e dunque nuovamente rinviato di un anno. Per quanto riguarda gli aspetti fiscali, viene prorogata di un anno la durata del mandato dei delegati nei consigli di rappresentanza militare e la finestra dei concorsi pubblici per coprire le vacanze di organico dei dirigenti delle Agenzie fiscali. Allungata infine di 15 giorni la trasmissione delle dichiarazioni Ires e Irap, da trasmettere entro il 16 ottobre. Tra gli emendamenti approvati, c’è poi l’ok a due soli invii all’anno delle fatture Iva durante i primi dodici mesi di applicazione dello spesometro, il primo entro il 16 settembre 2017 e il secondo entro febbraio 2018. Restano invece le 4 scadenze annuali per le liquidazioni Iva.

EDITORIA E LAVORO

Rimandata anche l’applicazione della legge sull’editoria per quanto riguarda il contributo alle imprese e le regole di calcolo. Il contributo pubblico massimo liquidabile non può eccedere il 50 per cento dell’ammontare complessivo dei ricavi riferiti alla testata. Sul lavoro, via libera all’emendamento per la proroga della Dis-Coll, cioè l’indennità di disoccupazione per i Collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co), mentre si conferma lo stop del mini aumento delle pensioni anche nel 2017.

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