Perché io cattolica, dunque pro-vita, non contesto la mossa della Regione Lazio sui medici non obiettori da assumere all’ospedale San Camillo di Roma. È questa la posizione di Elena Centemero, deputata di Forza Italia e presidente della Commissione Eguaglianza e non Discriminazione (rapporteur) del Consiglio d’Europa, sentita da Ruggero Po, che per Formiche.net cura l’audio-rubrica “Il senno di Po“.
ECCO LE ULTIME PUNTATE DEL SENNO DI PO:
Che fare con la legge sull’aborto? Qual è il modello regionale da seguire? E come si può sostenere anche economicamente la natalità? Sono alcune domande alle quali risponde l’esponente del Pd, Laura Puppato, sentita da Ruggero Po, che su Formiche.net cura l’audio-rubrica “Il Senno di Po”.
COSA FUNZIONA (E COSA NON FUNZIONA) NELLE CORSE DI UBER
Perché i tassisti protestano contro Uber? Come operano i free lance per Uber? E dove paga le imposte l’app del trasporto privato che fa sempre più concorrenza ai taxi? A queste e ad altre domande risponde Riccardo Staglianò, giornalista di Repubblica, autore di saggi sulle nuove tecnologie (come il recente “Al posto tuo” edito da Einaudi)
COME L’ITALIA PUÒ EVITARE LE SANZIONI DI BRUXELLES PER ECCESSO DI SMOG?
La Commissione Ue ha dato il via alla seconda fase della procedura d’infrazione contro l’Italia e altri Paesi – Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna – per l’inquinamento eccessivo da biossido d’azoto (NO2) riscontrato nell’aria di città come Roma, Milano, Torino, Berlino, Londra e Parigi. Ai Paesi finiti nel mirino di Bruxelles è stato quindi inviato un parere motivato nel quale si contesta la violazione della direttiva Ue del 2008 e si chiede di spiegare entro due mesi come intendono mettersi in regola.
La Commissione europea, si legge in una nota, ha inviato un ultimo avvertimento a Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito perché “non hanno affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto (NO2) che costituisce un grave rischio per la salute. La maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale” e in particolare dai motori diesel. Se gli Stati membri non agiranno entro due mesi per mettere in campo “misure idonee” a risolvere il problema, si sottolinea nella nota, “la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell’Ue”.
Cosa deve fare l’Italia per evitare la sanzione della Commissione europea? Ecco le risposte di Edo Ronchi, già ministro dell’Ambiente e oggi presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, e di Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto Inquinamento Atmosferico del Cnr.