Mentre a Cipro, nella Zona economica esclusiva, prende corpo l’assegnazione dei blocchi ai soggetti interessati all’esplorazione del gas, con l’italiana Eni grande protagonista, la reazione da parte di Ankara si fa dirompente, con l’invio di una nave oceanografica alla ricerca del petrolio a un passo dalle acque greche e con un’esercitazione militare proprio dentro la Zee cipriota, quindi sfidando la sovranità di un paese membro dell’Ue.
ZEE
Sette i blocchi della Zona economica esclusiva cipriota per la gestione (congiunta) della fase esplorativa della ricerca del gas. La ratifica governativa degli accordi avverrà il prossimo 17 marzo e dalla firma dei contratti Nicosia otterrà subito 103,5 milioni di euro. La fase due della delicatissima partita sul gas cipriota ha visto la luce con l’annuncio ufficiale del governo guidato dal conservatore Nikos Anastasiades. L’italiana Eni è parte di quegli “sviluppi significativi nella partita del gas nel Mediterraneo orientale” così come sono stati definiti dal ministro dell’Energia di Cipro, Georgios Lakkotrypis.
La società italiana incassa una gestione in solitario e ben cinque in partership con altri soggetti. Solo a Eni è stata assegnata la gestione del blocco 8 della Zee. I blocchi 6 e 11 sono andati al consorzio composto da Eni e dalla francese Total; mentre i blocchi 2, 3 e 9 al consorzio tra Eni e la società Kogan. Il solo blocco 10 è stato aggiudicato dalla compagnia statunitense ExxonMobil e Qatar Petroleum. Il ministro Lakkotrypis ha commentato l’assegnazione mettendo l’accento sul forte impatto potenziale che l’operazione avrà su su tutto il Mediterraneo orientale, aggiungendo che è stato raggiunto un equilibrio per una “dinamica che porti alla costruzione di un centro di liquefazione, dal momento che la società Qatar Petroleum è una delle aziende che prenderanno parte all’esplorazione”.
LE REAZIONI DI NICOSIA
Il direttore esecutivo della compagnia cipriota di idrocarburi (SRM), Panos Kelamis, ha pubblicamente dichiarato che la sinergia Eni e Total è “la migliore in assoluto” e “le prospettive complessive dell’operazione sono molto buone”. Aggiungendo che il know how di Eni, in combinazione con la tecnologia Total, porterà da un lato ad una complicità nel progetto complessivo e dall’altro ad un beneficio reale per Cipro, dal momento che le tensioni con la Turchia non cessano. La Total ha deciso di rivedere le potenzialità del blocco 11 dopo la scoperta del giacimento Zor nella Zee egiziana risalente al 2015 e che dista solo sei miglia nautiche dal blocco 11. I francesi hanno già annunciato che il prossimo giugno avvieranno le perforazioni nel blocco 11.
LE REAZIONI DI ANKARA
Il quadro oggettivo che comprende i contratti e la fase esecutiva si inserisce nel tentativo di pax sull’unificazione di Cipro andato in scena lo scorso novembre alla conferenza di Ginevra, naufragata per le posizioni oltranziste di Erdogan che a quel gas puntava. Nel luglio del 2013 la stampa greca diffuse la notizia che un missile turco era stato lanciato contro una nave italiana che effettuava dei rilievi piazzando cavi sottomarini per conto di Cipro. La notizia non fu confermata né smentita dalle autorità e neanche dalla rappresentanza consolare italiana a Nicosia, ma fu il segnale di una situazione complessa nell’intera zona. Nell’ottobre del 2014 all’interno della Zee stazionò per molti giorni una nave oceanografica turca, la Barbaras. E mentre il battello turco entrava provocatoriamente in acque cipriote, giunsero nel blocco 9 della Zee una fregata russa, sei F16 israeliani, un sottomarino greco ed un cacciatorpediniere a dimostrazione dell’altissima tensione. Oggi da Ankara altre due mosse: è stata inviata nell’Egeo orientale la nave oceanografica Piri Reis per conto della compagnia petrolifera turca Traorh a poche miglia dall’isola greca di Kastellorizo. Ufficialmente sarà in acque internazionali al largo della costa di Antalya, dove il mare è profondo 2.500 metri, fino al 18 marzo alla ricerca di idrocarburi, ma la Marina di Atene segnala che al contempo, e per la terza volta in dieci giorni, nell’Egeo ha fatto ingresso la fregata turca “Cesme“.
Proprio oggi il Ministero della Difesa turco ha annunciato di voler procedere ad una esercitazione militare (con proiettili veri) al largo dell’isola greca di Rodi il 16 e 17 marzo. Allo stesso tempo la Turchia ha dato avvio all’operazione Navtex, a 28 miglia a est del porto cipriota di Paphos, fuori dalle acque cipriote ma all’interno della Zee che ha suscitato le protesta ufficiale del governo di Nicosia. Si tratta di “nuove provocazioni turche contro Cipro, con cui Ankara provoca tensioni ulteriori inutili” ha commentato il portavoce del governo, Victor Papadopoulos.
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