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Chi c’era e cosa si è detto alla convention di Davide Casaleggio a Ivrea

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Se non una convention politica, qualcosa comunque di non molto diverso, seppur scandito da un dibattito sganciato dalle polemiche e dai temi di tutti i giorni. A Ivrea – al primo incontro dell’associazione intitolata a Gianroberto Casaleggio – a mancare, di fatto, è solo il simbolo del MoVimento 5 Stelle. Le facce, invece, sono le stesse che si possono incontrare abitualmente in un corridoio di Montecitorio o in piazza del Campidoglio.

Lontana dal palco – ma presentissima in platea – la classe politica pentastellata non ha mancato l’appuntamento con la prima, attesa, iniziativa organizzata da Davide Casaleggio in memoria di suo padre. A partire – com’era ovvio che fosse – da Beppe Grillo, seduto in prima fila al riparo dai taccuini. Tra le oltre 1.000 persone giunte all’Officina H Olivetti del comune del torinese, ci sono attivisti, curiosi, appassionati di futuro e tecnologia e anche loro: i parlamentari, i consiglieri regionali e i consiglieri comunali del M5S. Lo stato maggiore è presente in blocco, ma sparpagliato in platea. Luigi Di Maio è tra le prime file, mentre Alessandro Di Battista ascolta il dibattito tra un selfie e un caffè. E poi ancora Roberto Fico, Carlo Sibilia, Angelo Tofalo e il senatore Nicola Morra. Ci sono anche le donne del movimento – Roberta Lombardi, Carla Ruocco e Paola Taverna – e le due sindache Chiara Appendino e Virginia Raggi.

Una presenza in fondo abbastanza discreta ma rilevante nel numero e nei nomi, a dimostrazione di quanto questa iniziativa e questa associazione siano importanti nel mondo a cinque stelle. Per ricordare Gianroberto Casaleggio, certo, ma anche per creare un momento di dibattito e di approfondimento, per raccogliere idee utili per la stesura del programma di governo e, perché no, anche per coinvolgere persone provenienti da mondi diversi che già collaborano o che potrebbero collaborare in futuro con il movimento.

Una kermesse diversa dalla Leopolda renziana: nonostante tutte le differenze del caso, qualcuno azzarda, invece, il paragone – per toni e per contenuti – con Vedrò, il think tank di Enrico Letta per cui è passata buona parte della classe dirigente italiana di questi anni.  “Una bella occasione per imparare qualcosa”, l’ha definita il vicedirettore di Libero Franco Bechis che – in fatto di paragoni – ha citato un appuntamento divenuto ormai una certezza nel panorama italiano: “Sembra il Meeting di Rimini ma concentrato in poche ore: con una platea fortemente interessata, arrivata fin qui per ascoltare opinioni anche diverse dalle proprie”.

La scaletta procede da copione, seppur con qualche imprevisto come l’assenza dell’astronauta Paolo Nespoli. Sul palco si alternano manager, accademici, giornalisti ed esperti vari. Il tema è il futuro, declinato attraverso numerose prospettive, dall’informazione al mondo del lavoro. Si parla di satelliti spaziali, ma anche di questioni molto più prosaiche come il rapporto tra magistratura e politica, sul quale si è soffermato il procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita. “A mio avviso non è un bene che un magistrato entri in politica, ma è impensabile che, dopo, provi a tornare indietro”,  ha affermato intervistato da Gianluigi Nuzzi.

Tra i più applauditi sul palco l’oncologo Ermanno Leo e poi anche il direttore del telegiornale di La7 Enrico Mentana che ha parlato d’informazione ma anche di politica. “Come i giornalisti e i giornali mediano le notizie, così anche le forze politiche devono svolgere questa funzione: non ci sono solo gli iscritti, ma anche gli elettori”, ha detto in sostanza Mentana, che è parso muovere qualche critica sul tanto dibattuto tema della democrazia diretta.

Nessuna parata da parte di rappresentanti di establishment più o meno consolidati, ma alcune partecipazioni simboliche sì, come quella dell’ex assessore al Bilancio del Campidoglio Marcello Minenna. I tempi del suo rumoroso addio a Roma sembrano superati e così Minenna ha deciso di rispondere presente all’invito che gli è stato recapitato. Un nome – quello dell’economista in Consob – che secondo alcuni rumors potrebbe far parte di un ministero economico in un futuribile esecutivo a guida 5 stelle.

“È stata una bella giornata di formazione culturale”, ha commentato con Formiche.net il senatore pentastellato Morra, che a proposito dei rapporti che intercorreranno tra il movimento e l’associazione ha utilizzato l’espressione “convergenze parallele”: “Si tratta di due binari distinti che però di tanto in tanto si intrecceranno”.


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