“L’autore dell’attentato sugli Champs-Elysees nel centro di Parigi è Abu Yussef al-Baljiki ed è uno dei combattenti dello Stato Islamico”. Con quest’affermazione, diffusa dall’agenzia di propaganda Amaq, lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco di ieri sera nel cuore della capitale francese, tra le stazioni della metropolitana Franklin Roosevelt e l’Arc de Triomphe.
L’ATTENTATO
Un nuovo attentato di matrice jihadista, a pochi giorni del primo turno delle presidenziali in Francia, che è costato la vita ad un poliziotto. Altri tre agenti sono rimasti feriti e una turista è stata colpita da un proiettile. Yussef è stato ucciso dalle forze di sicurezza.
FUCILE KALASHNIKOX
Yussef era armato di un fucile automatico. Secondo la Cnn, l’uomo ha sparato dalla sua auto sugli ufficiali di polizia. “Poi è scappato – ha aggiunto Pierre-Henry Brandet, portavoce del Ministero dell’Interno – riuscendo a sparare e ferire altri due poliziotti. Altri poliziotti si sono impegnati a sparare all’aggressore, uccidendolo”. Un testimone ha detto a Sky News che Yussef aveva un fucile Kalashnikov e aveva parcheggiato un’auto Audi dietro un veicolo della polizia.
FRANCESE RADICALIZZATO
Il Procuratore generale della Repubblica di Parigi, Francois Molins, ha detto che “l’identità dell’aggressore è nota ed è stata verificata”. Non ha voluto confermare il nome per proteggere le indagini antiterrorismo.
Tuttavia, secondo L’Express l’autore dell’attentato si chiama Karim Cheurfi, cittadino francese di 39 anni, battezzato dal Califfato come Abu Yussef al-Baljiki. Nato a Livry-Gargan, Yussef ha vissuto Chelles, Seine-et-Marne. Il nome Abu Yussef al-Baljiki è noto in molti report che riguardano le attività di Isis in Francia.
CONDANNA RIDOTTA
Yussef è stato condannato nel 2003 a 20 di carcere per avere sparato contro agenti della polizia due anni prima. Ma la pena è stata ridotta a 15 anni nel 2005. Secondo un articolo di Le Parisien pubblicato nel 2001, Yussef, all’epoca 23enne, aveva rubato una pistola a un funzionario della polizia, ferendolo a un polmone, a una gamba e a un piedi. Ha anche sparato contro altri agenti e anche allora era alla guida di un’auto, una Peugeot 405, rubata. Era noto per rapine violente.
LA MINACCIA SU TELEGRAM
Dopo è arrivato il radicalismo islamico. I servizi di intelligence francese avevano il suo nome nell’elenco di estremisti pericolosi. Secondo l’emittente francese BFM TV, Yussef aveva minacciato con un messaggio su Telegram di volere sparare contro agenti di sicurezza. France 2 sostiene che lo jihadista era stato arrestato e interrogato perché cercava armi per uccidere poliziotti, in risposta all’appello di Isis.
Da quanto si legge sul sito Heavy.com, Yussef è stato identificato come estremista islamico da alcuni funzionari della polizia intervistati dall’Associated Press.
LE ANALISI DEL MESSAGGIO DI ISIS
Secondo Jean-Charles Brisard, esperto di terrorismo, il nome “al-Baljiki” (il belga) con cui è stato identificato può indicare che ha vissuto in Belgio. Per Rukmni Callimachi, giornalista del New York Times ed esperto di Isis, è molto particolare la velocità della rivendicazione pubblica: “Nonostante la percezione popolare, l’Isis non ha fretta ad affermare che è dietro ad un attacco. Di solito passano 12 ore […]Per quanto riguarda gli attacchi in Occidente, questo è un record. Hanno ammesso responsabilità dopo l’attentato all’aeroporto di Bruxelles dopo cinque ore. È molto strano”. In un tweet, Rita Katz, direttrice di SITE, ha scritto che la rivendicazione del sito di propaganda Amaq è diversa da altre affermazioni di ISIS: “L’Isis dimostra una certa familiarità con l’autore dell’attentato”.
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