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Programma Trasporti, ecco le prime proposte del Movimento 5 Stelle

reddito Trasporti

“Vogliamo rendere i trasporti nel nostro Paese moderni, rapidi, capillari e non inquinanti. Per raggiungere questi obiettivi dobbiamo ripensare la mobilità di italiani e turisti che visitano il nostro bellissimo Paese”. Dopo l’energia, gli esteri e il lavoro, è iniziata la discussione sul blog di Beppe Grillo della parte del programma relativa ai trasporti. I primi temi affrontati dagli esperti riguardano il trasporto aereo, la mobilità urbana e il trasporto merci. Nei tre post, si spiega come il Movimento 5 Stelle ha intenzione di cambiare le regole della mobilità con l’aiuto della base del Movimento che, prossimamente, verrà invitata a votare sui temi discussi.

GLI AEROPORTI

“In Italia la pianificazione infrastrutturale è stata dettata più da logiche politico-clientelari e localistiche che da reali interessi nazionali e di soddisfazione dei bacini d’utenza”, per questo “bisogna razionalizzare il sistema, renderlo più efficiente e meno oneroso per il Paese”. Agli iscritti al Movimento 5 stelle verrà chiesto: “Ritieni opportuno eliminare il finanziamento statale agli aeroporti che non raggiungono l’equilibrio finanziario anche se questo dovesse comportare la chiusura di qualcuno di questi?” e ad argomentare le ragioni di questa necessità è, sul blog di Grillo, Antonio Chialastri, comandante e membro del comitato scientifico Centro Studi Trasporto Aereo Sicurezza e Ambiente (Centro Studi Stasa, un’associazione apolitica senza fini di lucro che si occupa di “svolgere un’attività di supporto per le Istituzioni e le Organizzazioni dei Trasporti nonché per tutte le realtà dall’articolazione complessa”, si legge sul sito). Chialastri spiega che a fronte della proliferazione aeroportuale che ha certamente aspetti positivi, ci sono degli altri aspetti negativi di cui tenere conto, come l’alimentazione dagli stessi bacini di traffico per gli aeroporti vicini tra loro. Bisogna, inoltre, secondo Chialastri, “potenziare il trasporto turistico, quello passeggeri con le grandi compagnie che portano tanti turisti nel nostro Paese” così come la parte relativa al “famoso turismo aeronautico”. Si dovrebbe, poi, spostare il traffico merci negli scali periferici, data la poca mole di merci che l’Italia movimenta.

CONCESSIONI E RICONVERSIONI

A non funzionare in Italia, secondo l’esperto, è anche il sistema di gestione degli scali. “Il paradosso attuale – scrive Chialastri – è che i grandi aeroporti profittevoli sono dati in gestione ai privati. Gli scali periferici minori sono dati, invece, in gestione al pubblico che però da questo punto di vista è in perdita”. Per ovviare a questo problema, che arricchisce i privati a scapito di quelli gestiti dal pubblico, secondo il post, il membro del Centro Studi Stasa propone il modello di gestione spagnolo chiamato AENA “dove praticamente tutti gli aeroporti sono gestiti da un unico gestore il quale ha una quota pubblica maggioritaria e una quota residuale lasciata ai privati. In questo modo un aeroporto che è in perdita sarà compensato dai profitti di un altro e si evita, anche, quello che sta accadendo in Italia, dove piccoli aeroporti periferici sono ricattabili da dinamiche di business che non sono estremamente chiare”. Si suggerisce, inoltre, il potenziamento dei collegamenti da e verso gli aeroporti decentrati e meno raggiungibili. In base a queste informazioni, si chiede quindi agli iscritti se sia opportuno “riconvertire una parte di aeroporti che non potrebbero avere autonomia finanziaria e dedicarli a nicchie specifiche di traffico, come quello business o quello merci che è sottosviluppato rispetto al potenziale del Paese”.

MOBILITÀ URBANA

A occuparsi di mobilità urbana è Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). Nel post pubblicato il 20 aprile, si spiega come e perché sia necessario investire in un tipo di trasporto “amico del clima”, disincentivando l’uso dell’auto privata, potenziando il trasporto pubblico e meno “nelle grandi e inutili opere”. La presidente della FIAB lo chiama “un processo di democrazia dello spazio”, in cui da una parte si disincentiva l’uso delll’auto privata, ma dall’altra si offre l’alternativa di mezzi pubblici più efficienti, in modo da permettere al cittadino di fare una scelta libera. Le proposte di Giulietta Pagliaccio vanno dall’aumento della tassazione sull’acquisto di nuove auto a combustione (che da una parte disincentiva l’acquisto e dall’altra “dà risorse nuove che devono essere investite in politiche adeguate per la mobilità altra”), all’aumento delle accise sul carburante a cui deve far fronte però il potenziamento dei mezzi pubblici. “Il solo mezzo di trasporto che permette di fare una attività intermodale è la bicicletta”, spiega ancora Pagliaccio, il cui uso può e deve essere incentivato aumentando le sanzioni per chi non rispetta il codice della strada “ma nello stesso tempo quelle risorse servono per esempio per mettere in sicurezza quella strada”. Ultima proposta, quella di “disincentivi ai Comuni che non estendono le zone a traffico limitato o le zone con limite di velocità al di sotto dei 30 Km/h”, sempre con l’idea di rendere le città più a misura di bicicletta.

TRASPORTO MERCI

Se il trasporto urbano deve passare dall’auto privata alla bicicletta, il trasporto delle merci si sposta dalla gomma al ferro. Nel post pubblicato due giorni fa sul blog di Grillo, firmato da Jon Pult, presidente dell’Iniziativa delle Alpi (“associazione svizzera per la protezione delle Alpi. Creata alla fine degli anni ’80, vuole contenere la crescita del traffico pesante e trasferire il transito delle merci su ferrovia”, si legge sul sito) si spiegano le ragioni di tale scelta: salvaguardare l’ambiente e limitare il consumo di suolo potenziando il trasporto delle merci per via ferroviaria, quindi aumentare i collegamenti ferroviari tra i vari nodi logistici e incentivarne l’uso. L’esempio è quello della Svizzera: “Io penso che il modello della politica dei trasporti svizzeri sia virtuoso – scrive Pult – perché noi abbiamo circa il 40% di tutti i trasporti merci che va su rotaia e non su gomma, in Italia non è nemmeno il 10%, in Francia o in Germania è pari a circa il 25 e il 30% e quello svizzero, con più del 40%, è sicuramente il dato più positivo”. Per raggiungere tale risultato, spiega il presidente dell’Iniziativa delle Alpi, sono state aumentate le tasse sul trasporto su gomma in modo da disincentivarne l’uso.

CHI HA INTRODOTTO IL PROGRAMMA

Ad aprire, sul blog di Grillo, il dibattito sul Programma Trasporti, sono stati parlamentari del Movimento 5 Stelle presenti nelle commissioni trasporti di Camera e Senato: Paola Carinelli, Michele Dell’Orco, Arianna Spessotto, Nicola Bianchi, Diego De Lorenzis, Andrea Cioffi (nella foto).



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