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Leonardo-Finmeccanica, ecco cosa pensa il Movimento 5 Stelle di Alessandro Profumo

Di Bruno Guarini e Fernando Pineda
ALESSANDRO PROFUMO CARLO PURI NEGRI PIRELLI RE

“Profumo non poteva essere scelto quale amministratore di Leonardo (ex Finmeccanica) e la sua nomina è illegittima”. E’ quanto si legge in una bozza di documento che domani verrà con tutta probabilità presentato e illustrato in una conferenza stampa indetta dal Movimento 5 Stelle fondato da Beppe Grillo.

Il Movimento pentastellato, infatti, ha annunciato oggi la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. La mozione sarà illustrata domani nel corso di una conferenza stampa alla Camera a cui prenderanno parte gli esponenti M5s Alberto Airola, Roberto Fico, Gianni Girotto, Daniele Pesco e Carlo Sibilia. “Amministratori delle grandi partecipate di Stato imputati per gravi reati? E’ possibile da quando il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha cancellato la “clausola di onorabilità” della direttiva Saccomanni, relativa ai vertici delle aziende pubbliche”, si legge in una nota del Movimento fondato da Grillo e Gianroberto Casaleggio.

Secondo i parlamentari pentastellati, è stato l’attuale titolare del dicastero di via Venti Settembre “a cambiare delle norme interministeriali che avrebbero reso Profumo incandidabile per il ruolo di amministratore di Leonardo”, è scritto in una bozza di documento che Formiche.net ha letto. Infatti sotto il governo Letta, il 24 giugno 2013, l’allora ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni – dicono i tecnici del movimento pentastellato – “emanò una direttiva contenente la cosiddetta “clausola di onorabilità” in relazione ai dirigenti delle società partecipate”. Essa prevedeva per i manager “l’ineleggibilità o la decadenza in caso di condanna anche non definitiva per quattro categorie di “delitti”, tra cui quelli legati alle norme sull’attività bancaria, finanziaria, mobiliare e assicurativa”, si legge nella bozza: “Ma l’ineleggibilità o la decadenza erano previste anche in caso di rinvio a giudizio”. Inoltre, secondo quella direttiva, il Tesoro “avrebbe dovuto sempre tener conto, al momento delle nomine, del parere di un “Comitato di garanzia, costituito con carattere di stabilità e composto da personalità di riconosciuta indipendenza e comprovata competenza ed esperienza in materia giuridica ed economica””.

Padoan, “per tagliare la testa al toro – è scritto nel documento preparatorio della conferenza stampa di domani – il 16 marzo scorso ha varato un provvedimento, cassando con un colpo di spugna tutti i buoni propositi per avere gente onesta e competente a guidare le aziende di Stato. La nuova direttiva (n. di protocollo 20004) ha infatti annullato e sostituito la precedente”. Secondo le accuse dei pentastellati, il ministro dell’Economia “ha cancellato i requisiti di onorabilità stabiliti dalla direttiva del 24 giugno 2013 e tolto l’assoggettamento al Comitato di garanzia composto “da personalità di riconosciuta indipendenza e comprovata competenza ed esperienza in materia giuridica ed economica”. Così il 18 marzo 2017, solo due giorni dopo, si è dato campo libero a Profumo”.

“Ricordiamo – è scritto nella bozza dei pentastellati – che il banchiere era già rinviato a giudizio per usura bancaria in un altro procedimento (prima di essere designato alla guida di Leonardo). Per falso in bilancio e manipolazione del mercato era solo in “odore” di rinvio a giudizio, in quanto il procedimento era ancora in valutazione dal Gup di Milano che poi ha confermato i capi d’accusa”.


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