Il Movimento 5 Stelle inizia a disegnare il proprio modello di scuola statale e lo fa proponendo l’aumento della spesa pubblica per l’istruzione, lo spostamento delle risorse ora destinate alle scuole paritarie verso quelle statali e mettendo in discussione la legge del 2000 che ha istituito la parità scolastica. Sono queste le linee generali pubblicate sul blog di Beppe Grillo nel post introduttivo del Programma Scuola dei 5 Stelle. Citando Nelson Mandela (“L’istruzione è l’arma più potente che abbiamo per cambiare il mondo”), i parlamentari pentastellati aprono il dibattito che verrà approfondito nel corso della settimana e poi votato su Rousseau.
Sono settimane che il Movimento 5 Stelle discute (e fa votare su Rousseau) i punti del Programma di governo che proporrà alle prossime elezioni politiche. Fino ad ora, sono stati discusse e votate le parti relative all’energia, agli esteri, al lavoro, ai trasporti, alla difesa, all’agricoltura ed è in discussione (e verrà votato i prossimi giorni) il Programma Turismo.
UNA SCUOLA PUBBLICA E APERTA
“Secondo i dati Eurostat del 2016 – si legge sul blog di Grillo -, l’Italia ricopre l’ultimo posto in Europa per percentuale di spesa pubblica destinata all’istruzione: la scuola attualmente sopravvive a stento, grazie alla buona volontà dei lavoratori e ai sacrifici delle famiglie italiane”, con una spesa pubblica destinata all’istruzione del 7,9% che il Movimento vorrebbe invece portare al 10,2%, ossia nella media europea. “Una scuola che non ha i soldi per riscaldare le aule in inverno, per comprare la carta igienica o per assistere gli alunni con disabilità, è una scuola che non garantisce il diritto all’istruzione, tutelato dalla nostra Costituzione”, si legge ancora.
SCUOLE PARITARIE: FINANZIAMENTI E EQUIPARAZIONE
E se alla scuola pubblica si destinano poche risorse, le scuole paritarie ricevono “500 milioni di euro di finanziamenti pubblici ogni anno, senza contare gli ulteriori finanziamenti indiretti”. Malgrado il Movimento riconosca il servizio offerto da molte di queste scuole nel territorio nazionale, ci si chiede se non sia giusto “tutelare la gratuità della scuola dell’obbligo e ridestinare alle scuole statali le risorse attualmente stanziate per le scuole paritarie”. Il Movimento non mette in discussione solo i finanziamenti alle scuole paritarie, ma la stessa legge che le istituisce ponendole allo stesso livello delle scuole pubbliche. Tra i quesiti a cui dovranno rispondere gli iscritti a Rousseau, allora, ci sarà anche una domanda relativa alla possibilità di mettere mano alla legge 2000 che ha istituito la parità scolastica.
SMANTELLARE LA BUONA SCUOLA
“Il M5S vuole smantellarla punto per punto”, e chiede ai suoi iscritti da dove pensano sia meglio iniziare: “La card da 500 euro ai docenti spacciata come formazione; I super poteri ai presidi, la chiamata diretta e il bonus del merito ai docenti; Gli organi collegiali svuotati di ogni potere; L’alternanza scuola-lavoro obbligatoria divenuta una forma di sfruttamento; Il sistema di valutazione dei test INVALSI che accresce la competizione tra gli alunni e rischia di penalizzare le scuole che si trovano in territori svantaggiati”. Si vuole, inoltre, superare la riforma Gelmini che “ha tagliato oltre 8 miliardi di euro alla scuola pubblica e ha drasticamente ridotto il tempo pieno e le compresenze di più insegnanti nella scuola primaria”. Agli iscritti al Movimento, verrà chiesto su cosa investire le nuove risorse che verranno messe a disposizione: “ridurre il numero degli alunni per classe, ripristinare il tempo pieno oppure reinserire le materie depotenziate dalla Gelmini e introdurre nuovi insegnamenti”.