Lunedì sera, intorno alle 22:30 ora locale (le 23:30 in Italia), c’è stata un’esplosione in un palazzetto di Manchester, in Inghilterra, dove si era appena concluso un concerto. Almeno 22 persone sono rimaste uccise e 59 ferite (di cui 12 hanno meno di sedici anni) e 12 sono ancora i dispersi.
La polizia inglese ha detto da subito di trattare la vicenda come un atto terroristico “fino a prova contraria”.
Quella prova non arriverà, dato che lo Stato Islamico ha rivendicato la strage. Lo ha fatto attraverso Nashir, uno dei canali media ufficiali, e non utilizzando subito la formula fittizia della “fonte” che avvisa la sedicente agenzia stampa Amaq (poi Amaq ha fatto uscire la sua battuta, scrivendo inizialmente che era stato un commando, poi ha corretto dicendo che è stato un solo attentatore). Questo leggera differenza potrebbe suggerire che l’azione era stata pianificata e non soltanto ispirata dal Califfato.
1. Minutes ago, ISIS claimed responsibility for the deadly blast in Manchester. It appeared via Nashir, an official ISIS outlets pic.twitter.com/8QQDmTQ1Dz
— Rukmini Callimachi (@rcallimachi) 23 maggio 2017
I funzionari di polizia hanno confermato che l’attacco è stato compiuto da un attentatore “che ha agito da solo”. Secondo fonti di alcuni media si chiama Salman Abedi, 22 anni, figlio di rifugiati libici, noto all’antitereorismo. Pare che sia morto durante l’attentato, tuttavia l’indagine si concentra anche su eventuali complici e facilitatori. Un ragazzo di 23 anni di Manchester è stato già arrestato nell’ambito delle prime indagini.
Dalle prime ricostruzioni, sembra che l’ordigno fosse un “improvised explosive device” così l’ha chiamato la polizia, IED, che è il termine tecnico quando si parla di una “bomba artigianale” (a quanto pare l’esplosivo è stato imbottito di chiodi per massimizzare il danno: oggetti metallici, come biglie e chiodi, vengono spesso utilizzati per questo scopo). Inizialmente si è parlato di un’azione suicida, messa in discussione dal comunicato in cui l’IS ha parlato di una bomba azionata a distanza e non di un attacco kamikaze.
Two things:
1. #IS claimed through central media, not Amaq (framing it as directed not inspired).
2. #IS says it was *not* a suicide attack.— Charlie Winter (@charliewinter) 23 maggio 2017
Circola un video che sembra riprendere le fasi dell’esplosione.
If you look towards the left you see the explosion and hear the bang. I hope to GOD everyone is ok, and so glad Jess and Em are. #manchester pic.twitter.com/q81KHGEJ6E
— Joe Gregory (@JoeAaronGregory) 22 maggio 2017
Alla Manchester Arena, un palazzetto da oltre ventidue mila posti, era appena finito il concerto della cantante Ariana Grande: l’artista americana è molto nota tra gli adolescenti, e per questo l’evento aveva fatto il tutto esaurito. Lo Stato islamico ha definito l’evento “immorale” nel suo comunicato.
broken.
from the bottom of my heart, i am so so sorry. i don’t have words.— Ariana Grande (@ArianaGrande) 23 maggio 2017
Secondo quanto raccontato dai testimoni ai media inglesi, l’esplosione sarebbe avvenuta nella zona del foyer del palazzetto, nei pressi della biglietteria, al momento in cui le persone stavano lasciando il luogo del concerto.
#Manchester blast: Footage shows the chaos outside the Manchester Arena after last night’s Ariana Grande concert pic.twitter.com/79UYFdz8BZ
— BBC Radio 5 live (@bbc5live) 23 maggio 2017
La polizia ha confermato questi racconti, mentre la direzione del teatro ha aggiunto che tutto sarebbe avvenuto in una delle “parti pubbliche”, ossia nelle zone prima dell’ingresso, dove si può accedere senza biglietto. Il palazzetto si trova poco fuori città, contiguo alla Victoria Station, i cui treni sono stati subito bloccati per ragioni di sicurezza.
= #Manchester =
Dove si trova la #Manchester Arena, teatro dell’attentato di stanotte al concerto di #ArianaGrande https://t.co/ftIDl2mOI1 pic.twitter.com/hWKUm8e2ak— Agi Agenzia Italia (@Agenzia_Italia) 23 maggio 2017
L’Inghilterra è stata più volte colpita da attacchi terroristici, per esempio pochi mesi fa a Londra, ma visto il bilancio delle vittime, questo di lunedì è il peggiore nel Regno Unito dalle bombe del 2005 che colpirono la capitale. L’antiterrorismo inglese sta combattendo quotidianamente contro la presenza di elementi radicalizzati. Misure più stringenti sono state applicate da quando a marzo un uomo s’è lanciato contro la folla di Westminster. Chris Phillips, ex capo del National Counter Terrorism Security Office, ha detto alla BBC che stando alle informazioni finora disponibili l’attacco di Manchester è stato più “professionale” di quelli visti ultimamente, e rappresenta uno “step-up” nella minaccia.
(Articolo aggiornato alle 14:23)