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Ecco tutti gli ultimi flirt a 5 stelle fra magistrati e Luigi Di Maio

Davigo

Grande show sulla giustizia alla Camera dei deputati. Dove un convegno su questo tema organizzato dal Movimento 5 Stelle ha accolto una sorta di parterre du roi. La notizia, però, arriva alla fine, con l’intervento del magistrato antimafia Nino Di Matteo. Che non ha escluso un suo impegno in politica.

In realtà, sollecitato da Marco Travaglio, il pm ha detto un’altra cosa. “L’eventuale impegno politico di un magistrato non mi scandalizza, ma penso che un’eventuale scelta di questo tipo debba essere fatta in maniera definitiva e irreversibile, non si può tornare poi a fare il giudice”, ha spiegato Di Matteo. Che però su un suo impegno diretto risponde: “Non sono d’accordo con la tesi di Davigo e Cantone secondo cui l’esperienza di un magistrato non possa essere utile alla politica”. E tutti l’hanno intesa come la possibilità di una futura discesa in campo. “È una buona notizia”, la reazione del grillino Luigi Di Maio. “Come tutti i cittadini, ha il diritto di entrare in politica”, la risposta meno entusiasta del ministro Andrea Orlando.

Di Matteo – che ha poi sottolineato come “la lotta alla mafia debba essere il primo obiettivo di ogni governo di qualsiasi colore politico” – è stato la terza star della giornata. Prima di lui, davanti a una platea zeppa di parlamentari grillini, avvocati e addetti ai lavori, è toccato al presidente dell’Anac Raffaele Cantone. Che ha fatto il punto sulla lotta alla corruzione nel nostro Paese. “Il fatto che solo lo 0,5% di processi per corruzione arrivi al terzo grado di giudizio significa che qualcosa non funziona. Per ottenere risultati la lotta alla corruzione non ha bisogno di ricette facili, ma di tempi lunghi. E molto dipende dalla volontà politica”, ha affermato il magistrato napoletano. Il quale poi ha parlato di due strumenti da incentivare: l’uso di agenti sotto copertura e l’estensione delle intercettazioni. Le parole d’ordine in questa battaglia, secondo Cantone, sono la “trasparenza della Pubblica amministrazione” e “l’educazione civica dei cittadini”. Ma il presidente dell’Anac ha puntato il dito pure contro la burocrazia. “Gli investimenti in Italia non arrivano non solo per giustizia che non funziona, ma pure per burocrazia opprimente. La burocrazia spesso gioca per se stessa, è il vero potere forte di questo Paese, l’alta dirigenza pubblica è più importante della politica. Un direttore generale di un ministero conta quasi come in ministro”, ha detto Cantone. Tangentopoli, infine, secondo lui, è servita, ma “ha rappresentato anche una selezione darwiniana della specie: ha eliminato solo i più fessi”.

E proprio uno dei protagonisti di quella stagione è stato il mattatore della mattina: il presidente dell’Anm Piercamillo Davigo. Che, come al solito, alla politica non le manda a dire.

“Centrodestra e centrosinistra si sono sempre dati da fare non per contrastare la corruzione, ma per contrastare le indagini sulla corruzione. Con una fondamentale differenza: il centrodestra le ha fatte così grosse e così male che di solito non han funzionato. Invece il centrosinistra le ha fatte mirate e ci ha messo se non in ginocchio almeno genuflessi”, ha detto l’ex pm di Mani Pulite.

Davigo, però, al contrario di Di Matteo, non crede ai pm in politica. “I magistrati, per la loro conformazione mentale, non sono capaci di fare politica”, ha affermato. Infine, non poteva mancare una stoccata al governo. “Le promesse dell’esecutivo sulla riforma della giustizia sono state disattese tutte”, dice Davigo. Per poi aggiungere: “Il ddl di riforma della prescrizione serve a poco o nulla perché sposta solo il problema poco più in là, mentre nei Paesi seri con l’esercizio dell’azione penale la prescrizione non decorre più”. Alla platea grillina brillano gli occhi e alla fine arriva pure la standing ovation.

 


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