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Londra, la strage islamista e il tartufismo di alcuni media

Mario Calabresi, Repubblica, Corriere della Sera

Vi propongo oggi il titolo che per larga parte della giornata di ieri campeggiava sulla pagina di apertura di Repubblica.it.

Furgone su folla”: come se un furgone avesse deciso autonomamente di muoversi, come se fosse possibile “spersonalizzare” l’atto terroristico, ridurlo più o meno consapevolmente a “incidente”.

In questa sintesi infelice, c’è una dinamica mentale e culturale di un pezzo diestablishment mediatico e politico: attenuare, negare, allontanare la realtà. Che invece è fin troppo chiara: il nazi-islamismo, forse sulla via della sconfitta in casa propria tra Siria e Iraq, ha deciso di colpirci qui in modo devastante, con atti organizzativamente “a basso costo” ma “ad altissimo rendimento” in termini di terrore e spargimento di sangue.

Nonostante il velo politico-giornalistico, la consapevolezza popolare c’è. Lo dimostra il caso di Torino, dove un petardo e un minimo di panico hanno prodotto in pochi minuti centinaia di feriti.

La prossima tappa quale sarà per gli strateghi del politicamente corretto? Elementare, Watson: spostare l’obiettivo su Trump, “divisivo”, che non collabora con gli altri leader occidentali, eccetera.

Eppure – piaccia o no – proprio il “drive them out” trumpiano è l’unica risposta seria sul terreno. Occorre cacciarli, o alternativamente imprigionarli, comunque metterli in condizione di non nuocere.

Non si può essere liberali con i nazisti, tolleranti con i jihadisti, pensare che il nostro (sacro, sia chiaro!) armamentario giuridico tradizionale debba rimanere intatto dinanzi al nazi-islamismo. Almeno, è arrivata l’ora di discuterne in modo razionale, smettendo di chiudere gli occhi.



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